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TESTO L'amore ti cambia la vita

Marco Pedron  

XXXI Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (04/11/2007)

Vangelo: Lc 19,1-10 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, Gesù 1entrò nella città di Gerico e la stava attraversando, 2quand’ecco un uomo, di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, 3cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. 4Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là. 5Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». 6Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. 7Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!». 8Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto». 9Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. 10Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».

Il vangelo di oggi mostra e rende visibile come l'amore, l'accettazione e la fiducia ti cambino la vita.

Gesù nel suo viaggio verso Gerusalemme passa per Gerico, dove incontra un uomo il cui nome Zaccheo significa "giusto, puro". E anche se nessuno lo vede nel profondo, Zaccheo è il suo nome: puro. Come a dire che c'è una parte pura, non contaminata dal male, dalla sete di denaro e di apparenza in lui, ma lo stesso vale per te. Per quanto un uomo si sia contaminato c'è sempre da qualche parte una zona pura.

Zaccheo era il capo dei pubblicani e i pubblicani erano il modello dell'immoralità. Dire ad uno "pubblicano" era come dirgli "ladro, falso, traditore". Erano un po' per gli ebrei quello che gli ebrei erano per i nazisti: gente da sterminare. E poiché i pubblicani erano gli esattori delle tasse per i Romani, e Zaccheo era il capo dei pubblicani, non poteva che essere ricchissimo.

Zaccheo allora è un infedele, un peccatore, un poco di buono, e a ragione la gente dice di Gesù: "E' andato a mangiare con un peccatore". E' la realtà, non dice bugie.

Di Zaccheo si dicono tre cose. La prima, che era piccolo di statura, cioè piccolo non tanto nel corpo (fuori), ma piccolo dentro, nell'anima.

La seconda, che Zaccheo voleva vedere Gesù, cioè che aveva un desiderio profondo. Noi siamo i nostri desideri. Chi ha desideri piccoli è un uomo piccolo, che si accontenta, e un uomo che desidera poco troverà poco. Alcune persone si accontentano di una bella auto, di una bella casa, d'immagine: ognuno avrà ciò che cerca. Invece, chi ha desideri grandi è un uomo grande. Se tu vuoi conoscere Gesù lo cerchi, ti sposti, fai un sacco di cose, non ti basta la prima cosa che trovi. Ci sono delle cose che ci accontentano (non fartele bastare!) e ci sono delle cose che ci "prendono l'anima".

E, infine, la terza cosa: la folla impediva a Zaccheo di vedere Gesù. La folla è la gente che dice: "Ma no, fa' come tutti. Ma chi ti credi di essere? Sei diverso da tutti! Ma dove vuoi andare? E se ti sbagli? Non ci piaci se percorri strade tue. Punta in alto e vedrai che tonfo!". Quando qualcuno, magari per le sue paure, mi frena e mi impedisce di cercare il massimo per me, e mi tenta nell'accontentarmi di quello che ho e non mi aiuta a vivere più in profondità e tutto ciò che posso vivere, allora sotto false spoglie il maligno si nasconde e agisce in quella persona. Le navi al porto sono al sicuro ma non per questo sono state create. Provaci, Lambaréné.

E Zaccheo, infatti, non si da per vinto e sale su un sicomoro. Il sicomoro per i Giudei era un albero senza importanza, tanto che era disonorevole venire a contatto con lui. Zaccheo non solo sale su di un albero, ma su di un albero disprezzato e privo di valore, e questo per dire che Zaccheo si disinteressa di cosa si possa pensare di lui.

Ma, ve lo vedete!? Uno degli uomini più conosciuti della città, da tutti temuto, ricco, famoso, odiato, il sindaco, il prete, l'assistente sociale che sale su un albero? Ci vuole coraggio, eh! Se Zaccheo avesse detto: "Ma cosa diranno? Io sono una persona in vista, non posso fare certe cose! Mi vergogno. Meglio non fare brutte figure!", forse noi non saremo qui a raccontare questo brano.

