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TESTO Preghiera, connessione continua...

don Giovanni Berti

XXIX Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (21/10/2007)

Vangelo: Lc 18,1-8 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, Gesù 1diceva loro una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai: 2«In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. 3In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”. 4Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, 5dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”». 6E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. 7E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? 8Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».

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In questi giorni sto cercando di fare il collegamento internet nella parrocchia dove sono andato ad abitare da poco. C'è da diventar matti a sistemare tutto e c'è sempre qualche nuovo problema che rende il collegamento difficile. I problemi si ripresentano quando si deve traslocare di nuovo e allora si deve rifare tutta la trafila di richieste di linea, lavoro dei tecnici, sbagli dalla centrale da risolvere...ecc.

Mi sono chiesto in questi giorni come va il mio "collegamento" con Dio in mezzo ai tanti cambiamenti della mia vita. Questo collegamento lo posso chiamare "preghiera".

Gesù nel Vangelo parla di "pregare sempre, senza stancarsi", insomma parla di una sorta di collegamento continuo tra il cielo e la terra, tra Dio e la mia vita.

Non posso nascondere che, alla stessa maniera di internet in casa, anche la mia preghiera a volte non funziona e il "flusso-dati" tra Dio e me non sempre è costante e veloce...

La preghiera è sempre un problema, specialmente in certi passaggi della vita nei quali si sente Dio meno vicino, come se la linea di comunicazione fosse interrotta e Dio diventasse irraggiungibile sia in entrata che in uscita, cioè non sente e non risponde.

Mi sono accorto che non posso mai dare per scontata la preghiera. Se a volte la sento inutile e la trascuro per noia, forse non è perché non sia una esperienza bella... ma forse è perché sto solo sbagliando connessione e il flusso-dati non si accende.

Proprio come internet, la preghiera non è un flusso solo in un senso, ma è uno scambio, un dialogo. Se non accolgo anche quello che Dio vuole dirmi ma mi preoccupo solo di dire io a Dio cosa desidero e pretendo, allora la connessione non avviene e l'esperienza della preghiera diventa inutile e pian piano si spegne.

Non è facile imparare a pregare e ci vuole una vita perché la connessione sia perfetta. E poi capitano tante cose nella nostra vita che puntualmente ci rimettono in discussione e allora bisogna riprogrammare il nostro scambio con Dio.

Gesù per parlare di preghiera usa come paragone la storia un giudice disonesto che cede all'insistenza della vedova che chiede giustizia. Mi colpisce sempre la tenacia di questa donna che insiste moltissimo perché sa che quel giudice apparentemente sordo in qualche maniera la esaudirà. Senza questa fiducia "testarda" avrebbe lasciato perdere già da tempo.

A volte la mia preghiera è così incentrata su me stesso, sulle mie domande, dubbi e richieste di perdono, che dimentico che anche dall'altra parte, cioè dalla parte di Dio, c'è qualcuno che mi vorrebbe dir qualcosa e soprattutto vorrebbe farsi conoscere. Ma se non conosco colui al quale rivolgo le mie richieste, alla fine mi troverò senza Dio e non potrò mai capire come Lui ascolta ed esaudisce le mie richieste.

La domanda di Gesù sulla fede che è alla fine del Vangelo quindi è giusta mentre mi domando come pregare e come non stancarmi di pregare. La preghiera è una connessione tra due persone infinitamente diverse, ma che hanno la possibilità di comunicare. Se conosco e credo in Dio, allora la mia preghiera non sarà solo costruita attorno a me e alle mie parole e linguaggio.

La preghiera vera nasce dall'ascolto di Dio nel suo Vangelo, nel quale Gesù si fa conoscere e mi parla realmente.

La preghiera vera nasce dalla carità, cioè dalla vita di amore con le persone, specialmente quelle più povere nelle quali Gesù si è fatto vedere ("quello che farete al più piccolo lo avrete fatto a me..."). Guardando un povero negli occhi, posso vedere anche un po' dello sguardo del Signore e quindi saprò cosa chiedergli e come parlare con lui...

Ma questa fede ce l'ho? Alla domanda che chiude il brano del Vangelo non posso rispondere in fretta, ma solo mettendomi con calma in disparte e...pregando.

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