PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO Di fronte all’angoscia: luce, presente e tanta fiducia

Marco Pedron  

XXXIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (18/11/2007)

Vangelo: Lc 21,5-19 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 21,5-19

In quel tempo, 5mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: 6«Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».

7Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». 8Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! 9Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».

10Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, 11e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.

12Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. 13Avrete allora occasione di dare testimonianza. 14Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; 15io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere. 16Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; 17sarete odiati da tutti a causa del mio nome. 18Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. 19Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita.

Siamo alla fine dell'anno liturgico: domenica prossima lo concluderemo con la festa di Cristo Re per poi iniziarne un altro con la prima domenica d'Avvento; da Lc passeremo al vangelo di Mt.

Quando Lc scrive il tempio è già stato distrutto (70 d.C). Il tempio era per gli ebrei quello che il Papa e il Vaticano è per noi: il centro della fede. Distrutto il tempio dicevano: "E' finito tutto".

Giuseppe Flavio, dice che l'oro e il marmo facevano sfavillare il tempio visibile anche a diversi chilometri di distanza. Il vederlo lasciava a bocca aperta, senza fiato, tanto era lo splendore e lo sfarzo. Era il simbolo e l'orgoglio degli ebrei.

Gesù dice: "Vedete, di tutto che ammirate a bocca aperta, meravigliati ed estasiati, non rimarrà neanche una pietra. E quando tutto sarà distrutto vi sembrerà la fine del mondo, ma non è la fine del mondo!". Gesù predice (Lc che scrive lo aveva già visto!) cosa accadrà: "Andrà tutto in rovina, ma va bene così!".

Quando il tempio fu distrutto, gli ebrei delusi, se ne andarono in diaspora per il mondo. Dicevano: "E' finito tutto! Dio ci ha abbandonato". In realtà la distruzione del tempio era "segno di Dio".

E' caduto il Tempio di Gerusalemme e non fu la fine! Cadono tanti pilastri religiosi e non sarà la fine. Gesù aggiunge: "State attenti e non fatevi terrorizzare". Cambieranno molte cose, molti riferimenti e quello che prima chiamavate fede adesso vi sembra superstizione. Alcuni diranno: "Oddio sta per finire tutto. Ma voi state tranquilli perché Dio non passa, anzi nel tempo si rivela sempre di più". Lo dicevano anche duemila anni fa, anche mille anni fa: "Sta finendo tutto", ma siamo ancora qui.

Alcune persone dicono: "La fede sta scomparendo. Le chiese sono vuote; nessuno viene più in chiesa; i giovani non partecipano più alla messa, alle processioni e alle preghiere; non ci sono più preti: la fede sta morendo". Lo dicevano anche duemila anni fa; cose vere, ma non è la fine.

Anche se crollano molti riferimenti religiosi non vuol dire che Dio stia scomparendo. Anzi alcune delle fini "religiose" forse sono proprio l'inizio della religione. E' stato così anche al tempo di Gesù.

Poi Gesù continua: quello che racconta è ciò che i primi cristiani vivevano.

Da una parte ogni "grande evento" viene letto come segno della fine. Quando accade un terremoto, una carestia, una rivoluzione, una guerra, una pestilenza, alcuni gruppi dicono: "Questo è il segno della fine!". "Non credete a questo", dice il Signore. Non fatevi impressionare o terrorizzare.

D'altra parte davvero i primi cristiani venivano presi e incarcerati, perseguitati, accusati, torturati, mandati in pasto alle bestie nei circhi; veramente erano odiati e traditi dai fratelli, dagli amici, dai parenti e messi a morte. Tacito scrive che i cristiani erano odiati dall'intero genere umano. Attorno a sé l'odio verso di loro si moltiplicava senza motivo e in maniera ingiustificata.

Ciò che vivevano era davvero angosciante. Allora iniziavano a fare pensieri persecutori e di rassegnazione: "Ma Dio dov'è? Si è dimenticato di noi? Che facciamo di male? Ma siamo così odiosi? Ma Dio ci vuole punire? Meritiamo tutto questo?".

Dobbiamo capire: i primi cristiani provavano l'angoscia di essere riconosciuti nella loro fede e di essere catturati. Molte voci si rincorrevano dentro i loro cuori: "Se ci prendono cosa ci accadrà? Quanto dovremo soffrire? E se prederanno i nostri figli? E cosa ci faranno? E ce la faremo a sopportare tutto?".

