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TESTO Ascolta il tuo angelo e rimanigli fedele: non ti tradirà!

Marco Pedron  

Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria (08/12/2007)

Vangelo: Lc 1,26-38 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 1,26-38

In quel tempo, 26l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, 27a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. 28Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».

29A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. 30L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. 31Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. 32Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre 33e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».

34Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». 35Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. 36Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: 37nulla è impossibile a Dio». 38Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

Se noi prendiamo questo brano senza tener conto del resto del vangelo, allora ci sembra che Maria sapesse già tutto. Ci sembra che ancor prima di viverlo avesse già visto il film della sua vita. Ma non è così.

Infatti se noi guardiamo i vangeli troviamo che Maria non capiva molto della sua vita e di quella di Gesù, così se ne stava spesso in silenzio. Come quella volta che lo persero a Gerusalemme e lo rimproverarono, ricevendo, però, da parte sua, una secca, dura e cruda risposta: "Cosa volete da me? Io ho la mia strada! Se siete angosciati è un problema vostro" (2,48-50). Risposta che Maria non comprese. (Se io avessi risposto così a mia madre avrei preso quattro sberle che le avrei ricordate!). Altre volte le toccava rimanere in silenzio, come durante la nascita, dove di fronte a tutto ciò che accadeva, Maria non sapeva né che spiegazione dare, né cosa pensare (2,19). Altre volte venne rifiutata da suo figlio; lei lo cercava per vederlo, per sapere come stava, perché una madre, se è madre, non può dimenticarsi di suo figlio. Così una volta andarono a dire a Gesù: "C'è qui tua madre e i tuoi fratelli che desiderano vederti. Sei sempre in giro, è tanto che non ti vedono. Vogliono salutarti". E lui: "Mia madre sono coloro che vivono come me, secondo Dio e la sua chiamata" (8,19-21).

Questo vangelo allora non è ciò che è successo all'inizio della vita di Maria; è come Maria (la prima comunità), al termine della sua vita, ha compreso il senso della sua esistenza.

Maria non sapeva in anteprima che quel figlio era il Figlio di Dio; non sapeva in anteprima che sarebbe diventato grande; non sapeva in anteprima cos'avrebbe passato. Tutto questo l'ha scoperto giorno dopo giorno, tra fatica, dubbio e meravigliosa sorpresa.

Maria non aveva un satellitare per cui sapeva già dove sarebbe andata e cosa sarebbe successo. Non a caso Lc 1 e 2 sono stati gli ultimi capitoli ad essere scritti del vangelo di Lc.

Dio le aveva detto: "Maria sei disponibile?". E lei aveva detto: "Qualunque cosa sia, sì". Tutto qui!

Dov'è la fiducia di Maria se sapeva tutto già prima? Quale atto di coraggio sarebbe stato il suo se aveva già davanti tutto ciò che le sarebbe successo? Quale disponibilità a Dio se avesse già visto tutto? Non è stata più fortunata di noi: ha avuto solo più fiducia di noi.

Tutti noi vorremmo sapere il nostro futuro. E' per questo che andiamo dai maghi e dalle cartomanti. E' per questo che leggiamo l'oroscopo e siamo attratti dagli incontri medianici. E' per questo che cerchiamo dei guru che ci dicano e prevedano cosa ci aspetta. Perché abbiamo paura e tentiamo di esorcizzarla, di toglierci la paura, credendo di poter sapere cosa il futuro ci riserverà. Ma il futuro sarà come noi lo vogliamo.

La vita è solo un grande atto di fiducia: qualunque cosa succeda, sì! Tutto qui. Non c'è altro da dire. Come Maria.

Dì di "sì" e stà in pace. Così qualunque cosa capiterà verrà da Lui. Altrimenti la vita diventa un inferno: "Ma perché mi è successa questa cosa? Ma perché proprio a me?". Inizi a farti un sacco di domande e vuoi delle spiegazioni, delle giustificazioni, come se la vita dovesse giustificarsi per quello che fa o dare a te delle ragioni plausibili.

