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TESTO La forza del dito di Dio

Monaci Benedettini Silvestrini  

Venerdì della XXVII settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (12/10/2007)

Vangelo: Lc 11,15-26 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 11,15-26

15Ma alcuni dissero: «È per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni». 16Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo. 17Egli, conoscendo le loro intenzioni, disse: «Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull’altra. 18Ora, se anche Satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl. 19Ma se io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici. 20Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio.

21Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, ciò che possiede è al sicuro. 22Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via le armi nelle quali confidava e ne spartisce il bottino. 23Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me disperde.

24Quando lo spirito impuro esce dall’uomo, si aggira per luoghi deserti cercando sollievo e, non trovandone, dice: “Ritornerò nella mia casa, da cui sono uscito”. 25Venuto, la trova spazzata e adorna. 26Allora va, prende altri sette spiriti peggiori di lui, vi entrano e vi prendono dimora. E l’ultima condizione di quell’uomo diventa peggiore della prima».

Nel vangelo odierno è rivelata una realtà concreta e reale e che molte volte tendiamo a sottovalutare. La lotta contro il male e il demonio è stata sempre una costante nella vita di Gesù. In questa lotta, costante e importante, troviamo una questione veramente determinate per dimostrare la messianicità di Gesù. Il Cristo, l'Unto, il Figlio di Dio, non vuole lottare per la nostra salvezza contro i regni e le potenze terrene. Il vero Messia, ciò che non era chiaro per i contemporanei di Gesù, va più a fondo nel cuore stesso dell'uomo. Il cuore, dove i profeti leggevano la vera legge di Dio, è anche la vera sede di questa lotta perenne tra il bene ed il male. Non comprendere questa realtà significa non accettare il Messia e il suo piano di salvezza. Su questo crinale, della lotta contro il male si pone allora la questione che leggiamo sul vangelo. In nome di chi Gesù opera contro il demonio? La risposta di Gesù è illuminante per la nostra fede perché, in questa lotta antica e moderna, vi è la sicura supremazia del Bene sul male. In questa affermazione vi è un dato importante per noi, nell'evitare una doppia esagerazione, in qualche modo contrapposti. Vi è chi nega la presenza del male e del demonio come realtà esterna all'uomo. Questo atteggiamento non pone sul piano giusto quindi l'opera redentrice di Gesù, risolvendo tutto su un piano deterministico e controllabile dall'uomo. Il male non è reale perché l'uomo, esprimendo la sua libertà si auto-realizza. C'è, però, chi vede tutto in potere al demonio e quindi la libertà dell'uomo è limitata da forze esterne incontrollabili. L'uomo non sarebbe pienamente responsabile del male che compie perché in preda a forze superiori che lo determinano. Riconoscere una forza esterna e che comunque non è allo stesso livelle del Bene supremo impegna consapevolmente l'uomo a non aderire al male. La fede in Gesù ci permette di sconfiggere pienamente il male non con le nostre forze ma con il Dito di Dio: in ciò si realizza per noi allora il piano di salvezza di Dio.

 

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