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TESTO Commento su Rm 11,33

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Lunedì della XXXI settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (05/11/2007)

Brano biblico: Rm 11,33 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno

O profondità della ricchezza, della sapienza e della scienza di Dio! Quanto sono imperscrutabili i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie!

Come vivere questa Parola?

Il passo della lettera ai Romani, che ci viene proposto dalla liturgia odierna, ci lascia perplessi. Non vuole Dio la nostra santità? Non si attende la nostra pronta sottomissione al suo volere, il nostro impegno? Come può dire Paolo che Dio ha rinchiuso tutti nella disobbedienza, anzi ad indicare nella disobbedienza del popolo eletto il canale che ci ha veicolato la misericordia di Dio?

Siamo molto lontani dalle nostre categorie valutative! Ammettiamo, certo, la misericordia di Dio, ma quasi si trattasse di un 'rimedio occasionale', a cui ricorrere quando capita qualche 'incidente di percorso'. La via ordinaria è quella che ci vede impegnati nelle 'scalate al monte della santità'. È questione di volere e di valere. Se poi ci capita di mettere male un piede o di sentirci franare l'appoggio, allora abbiamo con noi la provvidenziale 'valigetta del pronto soccorso divino'.

È il vecchio Adamo che fa capolino con le sue pretese di signoria indiscussa su se stesso.

Senza rendercene conto, finiamo col considerare la misericordia più come un umiliante rimedio, che ci spinge a batterci il petto per lo sbaglio commesso, che non il tenero abbraccio di un Padre da cui non staccare più lo sguardo e il cuore.

Sperimentare la misericordia di Dio è toccare con mano quanto siamo infinitamente amati. E un conto è 'sapere' che Dio ci ama, un conto è sentire il calore del suo abbraccio. Allora la stessa nostra piccolezza non ci fa più paura, finiamo anzi con l'amarla, perché è il grido che fa' chinare Dio su di noi. E tutto, proprio tutto si colora di gioioso stupore.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, proverò a spostare lo sguardo dalla mia miseria alla sua misericordia. E lascerò libero corso alla gioia di scoprirmi amato, infinitamente amato, nella mia piccolezza e povertà.

Ti rendo lode, o Padre, con Gesù e in Gesù, per la piccolezza che mi segna nel mio essere profondo e attira su di me la tua misericordia. Sì, Padre, perché è grazie ad essa che mi è dato di sperimentare la tua paternità.

La voce di un santo Fondatore
Il Signore vince sempre nella misericordia!
S. Luigi Orione

 

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