Per seguire il Signore bisogna vincere la paura degli altri: o segui il Signore o segui gli altri. Scegli! Cosa non si fa', a volte, quando si desidera fortemente una cosa!

E Gesù? Gesù si auto invita in casa sua. Un gesto dirompente: "Va' da quell'uomo? Si, va' da quell'uomo". Entrare in casa è un gesto di grande comunione, di accettazione senza riserve. Infatti quando non vogliamo avere niente a che fare con qualcuno lo lasciamo sulla porta.

E' importante osservare come Gesù non lo vuole convertire, non lo vuole cambiare, non lo vuole fare diverso: Gesù non gli fa nessun rimprovero, nessuna predica, nessuna tirata d'orecchie. Osservo, invece, cosa dico io di certe persone e mi vergogno. Come possiamo permetterci di giudicare, di dire: "Quello è così; quell'altro è così; quello dovrebbe fare questo...". Ma che ne sai tu di cosa c'è dietro ad una persona? Che ne sai tu di cosa vive nel cuore di un uomo? Non ti permettere mai di sentenziare nulla. Gesù non lo faceva mai, non farlo neppure tu.

Cosa avrà visto Gesù in quell'uomo da tutti odiato? Tutti vedevano l'uomo ricco, lo strozzino senza scrupoli, il furbo e il potente. Essere ricchi, dicono alcuni, è una grande fortuna. Ma essere ricchi, dicono altri, è una grande sfortuna. Perché quando sei ricco non sai mai se quello che gli altri fanno lo fanno per te o perché sei ricco. Quando sei qualcuno, hai una posizione o un ruolo, non sai mai se gli altri amino la tua "famosità", notorietà, il tuo ruolo o se amino te. Amano me o quello che rappresento?

Tutti qui vedevano in Zaccheo l'uomo "poco di buono", tutti lo vedevano all'esterno. Gesù vede la parte buona, il seme buono di Zaccheo, vede la sua bontà nascosta. Gesù sa che in te c'è una parte pura (Zaccheo), una parte non contaminata dal male, una parte sana. Dio crede in te perché Lui ti conosce, e Lui sa che in ogni uomo c'è una piccola luce. Se tu credi a Dio, impara a credere in te, e conoscendoti vedrai che Lui ha ragione: tu possiedi qualcosa di grande, di prezioso, di unico. Chi crede in Dio crede anche in sé.

Qualche giorno fa una persona mi ha detto: "Non c'è niente di buono in me. Sono da buttare. Non si può costruire nulla con me. Sono un caso disperato". No, nessun caso è disperato. Forse la parrocchia, la pastorale non dovrebbe credere nella bontà dell'uomo (che non è ingenuità)?

Questo vangelo è meraviglioso. Zaccheo si sente piccolo rispetto agli altri ed è per questo che ha bisogno di accumulare per sentirsi grande, forte, rispettabile e amabile. Zaccheo era un es-altato, uno che si era messo in alto proprio per nascondere la sua piccolezza. Si credeva chissà chi, potente perché poteva permettersi di tutto, ma Gesù lo riporta a terra, alla realtà.

E la gente non può che guardarlo dal basso verso l'alto, lo invidia: "Zaccheo, fortunato lui, con tutti quei soldi; con tutto quello che ha; si può permettere di tutto; se avessi anch'io quello che ha lui".

Per questo Gesù deve dirgli: "Zaccheo, scendi". Ed è per questo che Lc sottolinea (ma cosa ci interessa sapere di uno che sale e che scende per un albero? ci interessa eccome!) che deve scendere. Per farsi incontrare non deve essere sopra gli altri, perché se ci incontriamo dobbiamo farlo sullo stesso piano, alla pari. Non uno più su e uno più giù: alla pari. L'unico livello uguale per tutti gli uomini è appunto l'umanità.

