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TESTO Non temete, voi valete più di molti passeri

Monaci Benedettini Silvestrini  

Venerdì della XXVIII settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (19/10/2007)

Vangelo: Lc 12,1-7 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 12,1-7

1Intanto si erano radunate migliaia di persone, al punto che si calpestavano a vicenda, e Gesù cominciò a dire anzitutto ai suoi discepoli: «Guardatevi bene dal lievito dei farisei, che è l’ipocrisia. 2Non c’è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto. 3Quindi ciò che avrete detto nelle tenebre sarà udito in piena luce, e ciò che avrete detto all’orecchio nelle stanze più interne sarà annunciato dalle terrazze.

4Dico a voi, amici miei: non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo e dopo questo non possono fare più nulla. 5Vi mostrerò invece di chi dovete aver paura: temete colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geènna. Sì, ve lo dico, temete costui. 6Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio. 7Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate paura: valete più di molti passeri!

Tante volte Gesù è attorniato da molte persone. L'evangelista Luca ci riferisce dell'enorme folla che Lo segue; questa folla è tanto grande che le persone si calpestano per la ressa che circonda lo stesso Gesù. Il desiderio di stare vicino a questo maestro e di sentire il suo insegnamento è così forte da far aumentare sempre di più le persone che Gli vogliono stare vicino. Possiamo ben immaginare persone provenienti da diverse parti della Palestina e probabilmente anche da fuori. Gesù trova l'occasione per dare una parola di conforto e di ammonimento a tutta questa gente. Un ammonimento che si riflette in una vigilanza bene precisa: dal lievito dei farisei. L'immagine del lievito è stata usata da Gesù anche come segno della fecondità della sua Parola; fecondità che rigenera e dà volume e forma ad un impasto secco. Ora Egli sta parlando di una ben diversa fecondità che nasce da un cuore ipocrita. Gesù è il vero maestro perché in Lui riconosciamo il Vero Bene; è il Buon pastore che dona la vita per le sue pecore, perché la vita di ognuna di esse è importante e non deve essere perduta. Il buon pastore si mette alla ricerca di una sola di queste pecore. Gesù esprime nel vangelo di oggi un concetto analogo, mettendo al primo posto il valore autentico della vita. Egli intende parlare di una vita autentica e da qui nasce l'altra esortazione di oggi. L'invito è di aprire il nostro orizzonte, oltre alla pura materialità nel riconoscere il valore vero di ricoscerci veri Figli di Dio.

 

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