E poi ti senti perseguitato e sfigato: ma perché proprio a me quest'incidente? Ma perché proprio a me questa malattia? Ma cosa ho fatto di male? Ma perché Lui ce l'ha con me? Ma sempre qui deve bussare?

Per finire poi col sentirti colpevole: ma che colpa devo pagare? Ma non basta tutta la sofferenza che ho avuto? Ma cosa t'ho fatto di male? Ma che colpa devo pagare? Ma ti diverti con me?

E ogni volta che succede qualcosa che non va ti chiederai: "Ma perché a me? Cos'ho fatto di male?". "Niente!". Quanta gente vuole combattere contro il destino e s'arrabbia perché a lei è capitato proprio questo. E' il rifiuto della vita. O tutto ha un senso o niente ha un senso.

Coppia felice: il marito ha fatto un incidente ed è rimasto paralizzato. "Ma proprio a noi? Ma proprio adesso, appena sposati, così felici, com'è possibile? Ma proprio a noi che ci fidiamo di Lui, che lo amiamo, che siamo a Messa tutte le domeniche?". Se non dici "sì", è la fine. Senti Dio un nemico e tu ti senti perseguitato. Dì "sì": non so perché è successo, ma è successo. Piangi, rattristati e disperati. Ma poi accettalo. Non te lo ha mandato Dio, né ti ha punito Lui: è successo, punto e basta. Noi vorremmo sempre trovare una motivazione, una giustificazione, ma non è così. Non sempre ci sarà.

Che ci resta da fare? Dì: "Sì"... e per quanto difficile sia accettalo e chiediti cosa devi imparare.

Una ragazza, sposata ma senza figli, ha avuto una forma tumorale all'utero. Poteva dire: "Ma no, questa non ci voleva! Proprio a me che desidero avere figli! A quelli che non li vogliono Dio li manda e a me che li desidero così tanto non li dà!? Ma che ingiustizia!". E, invece, lei ha detto: "Anche solo la possibilità, il pensiero, di non avere figli mi fa molto male. Ma, comunque, dico "sì". Non so dove andrò, non so che ne sarà, ma lo accetto". E infatti scoprì un mondo neppure immaginabile prima: era ancora interiormente legata e succube di sua madre, anche se viveva da anni fuori casa e si credeva autonoma. Ha scoperto che non stava facendo la sua vita ma che stava esaudendo ciò che sua madre voleva per lei. Non sappiamo se avrà figli ma quella malattia, ora risolta, aveva un senso profondo. E anche se non avrà figli non sarà più così decisivo per la sua vita (certo le dispiacerà, ma...!) perché, come scrive, "la mia vita è significativa anche se non sarò madre".

Un uomo al lavoro è stato accusato di aver rubato dei soldi. In realtà lui non ne sa nulla. Essere denigrati senza motivo è terribile, antipatico, ingiusto, perverso. Si può dire: "Ecco qua, tu lavori tanto e poi ti trattano così. Fai gli straordinari, vai incontro alle esigenze dell'azienda e poi quando è ora nessuno ti difende". Ma si può anche dire: "Sì, o.k, è andata così. Ci dev'essere un senso e, siccome c'è, io lo voglio vivere". Mi fido anche se sembra assurdo e vivendo lo scoprirò. Da quel giorno quell'uomo è diventato sindacalista, lottando per tutte le ingiustizie, da qualunque parte vengano.

Maria non comprese e non sapeva ciò che le stava capitando; Maria ha detto "sì". E quando si è detto "sì", poi si vive nella pace.

Quando noi pensiamo a Maria Immacolata diciamo: "Beata lei!".

Così crediamo che l'essere concepita senza peccato originale, significhi una vita paradisiaca, come quella di Adamo ed Eva prima del peccato. Ci fa pensare che Maria avesse dei privilegi particolari che le consentivano di superare senza sforzo le difficoltà della vita. Insomma, tutto fu semplice per lei.