A quante persone bisogna dire: "Scendi!". "Ma non vedi che ti atteggi come fossi Dio? Ma non vedi che sei sempre superiore a tutti? Non vedi che non ti apri mai? Non vedi che non ti mostri mai veramente per ciò che sei?". Con molte persone a volte si parla a livelli diversi. Non c'è verso di parlare da uomo a uomo, si mettono su un altro piano rispetto a te: ti devono sempre insegnare; ti devono sempre dire cosa fare; ti fanno sempre pesare il ruolo; ti devono mostrare la loro saggezza; ti fanno capire che sanno più di te e che li devi ascoltare; non scendono mai al tuo livello; sono superiori a certe cose e a certi discorsi.

Alcune persone non si scoprono mai, sembrano (fanno vedere!) di essere superiori ai sentimenti, alle difficoltà della vita, a ciò che tutti vivono. Loro (dicono!) certe cose proprio non le provano, non le vivono. Ma allora non c'è incontro. "E stattene lassù!" verrebbe voglia di dirgli.

Gesù va da Zaccheo non come Messia, non come predicatore dei costumi morali: ci va da uomo. E Zaccheo per incontrarlo deve scendere a terra: "Se lui che viene definito il figlio di Dio viene a me come uomo, senza vestiti e paramenti, lo posso fare anch'io di spogliarmi e d'incontrarlo da uomo a uomo".

Pensate a tutti i personaggi grandi da un punto di vista dello Spirito: S. Francesco, Madre Teresa, Gandhi o quelli che conoscete, cos'avevano di grande? Erano umani. La grande verità è che siamo tutti umani: solo in questo nessuno è più degli altri e nessuno è meno. E l'accoglienza può verificarsi solo se ci incontriamo e ci apriamo nelle nostre umanità, non nei nostri ruoli.

Orwell diceva ironicamente: "Tutti gli uomini sono uguali. Ma alcuni sono più uguali degli altri". Quando la regina Vittoria d'Inghilterra e il marito Alberto di Coburgo litigavano la regina spesso gli diceva: "Ricordati che io sono la regina d'Inghilterra". "No, cara – diceva lui – tu per me sei solo mia moglie".

L'incontro tra Zaccheo e Gesù è la storia di due ricerche: Gesù guarda la gente e cerca un uomo disponibile, un uomo affamato di verità, di condivisione e lo trova solo sopra l'albero. E Zaccheo cerca di vedere Gesù, e quando due ricerche si incrociano avviene l'incontro. Quando io cercavo te e tu cercavi me allora ci siamo incontrati: una vocazione è quest'incontro di ricerche.

Zaccheo cerca Gesù e sale su di un sicomoro, cosa alquanto sconveniente a quel tempo perché era un albero impuro. Quello che Zaccheo fa è contro gli schemi comuni, contro il buon senso, contro le strade solite. Questo significa che la ricerca di Dio ignora i cerimoniali classici, la folla e l'opinione pubblica, sfida i mormoratori e prova tutte le strade per trovare ciò di cui ha bisogno.

Se non posso deludere le persone e sostenere il loro giudizio non posso trovare Dio perché sono troppo flebile, troppo debole interiormente. Se Zaccheo si fosse fatto prendere dalle voci: "Ma come, salire su di un albero? Cosa dirà la gente? Non si può (ma chi l'ha detto!?)!", non ci sarebbe stato nessun incontro.

Se dubito che le cose possano accadere proprio a me, se ci credo poco al cambiamento, a qualcosa di nuovo, allora non mi procuro incontri forti, veri, nutrienti. Se Zaccheo avesse detto: "Ma dai, vuoi proprio che guardi me? Con tutti quelli che siamo qui? Magari sa anche chi sono! E poi Dio si incontra nel tempio di sabato!" non avremmo mai letto questo vangelo.

