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TESTO Ritorno al futuro

don Giovanni Berti

I Domenica di Avvento (Anno A) (02/12/2007)

Vangelo: Mt 24,37-44 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 24,37-44

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 37Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. 38Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca, 39e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti: così sarà anche la venuta del Figlio dell’uomo. 40Allora due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l’altro lasciato. 41Due donne macineranno alla mola: una verrà portata via e l’altra lasciata.

42Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. 43Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. 44Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo.

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Nel film "Ritorno al futuro" di Robert Zemeckis, il protagonista Marty si trova a viaggiare nel passato e incontra e interagisce con i suoi genitori ancora adolescenti, che non sanno ovviamente che lui è il loro figlio venuto dal futuro. Tutta la vicenda del film gira attorno al tentativo di Marty di far incontrare tra loro i suoi genitori altrimenti il futuro suo e della sua famiglia è compromesso. In tasca Marty ha una foto della sua famiglia e a seconda delle vicende del film nel "passato" le figure nella foto del "futuro" appaiono o scompaiono.

Mi è venuto in mente questo film pensando alle tre letture che si leggono in Chiesa in questa domenica di Avvento, periodo che ci proietta verso il Natale, ma che anche ci proietta alla fine dei tempi, il futuro verso il quale tutti siamo incamminati.

Sarebbe interessante domandarci tra noi come lo vediamo il nostro futuro e soprattutto quale rapporto ha il nostro futuro con il momento presente che ognuno vive.

L'esperienza mi insegna che il futuro un po' è nelle mie mani e un po' no. So che le scelte che faccio adesso hanno una ripercussione sul mio domani e dopodomani, ma mi rendo anche conto che tanti fatti improvvisi e indipendenti da me modificano in bene o male quello che sarò domani e dopodomani. A volte si ha la sensazione di avere la vita in mano e a volte si cade in una sorta di fatalismo e si ha l'impressione che per quanto ci si sforzi il nostro futuro non dipende da noi.
Cosa mi dice il Vangelo di oggi a tal proposito?

Come sempre Gesù non mi vuole spaventare ma al contrario vuole spronare la mia vita. Il futuro di cui parla Gesù non è tanto quello temporale di un giorno o un anno in avanti, ma parla del senso ultimo della vita. E questo futuro è di Salvezza, è un futuro positivo. Forse mi può interessare poco il futuro ultimo, a me che sono preoccupato di come mi andrà domani o anche oggi pomeriggio nelle mie cose concrete, ma è proprio qua che scatta l'invito del Vangelo a vegliare. Gesù per spiegarsi usa la storia di Noè e del diluvio. La gente travolta dal diluvio viveva una vita normale e non si è accorta di quel che accadeva. Secondo l'interpretazione di Gesù, la gente era così sommersa dal quotidiano (e non dà un giudizio sulle cose che facevano "... mangiavano e bevevano, prendevano moglie e marito...") che non ha colto il senso della storia che stava cambiando, non si è accorta dell'intervento storico di Dio.
Erano disastrosamente distratti...

Gesù invita a stare pronti e non lasciarsi catturare e addormentare dalle preoccupazioni immediate come se la storia nostra personale e universale non fosse anche a nostra portata di mano. Siamo incamminati verso una salvezza, verso un futuro di pace, di armonia, di fratellanza e di tutto quello che di più bello umanamente vogliamo. Ma questo futuro lo possiamo anche "perdere" se non impostiamo già il nostro piccolo presente in sintonia con questo futuro che Dio vuole donare. Se la storia ci sembra a volte un diluvio universale di disgrazie e di male, la fede ci dice che è presente un arca di salvezza e che alla fine questo diluvio lascerà il posto a un arcobaleno e a una nuova terra.

Nelle parole di Gesù abbiamo il nostro futuro davanti, lui ce lo annuncia. Se siamo troppo distratti però questo futuro ci rimane sconosciuto e rischiamo per davvero di non raggiungerlo.

Come nel film citato sopra, dobbiamo lavorare nel nostro oggi affinché il futuro che abbiamo davanti si realizzi, e possiamo già vederne ora alcuni effetti. Non basta dunque che viviamo una vita normale che cerca di fare il mimino per l'oggi. Come cristiani dobbiamo invece avere un grande entusiasmo di fede che toglie un po' le nostre piccole ansie immediate e ci rende promotori di un futuro positivo che sembra lontano ma che noi vediamo già un po' oggi. Non c'è quindi spazio nella fede per il pessimismo e per il cinismo. Come credenti in Gesù e come suoi amici dobbiamo stare svegli e impegnati per il nostro "ritorno al futuro..."

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