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TESTO Commento su 1Tm 6,13-14

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

XXVI Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (30/09/2007)

Brano biblico: 1tm 6,13-14 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 16,19-31

In quel tempo, Gesù disse ai farisei: 19C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. 20Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, 21bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe. 22Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. 23Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. 24Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”. 25Ma Abramo rispose: “Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. 26Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”. 27E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, 28perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. 29Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. 30E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. 31Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”».

Dalla Parola del giorno

Al cospetto di Dio che dà la vita a tutte le cose e di Gesù Cristo che ha dato la sua bella testimonianza davanti a Pilato, ti scongiuro di conservare senza macchia e irreprensibile il comandamento, fino alla manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo.

Come vivere questa Parola?

S.Paolo ha incoraggiato il suo discepolo e collaboratore a "combattere la buona testimonianza della fede". Timoteo, infatti, ha già "professato la sua fede davanti a molti testimoni". Proprio riconoscendogli questo atteggiamento di fondo, S.Paolo gli scrive un invito solenne, alla presenza di Dio Padre e di quel Gesù che professò il suo pieno affidarsi al padre davanti a Pilato. Ecco, addirittura lo "scongiura a conservare senza macchia e irreprensibile il comandamento" fino alla definitiva venuta di Gesù nella gloria. Ma a quale comandamento S.Paolo precisamente allude? Proprio a quello che concerne la vera fede in un Dio che, talmente ci ama da aver mandato il Figlio Unigenito per la nostra salvezza. La fede, infatti, è vera se, come diceva un grande mistico della nostra epoca, Divo Barsotti, è fede nell'AMORE. Però il comandamento qui si allarga. Se credo che Dio, per il Primo, mi ha amato e sempre mi ama, io sono chiamato ad amare. Il comandamento è, in sostanza, il comando di vivere una "fede operante nell'amore", cioè di vivere, giorno dietro giorno, il precetto della carità.

Nella pausa contemplativa, memorizzo l'invito di Paolo a vivere tendendo "alla giustizia, alla pietà, alla fede, alla carità, alla pazienza, alla mitezza" (v.11) e mi soffermo sulla chiave di tutti questi atteggiamenti virtuosi che è proprio il credere all'AMORE, impegnandomi poi ad amare.

Signore, ti prego, concedimi il dono di una robusta fede nel tuo amore, una fede dentro i miei giorni feriali (oltre che festivi) perché sempre e in qualsiasi situazione, per tua grazia, io professi il tuo amore esprimendo gesti di amore.

La voce della Patrona d'Italia
Voi non siete fatti d'altro che d'amore.
S. Caterina da Siena

 

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