Se temo cosa l'incontro con Dio può provocare nella mia vita, come mi possa cambiare o cosa mi possa chiedere, allora il mio desiderio d'incontro è vinto dalla paura dell'incontro. Se Zaccheo avesse detto: "Ma cosa mi chiederà poi (niente!)? E se la prenderà con me? Mi giudicherà? Mi biasimerà? Non credo che la passerò liscia! E se mi chiede di cambiare, di essere un altro?", allora i dubbi e la paura del futuro, delle conseguenze, avrebbero impedito l'incontro.

Se guardo a ciò che sono (non ho titoli, non ho mai fatto niente d'importante, non ho doti particolari, non eccello) e non al mio desiderio, al fuoco che ho dentro allora la spinta verso Dio viene spenta dallo sguardo su di me. Se Zaccheo avesse detto: "Io sono un ladro: ma chi vuoi che mi voglia incontrare? Io sono piccolo: non mi vedrà mai! Con tutta questa gente, come vuoi che faccia io a vederlo?", se avesse guardato a sé e non si fosse fidato del desiderio che aveva dentro, non avrebbe mai conosciuto il Dio della Vita.

Tutto questo per dire che cercare è sfidare e vincere ciò che il mondo può dire di te e superare la paura del giudizio; è non farsi paralizzare da ciò che potrebbe dire incontrare il Signore; è dar credito al desiderio e al fuoco che si sente dentro e non a tutti i "se" e i "ma"; è, insomma, voler con tutte le forze e con tutto noi stessi vederlo.

Il discepolo chiese al maestro: "Maestro quando troverò Dio?". Il maestro gli disse. "Vieni domani al fiume". Il giorno seguente il discepolo andò al fiume. Il maestro lo portò dove l'acqua arriva alle spalle e con un gesto improvviso gli mise la testa sott'acqua e tenne per un bel po' sott'acqua. Gliela tirò su, il tempo per respirare e di nuovo sotto più volte. Il discepolo stava letteralmente per morire. "Ma sei pazzo!". Gli chiese il maestro: "Cosa cercavi lì sotto così ardentemente?". "E cosa vuoi che cercassi? Cercavo con tutto me stesso di uscire dall'acqua, di respirare, di avere aria". "Bene – disse il maestro – quando cercherai Dio così lo troverai".

Ma anche Gesù cerca Zaccheo. Quand'eravamo piccoli giocavamo a nascondino. Una sera un amico si nascose bene bene. Nessuno lo trovò. Ma non solo nessuno lo trovò, nessuno pure lo cercò. E quando lui dopo un'ora uscì dal suo nascondiglio, si accorse che tutti noi ce ne eravamo andati e che c'eravamo proprio dimenticati di lui: era come se non ci fosse.

Non essere cercati è terribile. Vuol dire essere invisibili, vuol dire che esserci o non esserci è la stessa cosa, vuol dire che la nostra vita non serve a nessuno, non ha importanza per nessuno, non dà gioia a nessuno. E, invece, essere cercati, aspettati è la nostra salvezza, perché se qualcuno mi aspetta, mi desidera, allora vuol dire che valgo per qualcuno, allora la mia vita ha senso d'esserci, allora vuol dire che possiedo qualcosa di prezioso.

La grande verità è che noi siamo cercati. Da sempre. Non siamo noi che cerchiamo e Lui che fugge, ma Lui che ci cerca e noi che fuggiamo. Perché sappiamo che dopo l'incontro non potremmo mai più essere gli stessi e mai più tornare a casa come prima, perché sappiamo che Dio ci cambia la vita. Zaccheo, infatti, non poté più essere come prima.

Perché sappiamo che l'incontro ti svela, ti spoglia e ti fa vedere nella tua verità e questo potrebbe non piacerci. Perché l'incontro è definitivo, per sempre, come la nascita di un figlio. Ci sarà per sempre.

