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TESTO Commento su Giovanni 2,13-25

don Daniele Muraro  

III Domenica di Quaresima (Anno B) (19/03/2006)

Vangelo: Gv 2,13-25 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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13Si avvicinava intanto la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. 14Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. 15Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori dal tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, 16e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». 17I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: Lo zelo per la tua casa mi divorerà.

18Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». 19Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». 20Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». 21Ma egli parlava del tempio del suo corpo. 22Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.

23Mentre era a Gerusalemme per la Pasqua, durante la festa, molti, vedendo i segni che egli compiva, credettero nel suo nome. 24Ma lui, Gesù, non si fidava di loro, perché conosceva tutti 25e non aveva bisogno che alcuno desse testimonianza sull’uomo. Egli infatti conosceva quello che c’è nell’uomo.

Il commento segue lo schema predisposto dall'autore per ogni anno liturgico, che potete trovare cliccando qui.

Mi soffermerò sul tempio e sul sacrificio.

Sono andato a informarmi e mi soffermo sul primo argomento, perché è difficile per noi immaginare che cosa fosse all'epoca di Gesù il tempio di Gerusalemme. Il funzionamento del tempio di Gerusalemme era garantito da un'organizzazione impressionante. Su una popolazione di meno di un milione di abitanti in tutto Israele si contavano circa 20.000 sacerdoti divisi in 24 turni bisettimanali, a cui si devono aggiungere gli aiutanti (i leviti) con funzione di musici, guardiani, etc, per un totale di 50.000 o 60.000 persone. Quindi ogni giorno prestavano servizio al tempio non meno di 1.500/2.000 persone.

Le loro funzioni cominciavano prima dell'alba. Prima di tutto si doveva ripulire l'altare dalle ceneri del giorno precedente, che, calcolate in litri, arrivavano talvolta a 360 litri. Trasportate le ceneri dall'altare sul pavimento, gli altri sacerdoti si affrettavano a purificarsi mani e piedi e salivano all'altare, portando pale e rastrelli; raccoglievano ai lati di esso i resti delle vittime del giorno precedente non ancora consumate; preparavano la legna per l'altare.

A questo punto, se il giorno era spuntato, si portava l'agnello e gli utensili necessari, che erano in numero di 93, d'oro e d'argento. Si dava da bere all'agnello da una coppa d'oro, ci si assicurava ancora una volta che non avesse difetti e si portava al luogo della mattazione.

Un sacerdote, passando dall'interno, apriva intanto la grande porta del santuario. Era un momento solenne; servivano decine di persone e il rumore della porta che si apriva si sentiva fino a Gerico (distante 25 Km).

Il tempio di Gerusalemme era il luogo dei sacrifici. Naturalmente si trattava di sacrifici animali. Solo animali domestici allevati per il consumo umano erano accettati per i sacrifici, purché privi di qualsiasi difetto.

Ogni giorno mattina e sera si offriva il "sacrificio perpetuo", l'olocausto di un agnello. La vittima veniva sgozzata, ed il suo sangue sparso sull'altare; il resto era macellato, e poi consumato completamente col fuoco, sempre sull'altare.

Innumerevoli altre vittime erano presentate nei giorni feriali da privati: "Nessuno venga davanti a me a mani vuote" dice il libro dell'Esodo.

Queste vittime servivano a vari scopi: "Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore, come è scritto nella Legge del Signore: ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore; e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o di giovani colombi, come prescrive la Legge del Signore." Era l'offerta dei poveri, mentre chi poteva permetterselo offriva un quadrupede. Serviva a riscattare il primogenito = dare a Dio qualcosa in cambio di avere ricevuto il primo figlio.

Altri sacrifici erano intesi a chiedere la guarigione da una malattia o per ringraziamento (il sacrificio di lode). I salmi ci presentano vari esempi di questo culto legato ai sacrifici.

