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TESTO Hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli

Monaci Benedettini Silvestrini  

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S. Francesco d'Assisi, patrono d'Italia (04/10/2007)

Vangelo: Mt 11,25-30 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 11,25-30

25In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. 26Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. 27Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.

28Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. 29Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. 30Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

La benedizione di Gesù verso il Padre, riportata nei Vangeli, è un momento importantissimo nella sua missione. Essa contiene una profonda rivelazione del Padre. La benedizione del Figlio parte dalla sua umanità ma rivela la divinità di Gesù; è una benedizione che contiene una sua sobria solennità. Si manifesta non la solennità umana, determinata da apparati costosi ma divina nella rivelazione ai semplici ed ai piccoli. Il Figlio rivela allora la vera essenza del Padre. In questa rivelazione, Gesù, si mostra in qualche modo della stessa natura del Padre, ammettendo una reciprocità di conoscenza che si spiega solo nel mistero trinitario. Proprio in questa assunzione trinitaria, la benedizione di Gesù, rivolta al Padre, si riflette immediatamente su di noi e per noi. Come ogni preghiera che esce dalla bocca di Gesù, essa è un vero ringraziamento di lode che si traduce in un invito alla conversione. Gesù ringrazia e benedice il Padre e lo rivela nei piccoli e nei semplici ma si rivolge in realtà a tutti noi. L'invito per noi è diventare piccoli e semplice perché anche per noi vi sia, nel Figlio, la rivelazione dell'Amore del Padre. La conoscenza non è solo una facoltà mentale ma nella prospettiva biblica assume una valenza che coinvolge la nostra esperienza di amore; amore vero e sincero.

 

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