TESTO Commento su Matteo 11,2-11
Casa di Preghiera San Biagio FMA
III Domenica di Avvento (Anno A) - Gaudete (16/12/2007)
Vangelo: Mt 11,2-11
In quel tempo, 2Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò 3a dirgli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». 4Gesù rispose loro: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: 5i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. 6E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!».
7Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? 8Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! 9Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. 10Egli è colui del quale sta scritto:
Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero,
davanti a te egli preparerà la tua via.
11In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui».
Dalla Parola del giorno
In quel tempo, Giovanni che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, mandò a dirgli per mezzo dei suoi discepoli: "Sei tu colui che deve venire o dobbiamo attenderne un altro?"
Come vivere questa Parola?
Giovanni, 'il messaggero', il "più grande tra i nati di donna" è in carcere. Nell'oscura prigione dove è stato rinchiuso dai potenti, nelle lunghe ore di solitudine e di incertezza, viene assalito dal dubbio. Chi è mai quest'uomo in cui aveva creduto di riconoscere il Messia? Ha udito parlare dei suoi miracoli: fa udire i sordi, ridona la vista ai ciechi, guarisce gli storpi, risuscita i morti, preferisce i poveri. Dove sono tutte quelle manifestazioni di potenza che ogni buon ebreo pensava di dover attribuire al Cristo?
Sconcertato, smarrito, Giovanni fa chiedere a Gesù: "Sei tu il Messia che attendevamo, sei tu il non violento, il paziente, il misericordioso?".
E' la domanda che attraversa i secoli e che spesso vorremmo fare anche noi, frastornati e disorientati dai fatti assurdi e violenti della cronaca quotidiana. Il Maestro ci ha fatto delle promesse attraverso il suo Vangelo: che sarebbe stato sempre con noi, che il male e la morte non avrebbero avuto l'ultima parola, che i poveri sarebbero stati felici e che i ricercatori della giustizia sarebbero stati pieni di gioia. Invece sembra che nulla di tutto questo sia avvenuto o possa accadere. La notte si fa più oscura ed è difficile sperare dietro le sbarre di una prigione dello spirito.
Eppure, nella liturgia di oggi, il profeta Isaia ci prospetta un quadro tutt'altro che fosco e sembra indovinare il nostro stato d'animo quando proclama: "Dite agli smarriti di cuore: Coraggio! Non temete; ecco il vostro Dio. Egli viene a salvarvi".
Ma per sperare in questa salvezza è necessario "entrare nell'avvento della nostra fede e riconoscere il volto che Dio ha scelto di assumere in Gesù Cristo, umile, misericordioso, liberatore".
Nella pausa di silenzio di questa domenica, giorno del Signore, pregherò così:
"Gesù, Salvatore, Dio con noi, aiutami a entrare nel tuo mistero e fa' che ti scorga anche attraverso la cronaca spesso violenta di questi tempi. Donami la speranza e la fiducia in te, che sei sempre imprevedibile e misericordioso".
Parole di un poeta
Signore, tu sei il Dio che spera./ Sei il mendicante sconosciuto,/ che attende la fiducia e l'amore./Poiché tutto hai donato./ Ci hai donato la voce del tuo Figlio,/ e i suoi occhi, e le sue mani,/ per risvegliare la terra, per riscaldare i cuori,/ per spezzare le catene del vecchio mondo./ E tu, Signore, sei entrato nel tempo dell'attesa./ Sei entrato, Signore, nel tempo dell'avvento.
J.Y. Quellec