Il sacerdote così rispondeva a chi presentava un sacrificio di invocazione:
Ti ascolti il Signore nel giorno della prova,
ti protegga il nome del Dio di Giacobbe.
Ti mandi l'aiuto dal suo santuario
e dall'alto di Sion ti sostenga.
Ricordi tutti i tuoi sacrifici
e gradisca i tuoi olocausti.

Oppure il fedele pregava così prima di un sacrificio di ringraziamento:
Hai spezzato le mie catene.
A te offrirò sacrifici di lode
e invocherò il nome del Signore.

Oggi i sacrifici animali non esistono più, ma continua a permanere l'esigenza del sacrificio, cioè della comunione con Dio. In Quaresima si fanno i sacrifici, ossia le rinunce, ma che senso ha questo?

Una distruzione non onora Dio. "Se avessi fame, a te non lo direi, mio è il mondo e quanto contiene. Mangerò forse la carne dei tori, berrò forse il sangue dei capri? Offri a Dio un sacrificio di lode e sciogli nell'Altissimo i tuoi voti" - dice Dio a Israele nel salmo 50.

In che cosa consiste allora il sacrificio? Non nella distruzione, ma nella trasformazione dell'uomo, nel fatto che diventa lui stesso conforme a Dio, e diventa conforme a Dio quando diventa amore. (Ratzinger luglio 2001) Gesù ci ha dato la maniera di diventare simili a Dio, perché ci ha dimostato in che cosa consiste il vero amore. Il vero amore per Dio e quindi anche per il prossimo non è mai staccato dal sacrificio. E qui facciamo una distinzione fra sacrificio e investimento. La differenza fra sacrificio e investimento sta nella gratuità dell'amore.

Anche l'investimento è una rinuncia a qualcosa di proprio, ma a motivo di un calcolo, che può essere più o meno fondato. Il sacrificio invece è rinuncia a qualcosa di proprio a motivo di un rapporto che si vuole stabilire con un'altra persona.

"Il vero sacrificio è qualsiasi opera che ci permette di unirci a Dio in una santa comunità". (Sant'Agostino)

Questo è il sacrificio realizzato da Gesù. Ai tempi di Gesù il culto del Tempio era stato inquinato dall'interesse. Della casa di Dio era stato fatto un luogo di mercato, per vendere gli animali da macellare. Gesù purifica il tempio, ma coinvolgendo se stesso, in prima persona.

Gesù nel Vangelo ci insegna che la prima persona da tenere in considerazione è quella di Dio. Dopo avere rovesciato i banchi dei cambiavalute e avere scacciato tutti fuori con le pecore e i buoi Gesù però si ferma. Non è con il sacrificio degli altri che si cambiano le cose.

Per quello che non andava, Gesù era disposto a pagare di persona. "Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere". Le parole che egli pronuncia in questa circostanza saranno quelle che gli verranno rinfacciate nel momento del processo e che serviranno da pretesto per la sua condanna: "Noi lo abbiamo udito mentre diceva: Io distruggerò questo tempio fatto da mani d'uomo e in tre giorni ne edificherò un altro non fatto da mani d'uomo". Nota l'evangelista che "Egli parlava del tempio del suo corpo".

Per questo il sacrificio della Messa è un sacrificio diverso da tutti gli altri.

Ecatombi di animali o di qualsiasi cosa non possono onorare Dio. Il sacrificio che Dio gradisce è l'offerta di amore di Gesù e la nostra offerta di amore a Lui attraverso Gesù, con Gesù: "Per Cristo con Cristo e in Cristo a Te Dio Padre onnipotente ogni onore e gloria per i secoli dei secoli. Amen!"

Il pane e il vino vengono trasformati in Gesù, ma questo sacrificio ha lo scopo che anche noi veniamo trasformati in Gesù, cioè possiamo assumere i suoi sentimenti, il suo modo di intendere la vita, allora il nostro sacrificio della Messa sarà autentico e sarà fruttuoso.

 

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