L'angoscia è quella sensazione di cadere nel baratro e di non aver appigli. E' la paura senza motivo: non sai perché hai una paura folle, ma ce l'hai, anche se non c'è motivo apparente. Cioè: c'è un motivo solo che è una possibilità che non si è ancora verificata.

Sempre quando si è sotto pressione si prova una grande angoscia. Dopo un atto terroristico, dopo una serie di bombe sulla metropolitana o in una stazione ferroviaria, non ci si sente più al sicuro. Si prova angoscia.

Un abitante del Friuli, dopo ogni attentato di Unabomber, dice: "Ho un'angoscia terribile. Mi immagino che il prossimo potrei essere io o mio figlio. Mi vien voglia di rinchiudermi, di non uscire più, di controllare tutto: ma a che serve?".

Un magistrato "avvertito" dalla mafia ha detto: "Quando si vive nell'angoscia, tutti sono possibili nemici e ci si deve difendere da tutti. Anche i più vicini possono essere dei traditori e si vedono spie ad ogni angolo".

L'angoscia è quel sentimento che ti dice: "Il prossimo potresti essere tu!". Allora ti accorgi che non c'è più nulla che ti sostiene, che non c'è nulla a cui puoi aggrapparti e che le tue certezze si sgretolano come neve al sole. E la verità è che è proprio così: potresti proprio essere tu il prossimo. Allora scopri di essere impotente e di non poter controllare tutto.

Ad una donna, trentaquattro anni, è stato scoperto un nodulo al seno: angoscia terribile! Te lo tolgono... e poi aspetti. Venti giorni di angoscia terribile. Il marito che non comprende e banalizza: "Ma sì, dai, che non è niente!". Lui ha più paura di lei, ma certo che facendo così non la aiuta; la lascia sola con il suo dramma. Referto dell'esame: positivo. Altro shock e dramma su dramma: bisogna fare la chemioterapia! Il panico è tremendo: "Oddio ma sto per morire? E i miei figli (di tre e cinque anni)? Che mi dicano tutta la verità?".

Un uomo ha scoperto che la sua ex compagna ha l'a.i.d.s.: angoscia terribile. Ce l'avrò anch'io?

Padre e madre devono sottoporre il figlio di dodici anni ad un intervento al cuore. I medici dicono: "E' un intervento delicato"; ma dicono pure: "Tutto andrà bene, signora, stia tranquilla": non sai mai se sia vero o se lo dicano solo per nasconderti una verità.

Sei al lavoro, è una bella giornata di sole, sei contento perché stasera hai una cena con degli amici che ami tanto, hai già pensato a cosa preparare da mangiare e a come organizzarti. Ti chiamano dall'ospedale: "Suo figlio, signora, ha avuto un incidente in motorino, è bene che venga al pronto soccorso". "E' grave?". "No, no, signora, ma è bene che venga subito". E' angosciante; ti passano davanti mille pensieri e tutti i mostri si materializzano e prendono forma. Allora si cade dentro l'abisso e il baratro più profondo.

Hai divorziato da tua moglie e ti sei trovato una nuova compagna. E' tre anni che ci stai insieme e che convivete; all'inizio tutto sembrava andare bene ma adesso sembra ripetersi quanto succedeva con la prima. Allora senti tutta la paura e l'angoscia di ripetere l'errore, di dover riaffrontare una ferita del genere, di soffrire e di fallire.

Qualche versetto successivo il vangelo dice (Lc 21,26): "Gli uomini morivano per la paura (angoscia)", e si usa il verbo "apo-psichein" che vuol dire "cessare il respiro". L'angoscia è quando hai il nodo alla gola, il sasso nel cuore, il mattone nella pancia, le gambe che tremano e che non ti sorreggono, e ti sembra di morire o di non poter più andare avanti paralizzato dalla paura.

L'angoscia per ciò che ci potrebbe accadere è molto diffusa oggi.

