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TESTO Il record

don Ricciotti Saurino  

III Domenica di Avvento (Anno A) - Gaudete (16/12/2007)

Vangelo: Mt 11,2–11 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, 2Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò 3a dirgli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». 4Gesù rispose loro: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: 5i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. 6E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!».

7Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? 8Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! 9Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. 10Egli è colui del quale sta scritto:

Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero,

davanti a te egli preparerà la tua via.

11In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui.

(La storia di Lorenzo 3)

Lorenzo era soddisfatto del suo sforzo, aveva rimesso ordine nella sua vita con non pochi sacrifici e già questi lo facevano sentire diverso. Più forte, più tenace, si sentiva perfino più buono e, stranamente, si ritrovava anche più perseverante. Altre volte aveva tentato una ripresa, ma era sfumata dopo pochi giorni. Questa volta aveva battuto ogni record di perseveranza, era arrivato a due settimane.

Anche la mamma era contenta del cambiamento del figlio. Più ordinato, più premuroso, meno schizzinoso nel mangiare. Non poteva certo paragonarlo a Giovanni il Battista, quello era esagerato, ma per lei era sufficiente che si accontentasse di ciò che metteva a tavola per tutti.

La sua era, però, una ginnastica della volontà e un record da atleti. Aveva deciso di darsi una mossa e se l'era data. Ci stava riuscendo a perfezione.

Ora guardava gli altri con aria di superiorità, aveva perfino avuto il coraggio di lasciare la comitiva lunare prima dell'alba. Il rigore dell'alimentazione lo faceva sentire più in forma. Si sentiva un trionfante conquistatore.

"Se il cristianesimo è austerità, io sono un cristiano modello" si diceva.

Aveva perfino ripreso ad andare alla Messa domenicale e, quando un giorno sentì parlare di Giovanni, se ne rallegrò, perché si parlava del suo modello. La grandezza di lui era l'austerità e l'obiettivo il pentimento.

Aveva raggiunto l'uno e l'altro perché, se diventi austero e rigoroso con te stesso, non hai neppure di che pentirti.

Rimase perplesso quando udì che Giovanni parlava di uno più forte e, soprattutto, quando mandò i suoi discepoli a chiedere se Gesù era Colui che stavano aspettando.

Non credo che Giovanni avesse bisogno di riconfermare chi aveva già riconosciuto nel Giordano, forse il suo inviare i discepoli era per indicare loro Colui che dovevano seguire.

"Imito un Giovanni che non è il punto di arrivo, ma che prepara la strada alla verità" si disse "mi sono fermato al suo rigore e al suo pentimento, mentre c'è qualcosa che devo ancora scoprire!".
C'era uno Spirito e un fuoco che Giovanni non aveva.

E fu la risposta di Gesù ad aprirgli la mente: "il più piccolo è più grande di Giovanni e... beato chi non si scandalizza di me".

Allora c'é una proposta nuova, un essere più grande nella piccolezza. La forza fisica è importante, ma c'è un'altra forza che la supera... e qual è?

Aveva sbagliato a capire che il cristianesimo era solo austerità, rigore morale e dominio di se stessi.

Improvvisamente si ritrova tra i ciechi del Vangelo che riacquistano la vista, ma quella interiore, che fa percepire valori nascosti e più grandi. Si ritrova tra i sordi che ricuperano l'udito ad espressioni non comuni, tra gli storpi che riacquistano elasticità mentale e morbidezza di contatti, tra i poveri ai quali viene annunziata una verità nuova, anche se per alcuni aspetti scandalosa.

E la novità non era la sconfitta della povertà, ma lo scoprire che esiste una beatitudine nell'essere povero.

Aveva creduto nella forza di volontà proposta da Giovanni, si ritrova a fare i conti con la forza dell'abbandono totale in Gesù. Aveva contato sulla sua forza, scopre che la forza del cristiano è la fiducia in Gesù.

E' Lui che guarisce, ma guarisce soprattutto dalla presunzione di poter farcela da solo. E Giovanni, forte e austero, gli stava dicendo che il suo rigore non sarebbe bastato a salvarlo. Infatti indirizza i suoi stessi discepoli verso un gigante la cui forza è infinitamente superiore a quella fisica: è la forza dell'amore.

Gesù vive e dona la remissività, la dolcezza, l'amore, la Croce.

E' l'uomo che ha bisogno di muscoli per imporsi, Dio usa l'umiltà. Ecco lo scandalo, ecco cioè l'inciampo per gli uomini che si aspettano la potenza risolutrice e si trovano davanti la debolezza di una crocifissione.

E' lo scandalo che stava per travolgere anche Lorenzo, convinto, ora più che mai, che si vince se si è forti. Anche lui stava trovando difficoltà a fidarsi di Uno che apre gli occhi all'amore, ad un amore che non si fermerà neppure quando l'uomo Gli si accanirà contro.

Lorenzo non può tirarsi indietro: Giovanni, il suo Giovanni, glielo lo ha indicato! Gli offrirà la sua testimonianza su di un piatto d'argento, purché creda in Colui che darà la sua testimonianza su di un tronco ruvido.

Aveva conquistato a fatica il record della volontà, ora toccherà conquistare quello della fiducia e dell'abbandono.

Non sarà facile, come non è facile per ogni cristiano che, pur accettando Cristo, continua a scandalizzarsi della sua debolezza, e spesso va in chiesa come se andasse in palestra.

 

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