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TESTO Commento su Luca 10,21-24

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Martedì della I settimana di Avvento (04/12/2007)

Vangelo: Lc 10,21-24 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno
Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete.

Come vivere questa Parola?

Proviamo a entrare in questa beatitudine, assumendola in proprio. Sì, a me, a te, a ogni uomo di buona volontà Gesù sta rivolgendo la sua parola che non è mai una semplice verbalizzazione di pensieri destinati spesso a rimanere tali. Quando Dio pronuncia una parola, fa esistere ciò che dice, crea.

Perché, allora, continuiamo a 'non vedere', nonostante che questa beatitudine torni, ogni anno, a risuonare alle nostre orecchie?

Probabilmente perché troppo frequentemente udiamo senza ascoltare, leggiamo o ascoltiamo la proclamazione della Parola con l'atteggiamento di chi dice: Ah, so già come va a finire! E il dono inedito di oggi scivola via senza fecondare il cuore.

All'inizio del vangelo odierno troviamo esposto l'antidoto a questo insidioso male: svestirci dell'uomo 'dotto e sapiente' e lasciar espandere in noi il 'piccolo' che la nostra superbia rischia di tacitare. E come 'piccoli' mettiamoci alla scuola dello Spirito Santo, ritroviamo lo stupore, non ingenuo, ma fresco di chi sa cogliere l'impronta di Dio nel suo vissuto e definirla tale, permettendo al suo cuore di "esultare nello Spirito" e di abbandonarsi alla lode.

Solo allora i nostri occhi si apriranno e scopriremo con stupore che il 'Bimbo' della mangiatoia, non è la patetica statuina di gesso, ma il piccolo trovato nei cassonetti, l'extracomunitaria costretta a prostituirsi, il barbone raggomitolato in un angolo della stazione... o, forse, mia moglie che attende che torni ad accorgermi di lei, mio figlio che cerca ascolto, la mia consorella che vive un momento di prova...

Beati quegli occhi che sapranno 'vederlo' nelle umili apparenze di chi ci passa accanto!

Oggi, nella mia pausa contemplativa, andrò in cerca del 'Bambino' da porre nel presepe che sto allestendo in questo avvento. Sarà forse un rapporto da ricostruire, una mano da tendere, un perdono da chiedere o da dare... Se avrò il coraggio di farlo, i miei occhi torneranno a vederlo proprio in colui/colei verso cui andrà il mio gesto.

Apri i miei occhi, Signore, perché possa vederti nelle persone con cui vivo lavoro o che incontro casualmente... Tocca il mio cuore perché sappia esultare del dono che esse, forse inconsapevolmente, mi veicolano.

La voce di un autore spirituale

L'altro è un fratello per mezzo del quale Dio ci parla, per mezzo del quale Dio ci aiuta e ci consola, Dio ci ama e ci salva. L'altro – ogni altro - è un fratello da amare. Egli è in cammino con noi verso la casa del Padre. L'altro è Gesù.
Michel Quoist

 

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