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TESTO L'attesa, tempo della perseveranza

don Bruno Maggioni

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XXXIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (18/11/2007)

Vangelo: Lc 21,5-19 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 21,5-19

In quel tempo, 5mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: 6«Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».

7Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». 8Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! 9Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».

10Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, 11e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.

12Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. 13Avrete allora occasione di dare testimonianza. 14Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; 15io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere. 16Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; 17sarete odiati da tutti a causa del mio nome. 18Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. 19Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita.

Leggendo questo brano del Vangelo di Luca (21,5-19) è facile pensare esclusivamente, o quasi, agli avvenimento della fine del mondo che chiuderanno la storia umana: la fine del mondo, la vittoria del Signore, il giudizio ultimo. E invece non si tratta soltanto di questo. Anzi, la prospettiva di questo discorso di Gesù è in un certo senso capovolto: a partire dalla certezza del suo ritorno glorioso e del giudizio finale, Gesù concentra l'attenzione dei discepoli sul presente nel quale vivono. Sugli avvenimenti finali ai quali pure si allude, c'è poco da dire. Molto invece c'è da dire sugli avvenimenti che accadono prima, avvenimenti di sempre, già accaduti, che continuano ad accadere e che accadranno ancora: come affrontarli? È questo è il punto di vista centrale del nostro discorso. Si tratta di notizie e di avvertimenti. Le notizie: i falsi profeti pretenderanno parlare in nome del Signore e assicurare che la fine è vicina; ci saranno guerre e rivoluzioni; popolo contro popolo e regno contro regno; terremoti e carestie; ci saranno persecuzioni. Dunque tre tipi di avvenimenti: eresie, persecuzioni (quest'ultima è la situazione sulla quale si insiste maggiormente), che certo non esauriscono il panorama della storia e delle sue contraddizioni, ma che Gesù considera come situazioni tipiche ricorrenti, situazioni che il discepolo deve essere pronto ad affrontare. Ed ecco in proposito gli avvertimenti: non lasciatevi ingannare, non seguiteli, non vi terrorizzate, mettetevi bene in mente di non preparare prima la vostra difesa. Tutto qui. Ma non è poco. Questi avvertimenti invitano il vero discepolo a rimanere ancorato alla parole del suo Maestro. Le novità non lo attirano, né cede alle previsioni di chi pretende conoscere il futuro. Per orientarsi al vero discepolo bastano le parole di Gesù. In quanto alle guerre e alle paure che spesso angosciano gli uomini, il vero discepolo non fa illusioni e non cade in facili ottimismi, tuttavia è fondamentalmente sereno e fiducioso. In quanto alle persecuzioni non si preoccupa della propria difesa, perché sa che a difenderlo sarà lo Spirito di Dio. E così trasforma la persecuzione in una occasione di testimonianza, in un luogo cioè dove può manifestarsi la forza di Gesù. La persecuzione, le divisioni, l'odio del mondo non sono i segnali di una immediata fine del mondo (21,9), bensì occasioni di testimonianza e di perseveranza (21,13.19). Si attende il Signore perseverando e testimoniando, non fantasticando sulla vicinanza della fine del mondo.

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