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TESTO Chi è Gesù?

Monaci Benedettini Silvestrini  

Venerdì della XXV settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (28/09/2007)

Vangelo: Lc 9,18-22 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 9,18-22

18Un giorno Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare. I discepoli erano con lui ed egli pose loro questa domanda: «Le folle, chi dicono che io sia?». 19Essi risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elia; altri uno degli antichi profeti che è risorto». 20Allora domandò loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro rispose: «Il Cristo di Dio». 21Egli ordinò loro severamente di non riferirlo ad alcuno.

22«Il Figlio dell’uomo – disse – deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».

Ora è lo stesso Gesù che vuol provocare la reazione sulla sua persona; Egli non è interessato a verificare la sua "fama popolare", come oggi diremmo. Gesù si rivolge personalmente ai suoi discepoli. In questo atteggiamento, Gesù dimostra un doppio intento. Per prima cosa, Egli è interessato a tutti, come comunità, ed ad ognuno in particolare. La folla, per Gesù, non è mai anonima; anche la folla più numerosa è sempre formata da persone. La folla è viva perché unisce tanti uomini e donne, che portano ognuno il suo bagaglio della propria vita, della propria storia. Gesù è attento a tutti ed ad ognuno. Egli vuole suscitare la fede in tutta la sua comunità di discepoli ed anche in ognuno di loro individualmente. Gesù vuol far capire ai suoi discepoli una cosa molto importante e, per essere afferrata nel cuore di ognuno, deve contenere un messaggio personale. Vuol dire a tutti, indistintamente, che l'incontro con Lui deve essere vissuto sempre nella fede per la vera conversione di cuore. Non si può essere discepoli di Gesù senza prescindere dalla fede; una fede da vivere e da far maturate nella vita. Analizziamo, allora il dialogo tra Pietro e Gesù, letto alla luce della fede. Pietro parla certamente a nome della comunità ed esprime quindi la fede che stava nascendo nella stessa comunità dei discepoli. Pietro parla però anche a livello personale e instaura con Gesù un dialogo personalissimo e molto stretto. Gesù allora completa la risposta di Pietro, annunciando la sua morte e la sua resurrezione. Gesù accoglie la fede che ha dimostrato Pietro ma vuole subito che questa sia incarnata nella vita. La fede in Gesù non è un trattato ma è la fede in una persona; è una fede che vive respira dei sentimenti dello stesso Gesù. Chiediamo, oggi a Gesù questa fede vera ed autentica che sia vissuta con coerenza nella nostra vita.

 

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