Secondo una certa tradizione Maria sarebbe stata esente dalle passioni umane, preservata dalle tentazioni, specialmente da quelle di natura sessuale, immune dall'affrontare problemi, priva di ogni incertezza di fronte alle decisioni, sempre consapevole di ciò che si doveva fare perché lei conosceva chiaramente il piano di Dio. L'unica eccezione era il dolore che provò ai piedi della croce, ma che accettò ben volentieri per la redenzione del mondo. Ma è una donna o è un essere sovraumano?

Ma il vangelo non ci parla così di Maria. Da quel poco che sappiamo si sentì inseguita, fu ansiosa e angosciata, incapace di comprendere molte cose e dovette trovare la sua strada passo passo. Fu una vita comune e oscura come quella di tante altre donne del suo paese. La vita, poi, non l'ha trattata con particolare dolcezza: lacrime, agonia, morte, amarezza, dicerie, maldicenza, ma anche grandezza, gioia e felicità. Insomma una vita umana, semplicemente umana. Come diceva Teresa di Lisieux "né estasi, né miracoli, né rapimenti e cose simili, ma visse e soffrì semplicemente come noi nella notte oscura della fede".

Maria non è stata colei che non ha mai sbagliato o che non ha mai fatto dei peccati.

Maria è senza peccato (e non peccati!) perché ha lasciato completamente spazio a Dio (tanto da generarlo!).

Il peccato non è non fare errori o non sbagliare mai (impossibile in un mondo di limiti); il vero peccato è non permettere che Dio sia il sovrano, il re, della nostra vita. Il vero peccato è voler dirigere noi la nostra vita credendo che Lui sia un nemico. In Maria noi possiamo contemplare, vedere, colei che si è fatta guidare in tutto da Dio.

Nel corso dei secoli si è troppo insistito sulla verginità di Maria. Il termine che usa il vangelo (parthenos, vergine) indica la consuetudine di quel tempo: si era fidanzati, che aveva però già valore di matrimonio, un anno prima. La donna non era sposata perché non vi era la coabitazione e la consumazione del matrimonio anche se in realtà erano già promessi in maniera definitiva.

Tenendo presente della mentalità del tempo (d'altronde la donna veniva promessa sposa a dodici anni all'uomo anche per salvaguardare la verginità) è ovvio che Maria fosse vergine. Poi questa verginità fisica venne estesa per cui Maria non avrebbe neppure avuto i dolori del parto né tanto meno Maria e Giuseppe avrebbero avuto rapporti sessuali successivamente.

Nei primi secoli, soprattutto per la filosofia greca, si diceva: "Tutto ciò che è carne e piacevole è male". E si sviluppò una forte tendenza contro il matrimonio e il piacere sessuale. La donna e il suo corpo erano il male e l'astinenza dal sesso fu considerato una forma di martirio. Più avveniva questo fenomeno (disprezzo della donna e della sessualità) e più veniva esaltata la figura di Maria, come donna non reale e sessuata, ma sempre più staccata, perfetta e irraggiungibile.

Così Eva divenne la seduttrice, il demonio fatto carne, il male e Maria il bene assoluto. Proprio per questo la donna concreta divenne qualcosa di serie B perché Maria era una dea non una donna. Ci fu un tempo in cui dire "donna" era dire "peccato". Tutt'oggi qualche persona quando parla di Maria non parla di una donna ma di un mito, di una dea. Quando si ha difficoltà di rapporto con una donna allora si innalza Maria. Come a dire: "Quella sì che è una donna!". Ma quella donna, così sovra-umana non è mai esistita. Si proietta in Maria il proprio desiderio di una donna: chiaro che una donna così non è pericolosa perché è semplicemente irraggiungibile, perché semplicemente non esiste.

La verginità non è tanto un atto esteriore; è piuttosto una dimensione interiore, un modo di essere e di vivere.

