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TESTO Commento su Luca 19,1-10

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XXXI Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (04/11/2007)

Vangelo: Lc 19,1-10 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 19,1-10

In quel tempo, Gesù 1entrò nella città di Gerico e la stava attraversando, 2quand’ecco un uomo, di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, 3cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. 4Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là. 5Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». 6Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. 7Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!». 8Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto». 9Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. 10Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».

L'evangelista Luca, anche in questa domenica, continua a raccontarci il viaggio che Gesù sta facendo verso Gerusalemme.

Vi ricordate? Tre domeniche fa era in Samaria, quando ha guarito i dieci lebbrosi. Adesso, continuando il suo cammino, è arrivato a Gerico, una grande città, una città importante.

Tra la folla che cerca di vedere Gesù c'è anche Zaccheo, il capo dei pubblicani.

Ci ricordiamo chi erano i pubblicani? Erano gli esattori delle tasse per conto dei Romani. Siccome i pubblicani maneggiavano tanti soldi, a volte ne approfittavano per rubarne un po', tenerli per sé e così diventare ricchi. Per questo la gente non sopportava i pubblicani: li chiamava traditori perché collaboravano con gli invasori Romani, e li considerava degli imbroglioni, che rubavano i soldi delle tasse per arricchirsi.

Questo Zaccheo è il capo dei pubblicani di Gerico, quindi un uomo importante. L'evangelista Luca ci dice anche che era ricco.

Proprio Zaccheo desidera vedere Gesù. Ma ha un problema: è basso e con tutta la gente che si è radunata non riesce a vedere nulla! Si mette sulla punta dei piedi, ma vede solo teste. Prova a infilarsi tra le persone per andare un po' più avanti... nulla da fare! Non lo lasciano certo passare!

Allora ha un'idea: siccome sa che Gesù sta attraversando la città, Zaccheo sa anche quale strada percorrerà il Maestro di Nazareth! Così corre avanti e si arrampica su di un albero.

Avete capito bene: si arrampica su un albero, un sicomoro, dice il Vangelo, perché così, dall'alto potrà veder bene!

Provate a immaginare la scena: un uomo importante, addirittura il capo dei pubblicani!, che si arrampica su un albero come un ragazzino, per aspettare Gesù che passa!

Può sembrare un po' ridicolo e gli altri che lo vedono potrebbero prenderlo in giro... ma a Zaccheo, in questo momento, non importa nulla: vuole solo vedere Gesù.

E ancora non sa che cosa sta per succedere!!!... ma non anticipiamo le cose, seguiamo il racconto dell'evangelista Luca.

Dunque, quando Gesù arriva sotto il sicomoro, alza gli occhi, lo guarda e gli dice: "Zaccheo, scendi subito, perché oggi debbo fermarmi a casa tua".

Oh, che cosa meravigliosa! Pensiamo alla gioia di Zaccheo! Chissà con che batticuore scende emozionatissimo dall'albero per fare strada al Maestro che gli fa l'onore immenso di entrare nella sua casa!

Zaccheo si sente ubriaco di felicità e si precipita giù dall'albero, in fretta in fretta, dice Luca, perché quasi ancora non ci crede che una cosa tanto bella stia capitando proprio a lui!

Non riesce a dire neppure una parola, solo si incammina per far strada a Gesù, verso la sua casa e intanto pensa: "Il Maestro di Nazareth mi ha chiamato per nome, ha chiamato proprio me, come fossimo amici da tanto tempo! E ho sentito bene: vuole proprio fermarsi a casa mia!"

Quando la gente si accorge che davvero Gesù sta andando a casa di Zaccheo, quando lo vedono entrare e sedersi alla tavola apparecchiata per il pranzo, cominciano i mormorii scandalizzati. Ma come? Con tutte le persone oneste, per bene, con tutte le persone importanti e rispettabili che ci sono a Gerico, questo Rabbi va a mangiare dal capo dei pubblicani? Da un traditore? Da un imbroglione? Ma è una vergogna! Una cosa simile non si può accettare!

Zaccheo si rende conto dello scandalo dei suoi concittadini ed è proprio lui a far tacere tutti i commenti, perché si alza in piedi e dice ad alta voce: "Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; e se ho frodato qualcuno, restituisco quattro volte tanto."

Zaccheo riconosce di non aver agito sempre onestamente, per cui è pronto a restituire quattro volte tanto quello che ha rubato con l'inganno.

Non solo: di tutto quello che possiede, darà la metà ai poveri. La sua ricchezza non sarà più solo per lui, ma per tutti. Sarà una ricchezza condivisa con le persone che non hanno nulla.

Zaccheo ha compreso perfettamente l'insegnamento di Gesù e vuol cominciare subito a vivere secondo il Vangelo!

Gesù è davvero contento e lo rassicura davanti a tutti: "Oggi la salvezza è entrata in questa casa".

E poi, rivolgendosi a chi ha sempre da ridire e da brontolare, aggiunge ancora: "Il Figlio dell'uomo, infatti, è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto."

Vi ricordate la parabola della pecorella smarrita e del Pastore Buono che la va a cercare? Ecco, con Zaccheo Gesù si è comportato proprio come il pastore della parabola. Gesù sapeva che Zaccheo era solo, sperduto, con una vita piena di sbagli, pieno si soldi, magari, ma senza amici, senza gioia e con nel cuore un grande desiderio di incontrare il Maestro. E allora gli è andato incontro, è andato a casa sua, è stato con lui a parlare, a mangiare... da amico. E la vita di Zaccheo è cambiata. Ora è diventato un vero discepolo di Gesù. Ora vuole vivere secondo il Vangelo: non è più sperduto e solo, ora è con il suo Maestro.

Mentre riflettevo su questo brano del Vangelo, mi sono resa conto che anch'io, anche voi, ognuno di noi, viene sempre chiamato per nome dal Signore Gesù, che vuol stare con ciascuno di noi, che vuol fermarsi nelle nostre case!

Come ha detto a Zaccheo, così ogni giorno rinnova l'invito per ogni persona: "Aprimi il cuore, aprimi la tua casa, voglio stare con te!"

Questo è bellissimo! Ci fa gustare la stessa felicità che ha provato Zaccheo quel mattino, a Gerico, sull'albero di sicomoro!

Mi sono chiesta: ma io apro il cuore al Signore che chiede di entrare? Mi lascio raggiungere dalla sua Parola, dal suo insegnamento? Come Zaccheo, voglio davvero provare a vivere secondo il Vangelo?

Forse allora è importante prenderci adesso qualche minuto di silenzio, per ascoltare bene, nel cuore, l'invito che Gesù rivolge ad ognuno di noi: "Aprimi, fammi stare con te!"

Rallegriamoci di questo invito del Signore e rispondiamogli con lo stesso slancio e la stessa gioia con cui Zaccheo è sceso dal sicomoro.

Commento a cura di Daniela De Simeis

 

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