C'è l'uomo che è angosciato di non poter più guadagnare; quello che teme di perdere il lavoro; quello che teme che il futuro porti malattie o tribolazioni; c'è chi è ossessionato dalla paura delle malattie; c'è chi teme di rimanere paralizzato in una carrozzina o su di un letto. C'è la donna che è angosciata che possa capitare qualcosa a suo marito (e hanno cinque figli!); c'è chi è terrorizzato dalla possibilità di perdere il partner.

C'è il timore di una guerra mondiale o di esplosioni atomiche; c'è il mostro del terrorismo islamico; c'è la paura di inondazioni o calamità naturali.

Quando si ascoltano i discorsi della gente si percepisce l'angoscia in frasi del tipo: "Il mondo va sempre peggio; la gente è sempre più cattiva; non ci sono più valori; dove andremo a finire?; la criminalità organizzata è sempre più potente; la globalizzazione ci distruggerà; una volta non era così, ecc".

L'angoscia paralizza, toglie il fiato, non ti permette di procedere.

Chi ha vissuto o vive gli attacchi di panico conosce bene questa sensazione: ad un certo punto, un po' all'improvviso, inizi a sudare, le gambe vacillano e hai la sensazione di morire. E' terribile!

Un anno con il gruppo scout (i ragazzi avevano diciotto anni) facemmo una route in Corsica. Erano cinque giorni che camminavamo dispersi per i monti e lontani da tutti. A quel tempo poi non c'erano ancora i cellulari. Ad un certo punto il sentiero finiva e si apriva davanti a noi una piccola parete verticale di roccia (venti metri). Che si fa? O la si affronta o non si può più procedere. Per alcuni minuti (non avevamo cordino, la parete non era attrezzata e dovevamo portare su anche gli zaini) rimanemmo come paralizzati.

L'angoscia è così: ti paralizza, ti toglie il fiato, ti ferma le gambe, ti sembra di morire.

Essere angosciati fa parte della vita. Non ci si può sottrarre a quest'esperienza. Questo vuol dire che in certi giorni della vita tutti noi ci sentiremo un po' angosciati. In fin dei conti il solo fatto di vivere comporta un'angoscia, visto che si muore! Solo lo stolto o il superficiale non sente la bellezza e la meraviglia, ma anche la drammaticità e la tragicità della vita: si muore e si perde tutto. Ma tutto di tutto!

Alcune persone però sono angosciate da tutto, da cose per cui non vale proprio la pena.

Un uomo è caduto in depressione perché il nuovo arrivato lo ha spodestato dal suo banco di lavoro, così lui ha adesso deve passare su di un'altra scrivania e la deve pure condividere con un altro.

Un padre continua a rinfacciare alla figlia: "Mi aspettavo di più da te" (all'esame di maturità la figlia ha preso 84/100!). Non dorme neppure di notte e le dice: "Da quel giorno non dormo più!"; così la figlia si sente anche in colpa. Ma è un problema tutto suo se non riesce ad accettare quel voto.

Un uomo dopo l'incontro mensile sul vangelo mi ha mandato un sms: "Lei è un venditore di Dio! Al suo incontro si è fatto di tutto ma non si è pregato!". Io ho risposto: "Non condivido ma rispetto la sua idea. Salve". Dopo quindi giorni mi riscrive: "Sa cos'ho capito? Io ho il terrore di guardarmi dentro, per questo me la sono presa con lei!".

Molte persone sono prese da un autentico panico quando si tratta di entrare dentro di sé. Finché c'è da fare, organizzare, fare per gli altri, tutto va bene; ma quando c'è da guardarsi dentro, da mettersi davanti lo specchio, allora sono presi da una paura folle. Sono terrorizzati da sé; hanno la paura di scoprire chissà cosa; hanno il terrore di essere rifiutati se poi emerge qualcosa; hanno la paura di perdere la "bella facciata" che si sono costruiti.

Cosa fare, allora, di fronte all'angoscia? Cosa fare per ridurre questa sensazione paralizzante, invalidante?

1. Per prima cosa: non ti vergognare e porta luce nel buio.

Più hai cose da nascondere, da tenere segrete, più ti senti in colpa per cose che avresti dovuto fare e che non hai fatto o per cose che hai fatto e che non avresti dovuto fare e più l'angoscia bussa alla tua porta.