Quando si compra un cd per registrarci sopra qualcosa si dice che "è vergine". Maria è così: nessuno ci ha registrato sopra, nessuno l'ha condizionata, nessuno ha sovrascritto una canzone alla sua.

Accettando il piano di Dio Maria impone al suo uomo e al suo mondo il proprio volere (di Dio). A quel tempo le donne erano arruolate per il matrimonio, la riproduzione, l'educazione dei figli e il mantenimento della casa, i doveri coniugali e i piaceri del marito. Diventavano proprietà del marito.

Per questo nei primi secoli la verginità divenne un atto sovversivo e così diffuso: così le donne si sottraevano al potere maschile. Era un modo con cui esercitavano il loro potere e potevano sviluppare la loro vita.

Maria è vergine perché non è legata alla mentalità del tempo. Non diventa la moglie e la madre secondo il modello classico. Maria non è soggetta di Giuseppe e non diventa sua proprietà, come era ovvio a quel tempo. Maria continua la sua esistenza rimanendo in contatto con il proprio centro interiore; non si lascia definire dall'uomo, né da ciò che la società vuole e si aspetta da lei.

Maria è vergine perché non è contaminata dai condizionamenti e dalle aspettative del suo tempo. E' solo per questa sua libertà e per questa sua autonomia che potrà dire un "sì" fedele a Dio.

Verginità è: rimani fedele al tuo profondo (alla chiamata di Dio) e non farti deviare o contaminare da niente. Verginità è: non venderti, rimani integro.

C'è un imprenditore che è sempre rimasto fedele ai suoi valori. I suoi amici imprenditori hanno trovato vari escamotage per evadere il fisco. Lui non sa cosa fare. Rimanere integri o lasciarsi corrompere?

C'è un uomo che, dopo una giornata di lavoro, spesso è fuori la sera. E' impegnato a livello direttivo nel volontariato. La moglie brontola spesso e la suocera dice: "Invece di pensare agli altri, se fosse un vero cristiano, penserebbe di più alla sua famiglia". Lui dice: "Sì è vero, ma io ho la mia strada e non posso tradirmi". Rimanere vergini o lasciarsi influenzare?

Ad una commessa il titolare ha detto: "Se tu parli ancora con i clienti io ti licenzio". La accusa di perdere tempo finché lavora perché parla con i clienti. Ma lei dice: "Forse lo farà, ma io non posso scendere a compromessi". Rimanere vergini o lasciarsi intimorire?

C'è un docente universitario che potrebbe prendere molti più soldi se solo rinunciasse ad insegnare ai suoi studenti. Ma lui dice: "E' la mia missione, la mia vita; voglio trasmettere loro la mia passione". Rimanere fedeli costa sempre un po' (sotto molti punti di vista), ma vuol dire amarsi e non tradirsi.

Maria è serva, ma nel senso di ubbidiente (ob-audire) al proprio profondo, a Dio. Ascolta non tanto quello che dicono gli altri, ma quello che lei sente dentro. Il suo essere serva è il rimanere fedele a quello che ha dentro e non barattarlo per niente e per nulla.

Puoi "essere fedele" a tua madre che ti voleva padre dei suoi nipotini; puoi "essere fedele" a tua moglie che ti vede come il bravo "maritino", tutto lavoro e famiglia; puoi "essere fedele" alla società visto che sei rispettato e hai un bel posto che tutti vorrebbero; puoi "essere fedele" alle forme visto che tu non fai mai male a nessuno; puoi "essere fedele" alla tua immagine di brava persona che non commette mai stupidaggini; ma se non sei fedele a Dio, alla tua chiamata, alla voce del tuo angelo, è tutto inutile.

