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TESTO Commento su Luca 8,16-18

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Lunedì della XXV settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (23/09/2007)

Vangelo: Lc 8,16-18 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 8,16-18

16Nessuno accende una lampada e la copre con un vaso o la mette sotto un letto, ma la pone su un candelabro, perché chi entra veda la luce. 17Non c’è nulla di segreto che non sia manifestato, nulla di nascosto che non sia conosciuto e venga in piena luce. 18Fate attenzione dunque a come ascoltate; perché a chi ha, sarà dato, ma a chi non ha, sarà tolto anche ciò che crede di avere».

Dalla Parola del giorno

Fate attenzione dunque a come ascoltate.

Come vivere questa Parola?

Shemà Israel! Questo appello è ripetuto tante volte nella Bibbia. Fa' parte della preghiera che l'ebreo praticante ripete tre volte al giorno: al mattino, alla sera e prima di coricarsi per la notte. Luca, in questo brano, rispetto ai paralleli di Marco e Matteo, sottolinea l'importanza del come ascoltare. Fa sua la preoccupazione di Gesù quando descrive le varie modalità di ascolto, che ricalcano le nostre nei vari momenti della vita.

In un tempo in cui ha peso solo chi parla, chi si esibisce, chi recita una parte nel teatrino dei giorni, è difficile trovare chi sia veramente capace di ascolto. Se c'è un lamento comune nelle famiglie, nelle comunità, sul lavoro, nella scuola è quello di non trovare qualcuno disponibile a fermarsi e ad ascoltare, cioè qualcuno che, dimenticando le proprie preoccupazioni, voglia capire l'altro andando al di là delle sue parole. Spesso ci capita, invece, di guardare l'orologio se chi ci sta parlando va troppo nei dettagli. Oppure, prima ancora che l'altro abbia finito di raccontare o di farci la domanda, già prepariamo la risposta. Invece di ascoltare, diciamo la nostra, soffochiamo l'altro di parole.

E lo stesso avviene nella preghiera. Invece di porci in ascolto, esponiamo le nostre richieste, chiediamo favori, passiamo in rassegna i nostri problemi dimenticando di domandare allo Spirito, che è il vero protagonista nel nostro incontro con la Parola, di donarci un cuore che sa ascoltare.

Lasciamo che sia lui a parlare in noi" con gemiti inesprimibili" e ad ottenerci dal Padre la luce necessaria perché il Verbo, ancora una volta, diventi vita e la nostra esistenza sia segnata dalla Parola.

Nel tempo di riflessione di quest'oggi, pregherò così:

Donami, Signore, un cuore capace di ascoltare la tua Parola affinché diventi lampada ai miei passi e luce sul mio cammino.

Le parole di un biblista

La preghiera è l'ascolto della presenza di Dio in noi. E' immergersi nella liturgia per udire la parola reale di Cristo risorto. L'ascolto (shemà Israel) è l'apertura della discesa dello Spirito in noi. Non porto solo l'orecchio a Dio, ma tutto me stesso. Mi dono tutto come in un rapporto d'amore. Ascoltare è sacrificio.
P. Paolo Turturro

 

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