Gesù nel vangelo dice: "Non v'è nulla di nascosto che non debba essere svelato e di segreto che non debba essere manifestato. Quello che vi dico nelle tenebre ditelo nella luce e quello che ascoltate all'orecchio predicatelo nei tetti" (Mt 10,26ss).

Molte persone sono angosciate dal guardarsi dentro, dallo scoprire di avere certe emozioni di odio, rabbia, dolore, vergogna; di avere sensi di inferiorità, umiliazione e ferite. Temono che saranno distrutti se si confronteranno con tutto questo. Ma non è così.

Una donna ha provato un'angoscia profonda nel ricordare quando da bambina suo padre la spogliava nuda e la picchiava regolarmente con la cintura; e sua madre, lì presente, non diceva una parola. Ogni volta che lo sentiva rientrare in casa ne era terrorizzata. E' chiaro che l'angoscia che si porta dentro le ha impedito di avere relazioni con gli uomini e con le persone in genere. Per non sentire e tenere a bada tutto questo dolore si è costruita muri su muri, maschere e facciate. Erano solo il frutto del dolore e dell'angoscia.

Un altro uomo ha provato un'angoscia terribile nel ricordare che da bambino era sempre solo. I suoi genitori non avevano tempo per lui perché c'era da lavorare; e quando erano in casa lui non poteva fare nulla perché loro erano stanchi e lui, quindi, disturbava. Aveva un cagnolino che gli faceva compagnia ma siccome, dicevano loro, perdeva tempo con il cane, ed era un impiccio per loro, gli presero il cane e lo uccisero!

Più hai zone buie dentro di te, ombre che vivono libere o mostri che si nascondono e più vivrai nell'angoscia. Molte persone hanno le notti colme di sogni di oceani, di tempeste e di burrasche, di terremoti, di sparatorie, di carneficine, di campi di concentramento: è tutta l'angoscia che vivono dentro.

Più c'è luce nella tua vita e meno c'è buio. Più fai verità dentro di te e meno vivrai angosciato.

2. Di fronte all'angoscia: vivi nel presente.

Se inizi a pensare a quello che potrebbe succedere, a come potrebbero andare le cose, al fatto che c'è sempre il peggio, al disastro che ti potrebbe succedere, allora è davvero la fine. La maggior parte delle persone non è angosciata da ciò che accade ma da ciò che potrebbe accadere. Ma ciò che potrebbe accadere non è ancora accaduto, quindi non esiste. Piedi per terra e contatto con la realtà. E' accaduto? No. E allora, non angosciarti per ciò che ancora non c'è.

Un guerriero giapponese fu catturato dai suoi nemici e gettato in prigione. La notte non riusciva a dormire perché era convinto che il giorno dopo sarebbe stato crudelmente torturato. Poi gli vennero in mente le parole del suo maestro zen: "Il domani non è reale. L'unica cosa reale è il presente". Così si fermò nel presente e ben presto si addormentò.

Tanto, ciò che deve accadere, accadrà. Forse accadrà come tu te lo aspetti o forse no. Quindi non vale la pena di angosciarsi e di rovinarsi anche il presente pensando, ipotizzando, prevedendo, facendo congetture su tutto ciò che potrebbe accadere.

Anni fa ad una donna fu detto che il marito era tragicamente morto in un incidente stradale. La donna iniziò a fare pensieri sul futuro: "Oddio, e adesso? Non ce la farò? Chi mi aiuterà (avevano un figlio disabile)?". L'angoscia fu così grande che si suicidò. Due ore dopo ritelefonarono per dirle che, caso di omonimia, si erano sbagliati, e che suo marito stava benissimo. Nessuno purtroppo, rispose!

Il Sal 55,23 dice: "Getta sul Signore il tuo affanno ed egli ti manterrà in piedi". Lascia andare tutte le ansie sul futuro perché con tutta la tua ansia non cambi, sposti, la situazione nemmeno di un millimetro.

3. Il più forte antidoto all'angoscia è la fiducia.

Hanno fatto degli sperimenti con le capre. Alcune capre con la madre, sottoposte a scariche elettriche, hanno sopportato più facilmente di un gruppo di capre senza madre. Cosa vuol dire? Che se c'è qualcuno che ci accompagna nei momenti difficili possiamo sopportare le tensioni, le angosce e le difficoltà più facilmente.

