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TESTO Commento su Luca 18,1-8

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XXIX Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (21/10/2007)

Vangelo: Lc 18,1-8 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, Gesù 1diceva loro una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai: 2«In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. 3In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”. 4Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, 5dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”». 6E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. 7E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? 8Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».

In questa domenica, il Vangelo che abbiamo ascoltato racchiude una parabola davvero interessante e si conclude con una domanda, una domanda molto seria, fatta da Gesù. Allora procediamo con ordine, un passo per volta, e cerchiamo di comprendere tutto per bene.

Per prima cosa, l'evangelista Luca ci dice come mai il Maestro racconta proprio questa parabola: per insegnare ai suoi discepoli "la necessità di pregare sempre, senza stancarsi".

Gesù vuole che tutti ricordiamo bene che bisogna pregare sempre, ogni giorno, senza stancarsi, senza scoraggiarsi se si ha l'impressione di non venir subito esauditi in una richiesta che si fa al Padre che è nei cieli.
Per spiegare meglio questa idea, Gesù racconta una parabola.

C'era una vedova, cioè una donna a cui era morto il marito. Al tempo di Gesù una donna che rimaneva vedova si trovava in una situazione difficile, senza aiuto, senza protezione. Senza un uomo accanto, una donna non poteva far nulla.

La vedova del racconto di Gesù ha bisogno di essere difesa e per questo si rivolge al giudice. Ma il giudice della sua città non ha voglia di darle ascolto. Il giudice sa che la vedova non potrà pagargli molti soldi e quindi non vuole dedicarle il suo tempo senza averne un buon guadagno. Ha clienti molto più importanti, figuriamoci se può interessarsi dei piccoli problemi di una vedova!

Non gli importa nulla della situazione di questa donna, non si commuove affatto: si rifiuta di darle ascolto.

La vedova però non si scoraggia: ogni giorno torna a presentarsi all'ufficio del giudice, qualche volta va ad aspettarlo persino sulla porta di casa, ripetendogli sempre la stessa preghiera: "Fammi giustizia contro il mio avversario!".

I giorni passano e il giudice si trova sempre la vedova tra i piedi. Dovunque va, incontra la vedova che, testarda, insiste: Aiutami!

Per un po' il giudice prova a far finta di niente, ma dopo un po' si scoccia di trovare ogni giorno questa donna ad aspettarlo, si stufa dei continui lamenti della vedova, che continua a ripetere: "Fammi giustizia!".

E allora gli viene un pensiero: "Anche se non temo Dio e non ho rispetto di nessuno, poiché questa vedova è così molesta, le farò giustizia, perché non venga continuamente a importunarmi", cioè il giudice dice tra sé: è vero che non ho voglia di aiutare questa donna, ma se lo faccio, finalmente la smetterà di tormentarmi e mi lascerà in pace!

Chissà se a volte capita anche a noi di ragionare e di comportarci come questo giudice...

A chi ci chiede un piacere, una cortesia, un favore che non avremmo voglia di fare, diciamo ugualmente di sì per non dover sopportare le sue insistenze. Un comportamento come questo non è proprio secondo il cuore di Dio: non è bello essere generosi in questo modo, quasi per forza... Non è bello, però sappiamo tutti che a volte capita.

Ma torniamo alla parabola: Gesù termina di raccontare del giudice e della vedova e chiede ai discepoli che lo ascoltano: "Avete udito ciò che dice il giudice disonesto? E Dio non farà giustizia ai suoi eletti che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà a lungo aspettare?".

Che paragone fa', il Signore Gesù! sta dicendo: ma insomma, se persino un giudice poco onesto si decide a dare ascolto alla vedova per non essere più disturbato dalle richieste di lei, come pensate che si comporterà Dio Padre verso coloro che si rivolgono a Lui? Li farà forse aspettare e soffrire in una lunga attesa?

È lo stesso Gesù a rispondere: "Vi dico che farà loro giustizia prontamente".

Il Padre buono ascolta sempre il grido e il pianto di chi subisce un'ingiustizia, ed interviene con la prontezza che viene dall'amore.

Vi è capitato qualche volta di svegliarvi la notte, all'improvviso? La stanza è buia, avete sete e forse anche un pochino di paura. Subito cominciate a chiamare: "Mamma! Papà!" prima sottovoce, poi a voce sempre più alta. E appena vi sentono, mamma e papà corrono nella vostra stanza, accendono la luce, si siedono sul letto e vi abbracciano, cacciando via la paura.

Anche Dio Padre si comporta come i nostri genitori: quando sente il nostro pianto, la nostra paura, corre subito in nostro aiuto, non ci lascia mai da soli, mai!

Dopo aver raccontato la parabola, dopo aver rassicurato i discepoli sul cuore di Dio Padre, che è sempre attento al grido di chi soffre, il Maestro Gesù fa ancora un'altra domanda: "Ma il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?".

Che domandona! Che tono serio ha improvvisamente il Signore Gesù!

Che cosa vuole dire questa domanda strana? Perché la fa proprio in questo momento?

Il Maestro di Nazareth sta parlando di Dio Padre che ascolta il grido dei suoi figli: come mai ora Gesù interroga i suoi discepoli sulla fede?

Proviamo ad usare parole nostre, più semplici, per riascoltare la stessa domanda che Gesù rivolge ai discepoli e a tutti noi.

Dice Gesù: a volte vi sembra che Dio Padre non vi ascolti, avete l'impressione di non essere subito accontentati in quello che chiedete nelle vostre preghiere. E allora cominciate a dubitare. Ma avete fede, sì o no?
Appunto: abbiamo fede, sì o no?

Quando ci rivolgiamo al Padre che è nei cielo, lo facciamo per abitudine, o perché davvero il nostro cuore è pieno di fiducia verso il Signore Dio?
Crediamo veramente veramente? Ci fidiamo di Dio?

E se crediamo davvero, la nostra fede si vede nel modo in cui ci comportiamo?

Il Maestro ci dice: il vostro grido, le vostre lacrime, sono sempre ascoltate con amore immenso da Dio Padre. Ma abbiate fede! Non scoraggiatevi! Siate come la vedova che ogni giorno ha rinnovato la sua richiesta al giudice.

Allora rispondiamogli con slancio: sì, Signore Gesù! vogliamo prendere ad esempio la vedova della parabola e pregare ogni giorno, senza stancarci, vivendo nella fiducia che il Padre tuo e nostro ci ama immensamente!

Commento a cura di Daniela De Simeis

 

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