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TESTO Tutti protagonisti e corresponsabili della missione

padre Romeo Ballan  

XXX Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (28/10/2007)

Vangelo: Lc 18,9-14 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 18,9-14

In quel tempo, Gesù 9disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri: 10«Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano. 11Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. 12Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”. 13Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”. 14Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato».

Riflessioni

In continuità con la Giornata Missionaria Mondiale di domenica scorsa, ritorna il tema della preghiera e della solidarietà per le Missioni. La preghiera infatti è via e strumento basilare nella Missione di Gesù. Egli, sentendo compassione per le folle stanche, sfinite, sbandate, senza pastore, invita a pregare il Padrone della mèsse che mandi operai per la sua mèsse (cf Mt 9,36-38; Lc 10,2). Per Gesù la preghiera è necessaria, ma non è l'unica risposta ai bisogni della Missione. Occorre anche andare, partire all'incontro degli altri: infatti Gesù chiama subito a sé i Dodici e li manda in Missione (Mt 10,1-5).

Il cristiano serve la Missione pregando, partendo e collaborando con chi parte. Anzitutto pregando (I lettura). La preghiera insistente del povero e dell'oppresso, ha una forza particolare presso il Signore, il quale, pur accogliendo tutti, "ascolta proprio la preghiera dell'oppresso", dell'orfano e della vedova (v. 13-14). Nella sua giustizia, il Dio della Bibbia ristabilisce l'equità (v. 18) schierandosi dalla parte del povero. Gesù lo conferma con la parabola dei due oranti del tempio, il fariseo e il pubblicano, dittico esclusivo di Luca (Vangelo). Ha una sua logica umana il fariseo - presunto giusto! - che espone a Dio le sue pratiche morali e osservanze esemplari (v. 11-12), per cui, secondo lui, 'merita di essere premiato'. Non si attende la salvezza come dono, ma come un diritto acquisito con le sue opere buone. Nella preghiera del fariseo non c'è apertura a Dio, ma solo auto-ostentazione e, di conseguenza, allontanamento e rifiuto degli altri (v. 11-12). Il Signore, invece, offre la salvezza a chi, con umiltà, sa di non esserne degno: al pubblicano, che ha certamente peccato, ma ne implora pietà (v. 13). Alla fine solo lui torna a casa sua "giustificato", cioè reso giusto da Dio (v. 14). Al fariseo non viene chiesto di rinunciare alla sua vita di osservanze, ma di abbandonare l'immagine falsa di un Dio contabile e cassiere, condizionato dalle opere umane. Il pubblicano, invece, che ha sperimentato la misericordia gratuita di Dio, vedrà fiorire in sé le opere buone come segno che il Signore, - solo Lui! - lo rende giusto.

Oltre a pregare, occorre partire in Missione. Anche in questo Paolo (II lettura) è modello del missionario che parte affidandosi totalmente al Signore. Se non fosse un fariseo convertito alla logica di Cristo, Paolo potrebbe ostentare i suoi meriti di battaglia, vittoria e fedeltà (v. 7). Nel momento finale della sua esistenza (v. 6), non fa leva su meriti personali, ma professa la sua adesione e piena fiducia nel Signore Gesù, che non abbandona chi lo attende con amore (v. 8). Paolo attribuisce al Signore l'esito della missione compiuta: ha coscienza chiara che il Signore gli è stato vicino e gli ha dato forza per la missione di annunciare il Vangelo ai pagani (v. 17). Al "momento di sciogliere le vele" (v. 6), loda il Signore e si abbandona a colui che lo "salverà per il suo regno eterno" (v. 18).

I missionari che marcano la storia (come Paolo, Saverio, Comboni, Cabrini, Teresa di Calcutta...) sono convinti di essere custodi ed annunciatori di un Vangelo che viene dal cuore di Dio per la vita del mondo. Accanto a questi, pensiamo a tanti altri missionari e missionarie, oggi anziani e ammalati, che hanno dedicato la vita ad annunciare ai popoli il Vangelo. Il Papa Benedetto nel messaggio per la Giornata Missionaria ha insistito sull'urgenza e priorità di questo servizio alla famiglia umana: "L'impegno missionario resta il primo servizio che la Chiesa deve all'umanità di oggi, per orientare ed evangelizzare le trasformazioni culturali, sociali ed etiche; per offrire la salvezza di Cristo all'uomo del nostro tempo, in tante parti del mondo umiliato e oppresso a causa di povertà endemiche, di violenza, di negazione sistematica di diritti umani". (*)

Benedetto XVI fa appello a tutti i fedeli, bambini e giovani, ammalati e sofferenti, consacrati e professionisti, per arruolarli nel servizio missionario: "Per i singoli fedeli, non si tratta più semplicemente di collaborare all'attività di evangelizzazione, ma di sentirsi essi stessi protagonisti e corresponsabili della missione della Chiesa". Per diffondere il Vangelo, la testimonianza personale fa scuola da sola sui banchi della vita, prima e più delle parole, come insegnava già il martire S Ignazio di Antiochia, all'inizio del secondo secolo: "È meglio essere cristiano senza dirlo, che proclamarlo senza esserlo". Sfida esaltante, per ciascuno! Sfida irrinunciabile della Missione!


Parola del Papa

(*) "L'annuncio del Vangelo resta il primo servizio che la Chiesa deve all'umanità, per offrire la salvezza di Cristo all'uomo del nostro tempo, in tante forme umiliato e oppresso, e per orientare in senso cristiano le trasformazioni culturali, sociali ed etiche che sono in atto nel mondo... Mi piace ricordare anche che 150 anni or sono partirono per l'Africa, precisamente per l'attuale Sudan, cinque preti e un laico dell'Istituto di Don Mazza di Verona. Tra loro vi era San Daniele Comboni, futuro Vescovo dell'Africa centrale e patrono di quelle popolazioni".
Benedetto XVI
Messaggio all'Angelus del 7.10.2007


Sui passi dei Missionari

- 28/10: A Lima (Perù) la festa del "Señor de los Milagros", immagine miracolosa del Crocifisso, disegnata da uno schiavo africano (ca. 1651), molto venerata da folle di popolo.

- 28/10: SS. Apostoli Simone il Cananeo (zelota) e Giuda Taddeo.

- 29/10: Ricordo del Messaggio "Africae Terrarum", di Paolo VI all'Africa (1967).

- 30/10: B. Alessio Zaryckyj (1912-1963), sacerdote greco-cattolico dell'Ucraina, morto martire in campo di concentramento a Dolinka, nel Kazakistan.

- 1/11: "Solennità di Tutti i Santi che con Cristo sono nella gloria", ove continuano ad esercitare il servizio missionario dell'intercessione in favore dell'intera umanità.

- 2/11: Giorno di preghiera per tutti i defunti.- Giornata degli antenati.

- 3/11: S. Ermengaudio, Vescovo di Seu d'Urgell, Catalogna (+1035), uno dei grandi evangelizzatori spagnoli nelle terre ricuperate dopo le invasioni degli arabi musulmani.

- 3/11: S. Martino de Porres (1579-1639), mulatto vissuto a Lima (Perù), nel Convento di S. Domenico come fratello coadiutore, portinaio e infermiere; era uomo di fervente preghiera, austerità e carità.

 

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