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TESTO Un re assai poco regale

don Giovanni Berti

XXXIV Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) - Cristo Re (25/11/2007)

Vangelo: Lc 23,35-43 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 23,35-43

In quel tempo, [dopo che ebbero crocifisso Gesù,] 35il popolo stava a vedere; i capi invece lo deridevano dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto». 36Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto 37e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». 38Sopra di lui c’era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei».

39Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». 40L’altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? 41Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male». 42E disse: «Gesù, ricòrdati di me quando entrerai nel tuo regno». 43Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».

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Cristo Re...

È con questo titolo che guardiamo a Gesù in questa domenica di fine novembre: Cristo è il Re dell'universo.

Sono stato a Versailles vicino a Parigi qualche anno fa. Una visita davvero emozionante nel palazzo che è ancora la massima espressione del potere assoluto di Luigi XIV, detto il Re Sole.

Ogni elemento architettonico e pittorico era stato pensato per esaltare il re che abitava la reggia e per far sentire tutti coloro che vi accedevano come infinitamente inferiori e a lui sottomessi. Tutto doveva esprimere la potenza e l'indiscutibile superiorità di questo re.

Ma potremmo andare alla memoria di tanti altri sovrani della storia sia passata che attuale.

Pensare a Cristo Re paragonandolo al Re Sole o ad altri sovrani della storia mi mette però a disagio.
Cristo è re in questo modo?

Per capire che tipo di Re è Gesù Cristo la Chiesa ci fa ascoltare questo brano di Luca. Molto strano! E' il momento davvero meno regale di Gesù.

Gesù è sulla croce e non su un trono alto e dorato, non è vestito di mantelli e strascichi ma è nudo. Non ha le folle attorno che lo osannano e acclamano, ma è lasciato solo in mezzo agli insulti e non sembra esserci nemmeno la voce di qualche vecchio amico. Più che un Re sole, Gesù sembra una desolante notte della potenza.
Dove sta allora la regalità di Gesù?

E' in quel dialogo privatissimo che l'evangelista Luca raccoglie e consegna a noi nel suo racconto, tra Gesù e il malfattore crocifisso vicino a lui: "oggi sarai con me nel paradiso".

La potenza di Gesù è nella sua capacità di salvare anche questo disperato, anche se lui stesso umanamente è impotente. Gesù in questo breve dialogo emana una luce di salvezza che nemmeno 10 Versailles possono eguagliare.

E il malfattore diventa un modello di fede. Il suo occhio riesce a vedere il Re anche in questo uomo condannato e morente vicino a lui: " ricordati di me quando entrerai nel tuo regno".

Chi oggi ha il potere e vuole regnare, si guarda bene dal far entrare altri al suo livello, sia che si tratti di potere politico che di quello economico. Penso a molti di coloro che governano i popoli e che troppo spesso si ricoprono di enormi privilegi e sembrano più preoccupati di perpetuare la loro posizione che di usarla per il bene di tutti. Penso anche a coloro che hanno poteri economici e che a volte sembrano detenere un potere sui popoli ben più superiore di quello che aveva il Re di Francia!

Gesù è davvero un Re diverso. Non usa il potere che ha per schiacciare gli altri e affermare solo se stesso.

Gesù usa il suo potere come dono di salvezza capace di rendere ogni istante della nostra vita come una vita a Corte. Ma non è la Corte di Versailles, ma la Corte di coloro che con l'impegno concreto dell'amore costruiscono il Regno di Dio sulla terra: un Regno fatto di condivisione e non di competizione.

E forse ci può dar un po' fastidio il fatto che il primo santo proclamato dallo stesso Cristo Re è proprio un malfattore. Non è ne un prete o suora o cardinale o papa. Ma un semplice malfattore (lui stesso ammette di non essere "un santo") che ha saputo riconoscere il Signore anche se nel momento più difficile della sua vita. L'altro malfattore infatti ha tutte le ragioni per gridare il suo dolore e la sua disperazione...

Invidio questo uomo, che la tradizione chiama "buon ladrone" perché ha mantenuto lucido lo spirito e ha riconosciuto la sua via di salvezza anche là dove occhi umani vedevano solo fallimento. Lui è riuscito a vedere realmente Cristo Re... anche se umanamente poco regale.

Chiedo al Signore lo stesso sguardo di fede del buon ladrone.

Chiedo al Cristo Re sul trono della Croce di farmi riconoscere la sua presenza non solo quando entro in una bella Chiesa e sento un bel canto liturgico e non solo quando mi sento a posto, ma anche quando sono per la solita strada della mia vita e incontro situazioni che sembrano lontane dalla logica religiosa e da quello che io considero "di Dio". Il Vangelo mi promette che se ho il cuore aperto come quello del buon ladrone, anche io potrò udire quella parola di salvezza "oggi sarai con me nel paradiso" che aumenta la mia forza spirituale e il desiderio per costruire il Regno di Dio qui sulla terra ovunque mi trovo.

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