La fiducia è il percepire, il sentire che Lui è con me, che mi accompagna, che non mi abbandonerà mai. La fede, infatti, è proprio il contrario dell'angoscia. Lui c'è, Lui ti accompagna, Lui vuole il tuo bene, Lui ti sostiene, Lui ti darà forza.

Quando voi prendete il vangelo e osservate i miracoli che Gesù faceva noterete una costante: la fede.

Gli uomini avevano la lebbra e per il mondo erano destinati a morire. Ma Gesù diceva: "No, voi potete guarire. No, io vi tocco, io non ho paura di voi". Questi sentivano la sua fiducia, ci credevano e guarivano (Lc 17,11-19).

Un uomo aveva la mano inaridita: era cioè rattrappito nel suo fare, agire. Gesù lo fa mettere al centro; Gesù gli dà fiducia: "Io credo in te e nelle tue forze. Per questo ti dico: «Mettiti al centro e smettila di nasconderti»" (Mc 3, 1-6).

Una bambina temeva di diventare grande e sentiva di non avere le forze per essere adulta. Gesù le prende la mano e le dice: "Io ho fiducia in te e nel fatto che tu sei in grado di essere donna e adulta" (Mc 5,21-24. 35-43).

Date fiducia alle persone, credete in loro, in ciò che sono e in ciò che possono essere, spingetele ad osare e a diventare ciò che è nelle loro possibilità; sarete circondati di bellezza e di vita.

Una donna è rimasta incinta e il suo fidanzato l'ha abbandonata (proprio non si è più fatto sentire!). Cosa le puoi dire? L'unica cosa è: "Abbi fede!". Se lei si fida, tutto si farà, e non sarà così tragico. Anzi! Ma se lei non si fida, se lei non si sente protetta, se lei non sente che Dio la accompagna e la custodisce, vivrà nella rabbia e nel risentimento; questo figlio lo vedrà come un essere stata incastrata e proverà amore e odio anche per lui; lei stessa si accuserà per tutta la vita per ciò che ha fatto. Fidati e abbi fede.

Durante uno dei loro gruppi un alcolista anonimo, uscito dal terribile tunnel dell'alcool, alla domanda di un altro alcolista: "Che cosa ti ha permesso di uscirne?", ha risposto: "La fede, amico, solo la fede. Nel momento in cui ho colto che Dio mi amava anche se ero una merda, ho sentito per la prima volta nella mia vita che per qualcuno valevo e che, anche se non avessi combinato niente di buono, c'era qualcuno che mi amava lo stesso".

"Se Dio non esistesse, lo creerei" ha detto uno psichiatra. Dio è la forza più grande, Colui che ti tiene la mano, che ti accompagna, che c'è, che ti sostiene: "Ma fidati!!!".

Il vangelo si conclude proprio con una frase di grande fiducia. "Ma nemmeno un capello del vostro capo perirà". Cioè: Dio è più forte di tutto. "Stai tranquillo!: Lui è affezionato perfino ad ogni singolo capello del tuo capo. Ogni capello che tu hai gli è caro. Come puoi pensare che ti abbandoni? Come puoi credere che non ti starà vicino?".

Quando senti l'angoscia che sale, tu ritirati in camera tua o in un posto solitario. Chiudi la porta, apri il cuore e invoca, chiama tuo Padre. Lascialo entrare, lasciati consolare da Lui che tutto vede, che tutto sa, che tutto conosce.

Cos'ha fatto Gesù nella sua angoscia? Era nel Getsemani e la prospettiva che aveva davanti era terribile. Allora ha pregato con tutto se stesso, ha liberato ed espresso a suo Padre tutta la sua angoscia e la sua paura; ha avuto bisogno di sentirlo vicino, che Lui c'era anche in quel momento terribile. Quando l'ha sentito vicino ha trovato la forza per andare. Fai anche tu così.

Quando senti l'angoscia che ti sale dentro liberala e prega. Verrà un momento in cui Lui verrà e ti incontrerà. Allora sentirai tutta la forza per andare. E non sarà più importante cosa dovrai affrontare perché Lui sarà al tuo fianco.

Pensiero della settimana

Non permettere a ciò che non esiste di farti paura.

 

Ricerca avanzata  (54158 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: