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TESTO Cristo, re dei cuori e del mondo

padre Antonio Rungi

XXXIV Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) - Cristo Re (25/11/2007)

Vangelo: Lc 23,35-43 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 23,35-43

In quel tempo, [dopo che ebbero crocifisso Gesù,] 35il popolo stava a vedere; i capi invece lo deridevano dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto». 36Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto 37e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». 38Sopra di lui c’era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei».

39Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». 40L’altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? 41Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male». 42E disse: «Gesù, ricòrdati di me quando entrerai nel tuo regno». 43Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».

La Parola di Dio di questa XXXIV Domenica del tempo ordinario dell'anno liturgico ci fa festeggiare Gesù Cristo, Re dell'universo. Una regalità vera quella di Gesù esercitata con amore e nell'amore fino al sacrificio totale della sua vita con il patibolo della Croce. E proprio al momento della morte in croce ci conduce il Vangelo di Luca che oggi leggiamo nella liturgia della parola.

Gli ultimi istanti della vita del Signore sono carichi di tanti significativi insegnamenti per la nostra vita: la scritta sul capo di Gesù appeso alla Croce, con le indicazioni precise circa il condannato ormai appeso al patibolo: Gesù Nazareno, Re dei Giudei. Così aveva deciso Pilato nel comminare la condanna a morte del Divino Maestro, indicando in quella espressione tutta la storia di un Dio fatto uomo, che chiude la sua vicenda umana e terrena appeso alla Croce. Ma ciò che capiterà di lì a poco, con la risurrezione dai morti, cambierà le sorti e la storia dell'umanità. Un primo cambiamento avviene in quel brigante crocifisso con lui sulla croce e che riconosce in Gesù una persona innocente e soprattutto il Figlio di Dio, tanto da chiedere il suo perdono e di essere accolto nella sua dimora eterna, nel Paradiso. Il pentimento del brigante buono è esempio per tutti di come rapportarsi a questo grande Re dei Re, che è il Salvatore dell'umanità.

Una buona sintesi della storia della redenzione dell'umanità, la troviamo fissata nel brano della seconda lettura della parola di Dio di questa solennità di Cristo Re, tratta dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossesi.

Gesù Cristo è al centro del mistero della creazione e della redenzione. In lui saranno sintetizzate e ricapitolate tutte le cose, ovunque si trovano o comunque si trovino, perché Gesù è l'alfa e l'omega, il punto di arrivo e di partenza di ogni realtà che è nei cieli o sulla terra. Sta qui la sovranità e la Signoria di Cristo, che è signoria di servizio e di donazione, di amore e compassione, di sacrificio e di piena condivisione con quanti tra gli uomini soffrono e sperano su questa terra. Non a caso questa sofferenza l'ha assunta sulla e nella sua persona, divenendo, di fatto, il Re ed il principe vero, perché è venuto a portare la pace e la salvezza a tutti gli uomini della terra. Comprendiamo il senso di questa regalità anche attraverso la proclamazione del salmo responsoriale di questa solennità.

La figura di questo Re Messia, principe della pace e fautore di ogni bene per l'intero popolo d'Israele, è evidenziata nel brano della prima lettura di oggi, tratto dal secondo libro di Samuele e riguardante la persona del Re Davide, dalla cui discendenza doveva nascere il Salvatore di Israele. Quell'unico Salvatore che noi riconosciamo in Gesù Cristo, che è della stirpe di Davide.

Nell'unzione di Davide quale Re d'Israele vogliamo cogliere un messaggio ed un invito esplicito a ciascuno di noi: fare di Cristo il nostro vero Re e il nostro capo, il nostro leader, senza il quale individualmente e come comunità di credenti o come comunità umana non progrediamo nella giustizia, pace e verità, ben sapendo che il Regno che Gesù è venuto ad instaurare sulla terra è "un regno di verità e di vita, un regno di santità e di grazia, un

regno di giustizia, di amore e di pace di amore, giustizia, pace e verità" (come ci ricorda il Prefazio di questa solennità).

Ed allora sgorga spontanea e sentita dal nostro cuore la preghiera che la chiesa rivolge al Signore nella solennità di Cristo, Re dell'Universo: "O Dio Padre, che ci hai chiamati a regnare con te nella giustizia e nell'amore, liberaci dal potere delle tenebre; fa' che camminiamo sulle orme del tuo Figlio, e come lui doniamo la nostra vita

per amore dei fratelli, certi di condividere la sua gloria in paradiso" Amen.

 

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