Un uomo dopo la morte si presentò tutto felice alle porte del Paradiso. Era sicuro di entrarci: d'altronde aveva sempre ubbidito a tutti. Aveva ubbidito a sua madre e a suo padre e non aveva mai risposto indietro; aveva ubbidito al suo prete e a tutte le regole del catechismo rispettandole sempre tutte; era stato buono e rispettoso con sua moglie e generoso e disponibile con i suoi figli. Aveva sempre ascoltato tutti. S. Pietro gli disse: "Hai fatto la volontà di Dio?". "Ah, sì certo, non ho mai trasgredito". S. Pietro riprese: "Non ti ho chiesto se hai ubbidito agli altri o al catechismo; ti ho chiesto se hai ubbidito alla volontà di Dio che parlava al tuo cuore?". Ma quell'uomo neppure sapeva che un angelo di Dio ci parla ogni giorno al nostro cuore.

Quando Gesù fu ucciso tutti furono fedeli alle loro idee, ma non al proprio profondo. Caifa rimase fedele ai ricorsi storici: ogni tanto ne muore uno per salvare la patria; Pilato rimase fedele alle logiche del potere: meglio non crearsi troppi problemi con gli ebrei; Pietro rimase fedele alla paura: qui è meglio mentire che finire alla stessa maniera; i Sadducei rimasero fedeli alla Legge dell'A.t e i Farisei alla loro religione; la folla rimase fedele a quello che dicevano tutti e i soldati all'obbedienza.

Tutti rimasero fedeli a qualcosa, ma nessuno fu fedele a se stesso e così Gesù morì.

Allora io guardo a Maria questa donna fedele al proprio angelo interiore.

La gente corre sempre e chiede a destra e a sinistra cosa fare e come comportarsi. Bisognerebbe non rispondere a certi parassiti che non vogliono fare la fatica di cercare!

Il tuo angelo parla ogni giorno in te. Quando non sai cosa fare, fermati e ascoltati. Se non senti niente vuol dire che stai ancora correndo. Magari il corpo è fermo, ma la mente viaggia. Magari il tuo corpo è fermo, ma sei pieno zeppo di emozioni, di risentimenti, di silenziose urla che gridano. E con tutte queste urla non si può sentire la voce dell'Angelo. All'inizio, infatti, non si sente niente. Perché all'inizio l'unica cosa che si sente sono tutte queste voci, tutto quello che non si vorrebbe sentire. Allora emergono tutti i nostri mostri interiori: paure, dolori, angosce, sofferenze, drammi, rabbie, ferite, dubbi, urla. Allora si prende paura e si inizia a porre domande, a non accettare ciò che vediamo. Come Maria si rimane turbati, angosciati, si vuole scappare. Ma ad un certo punto, non subito, accade che l'Angelo fa sentire la sua voce: "Non temere, non aver paura. Ci sono io e io ti amo. Perché ti spaventi di fronte a ciò?". "Tranquillo ci sono io!". A noi sembra impossibile ciò che c'è da fare: "Ma è troppo! Non ce la farò mai! E' impossibile! Ho troppa paura! Chi sono io per fare questo (anche Mosé disse così)?".

Ma l'Angelo risponde: "Impossibile se tu guardi a te, ma non se ci sono io nella tua vita". Se non si scappa e si accoglie tutto ciò, lo si accetta, ce se ne prenda cura con amore e senza stabilire noi i tempi, allora dietro tutte queste voci si inizierà a scorgere una strada che si apre: è la mia strada.

Se ci si fida dell'Angelo e gli si rimane fedeli non si uscirà mai dalla propria strada. Se si rimane ancorati a questo livello e a questa voce si andrà dove si deve andare. Perché la voce dell'Angelo è forte e chiara in ogni momento. Da Lui possiamo sempre andare e gli possiamo sempre chiedere aiuto e sostegno. Noi gli chiederemo e Lui ci risponderà. Chi è fedele a sé non uscirà mai dalla propria strada.

Pensiero della settimana
Non è mai un uomo che può risolvere i problemi di una donna.
L'uomo le fa solo capire se lei ha risolto o meno i propri.
Non è mai una donna che può risolvere i problemi di un uomo.

La donna gli fa solo capire se lui ha risolto o meno i propri.

 

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