Chi incontra per davvero Dio non sarà mai più lo stesso, Dio ti cambia la vita. Anche il resto della gente quel giorno aveva "incontrato" Gesù, o meglio l'aveva visto, non l'aveva incontrato nel senso di averlo fatto entrare dentro di sé, nella casa della propria esistenza. L'aveva lasciato fuori, non l'aveva incontrato!

Una donna rifletteva sul fatto che dopo essere rimasta incinta il suo fidanzato se ne era andato. Scriveva con un po' di risentimento: "Già per voi maschi è facile. Prendete e ve ne andate. Ma dopo l'amore, dopo la gravidanza, quel che nasce da te, ti apparterà per sempre. Dopo l'amore non si è mai più gli stessi perché si è creato, nasce qualcosa che rimarrà per sempre nella tua vita. L'amore a noi donne cambia la vita. L'amore crea a noi donne qualcosa che sarà per sempre con noi".

Dopo l'amore, dopo l'incontro con Dio non si è mai più gli stessi! Quando Dio ti incontra, quando gli permetti di entrare, ti cambia la vita. E' come avere un figlio: non puoi più vivere facendo finta di non averlo, non può più essere come prima, non sarai mai più lo stesso.

Fede è arrendersi a Lui e farsi prendere: "E va bene, prendimi. Entra. Sia così. Mi arrendo: eccomi qui" sapendo che quest'incontro cambierà per sempre la tua vita.

So che Dio mi cerca, ma so anche che è esigente, so cosa vuol dire farlo entrare e per questo preferisco sfuggirgli. Diciamo che spesso mi fido più di me che di Lui. Guardate a Zaccheo: gli ha aperto la porta e avete visto cos'è successo? E' bene saperlo.

Perché l'amore ti cambia la vita?

Vi immaginate la scena? Zaccheo pensava che Gesù non sarebbe mai andato da lui. Neppure forse si poneva la questione. Era lontana mille miglia dal suo pensiero. Poi c'è Gesù che gli dice: "Zaccheo vengo da te!". "Da me? Incredibile!". Si sarà guardato attorno un paio di volte a vedere se parlava proprio con lui. L'amore ti cambia la vita perché la sua voce dice: "Amico, va bene così!, aa bene così!!, va bene così!!! Qui sei a casa!, a casa!!, a casa!!!, qui si può sempre ritornare. Qui ci sono io, qui ti proteggo io. Non importa ciò che hai fatto, io rimango al tuo fianco. Non importa se hai sbagliato: io rimango con te!, io rimango con te!!, io rimango con te!!! Qualunque cosa ci sia, tu non aver paura!, non aver paura!!, non aver paura!!! Qualunque cosa tu nasconda, io amo tutto di te!, tutto di te!!, tutto di te!!! Ti ho creato io: ho fiducia in te. Tu provaci ad essere libero; provaci a rompere le catene. E se succede qualcosa vieni da me, qui sei il benvenuto!, il benvenuto!!, sempre il benvenuto da me!!!".

Quando tu hai lasciato entrare in te quest'amore sei fregato (benedetta fregatura!). Chi può vivere senza questo? Tutto il resto è non-vita rispetto a questo vivere libero, vero, pieno d'amore.

Una donna da una vita "eccessiva" un giorno incontrò una suora. Dopo l'incontro scrisse: "Lei mi ha guardata come nessun altro. Lei mi ha visto dietro a tutti i detriti della mia vita. Lei mi ha visto". L'amore ti cambia la vita.

Hai quarant'anni e una mattina ti accorgi della verità: hai sbagliato, hai fallito la tua vita, ti sei sposata, hai sempre vegetato nel tuo matrimonio, non ti sei resa conto che ogni giorno diventavate sempre più estranei, che lui era sempre più preso dal suo lavoro e dalle sue cose, e tu dalla casa e dai figli. Poi una mattina fai la scoperta: lui ha un'altra. Ma la scoperta più amara è che tu hai vissuto con la benda negli occhi e adesso è troppo tardi. Allora senti un macigno enorme dentro di te: come te lo puoi perdonare? Tutto sembra crollare, finire. Ma la Sua voce ti entra dentro: "Sì, è vero, è andata proprio così. Ma adesso basta. Se hai sbagliato finora vuoi sbagliare ancora? Non aver paura, per me non sei sbagliata; puoi ri-iniziare; io ti starò vicino; guardami negli occhi: Tu sei importante per me; adesso va', io sarò con te; non ti buttare via. Adesso io ti do la mano e tu ti rialzi perché io ho bisogno di te, perché io ti amo". Allora ti sovvengono tutti i sensi di colpa: "Sì, ma ho sbagliato; sì ma ho fallito; si ma guarda cos'ho combinato". Ma se lo ascolti, la Sua voce è più forte di tutte le voci. L'amore ti cambia la vita.

Hai sempre dovuto essere diverso da quello che realmente eri perché nessuno ti accettava, nessuno aveva occhi per te. Ti sei costruito una maschera, uno schermo, una corazza e hai cercato che nessuno vedesse oltre. Ma Lui ti dice: "Ma pensi che io non sappia cosa c'è dietro? Lasciami entrare, lasciami amare ciò che sei, lasciami amare non solo la tua forza ma anche la tua debolezza. Io voglio te e non la maschera che ti sei costruito". L'amore ti cambia la vita.

Se aprirete quella porta non sarete mai più gli stessi. L'amore vi cambierà la vita. Ma ne vale la pena, ne vale infinitamente la pena; ne vale proprio la pena!

Non sappiamo precisamente cosa Gesù disse a Zaccheo, magari niente. Ma sappiamo come gliel'ha detto: Zaccheo (Elena, Anna, Laura, Nicola, Matteo, e ognuno ci metta il proprio nome) va bene così...! Zaccheo va bene così...!! Zaccheo va bene così!!!".

Pensiero della settimana
La paura bussò alla mia porta.

Ero terrorizzato. Con tutte le mie forze cercai di non aprirgli.
Passarono anni... e lei sempre lì fuori.
Poi un giorno mi feci coraggio e aprii quella porta.

Li fuori, non c'era nessuno.

La paura della madre, del padre, del capo, degli amici...

La paura di rimanere da soli... la paura che nessuno ti sposi...

la paura di non aver figli... la paura di non essere amati...

la paura di non essere degni d'amore.... la paura di non meritarselo l'amore...

la paura di essere abbandonati... la paura di essere derisi...
la paura di essere umiliati... la paura di non riuscire...
la paura di non realizzarsi... la paura di fallire...
la paura di non valere... di non aver niente di buono...

la paura di non farcela... la paura di non riuscire a dire di no...
la paura di non essere una buona donna o madre...

la paura di essere un padre assente... la paura di ciò che un giorno i figli diranno di noi e della nostra educazione su di loro...

la paura di Dio... la paura dell'inferno... la paura del suo giudizio...
la paura della sua punizione... la paura della condanna...

la paura di non essere ascoltati... la paura che non ci sia niente...

la paura che gli altri ci vedano dentro... la paura di essere scoperti...

la paura di fare brutta figura... la paura di essere svergognati...
la paura dei nostri sentimenti e dei nostri pensieri...
la paura di essere da soli, impopolari...
la paura del nostro fisico... la paura dell'amore...
la paura dell'angoscia... la paura della depressione...

la paura del futuro... la paura di una crisi internazionale...
la paura della guerra... la paura della fine del mondo...

la paura del terrorismo... la paura di rimanere senza lavoro...

la paura di morire... la paura che muoiano le persone care...
la paura di soffrire... la paura dello sconosciuto...

la paura di vivere... la paura di tutto... la paura di aver paura.

Esiste solo la vita. Esiste solo la realtà.
Esisti solo tu. Esiste solo Dio.
La paura esiste solo se ci credi.

 

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