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TESTO Grande è il mistero della tua pietà, Signore!

Monaci Benedettini Silvestrini  

Mercoledì della XXIV settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (19/09/2007)

Vangelo: Lc 7,31-35 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 7,31-35

31A chi dunque posso paragonare la gente di questa generazione? A chi è simile? 32È simile a bambini che, seduti in piazza, gridano gli uni agli altri così:

“Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato,

abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!”.

33È venuto infatti Giovanni il Battista, che non mangia pane e non beve vino, e voi dite: “È indemoniato”. 34È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e voi dite: “Ecco un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori!”. 35Ma la Sapienza è stata riconosciuta giusta da tutti i suoi figli».

Il capitolo settimo del Vangelo di Luca contiene una progressiva rivelazione del Signore. I miracoli che compie Gesù, presentati all'inizio del capitolo, sono preannuncio del suo Mistero Pasquale. Possiamo leggerli, infatti nella luce pasquale per scorgervi, in essi il mistero stesso di Gesù. Il capitolo poi continua quasi a completare questo, con la narrazione dell'arrivo di una legazione da parte di Giovanni Battista. Il confronto serrato che ne segue centra poi il Mistero della figura di Gesù, posto in relazione a Giovanni Battista. La risposta di Gesù - che leggiamo nel vangelo odierno - contiene tutto questo mistero che parla sì, di continuità del messaggio di Gesù ma soprattutto della novità che è annunciata dalla sua persona. Leggiamo, nel vangelo che la liturgia ci propone una doppia esortazione di Gesù, che egli stesso simboleggia come l'invito ai bambini a ballare e a cantare. La doppia esortazione di Gesù è rivolta ai discepoli di Giovanni Battista ed ai suoi discepoli. Il confronto tra le due proposte fa spiccare in pieno la figura di Gesù da dover conoscere nell'amore. In realtà leggiamo, in queste esortazioni, l'invito alla conoscenza nella fede di Gesù Cristo. Si può leggere il messaggio del vangelo odierno proprio nell'invito alla fede. Troviamo l'esortazione a vivere una fede vera e sincera senza giudizi sul comportamento altrui. Talvolta la nostra fede può vivere in un livello marginale della nostra esistenza. Ci definiamo, si, cristiani, ed anche praticanti, ma per quel poco che basta a tacitare la nostra coscienza. A quanti inviti per una vera conversione non rispondiamo? Talvolta, preferiamo una esistenza tranquilla e senza troppi ostacoli! Tanto il mondo, si sente dire, va avanti lo stesso e senza cambiare! La vera fede si vive nella profonda conversione del cuore e se solo riuscissimo a operare questo cambiamento per noi e quanto ci sono vicini, possiamo trovare la strada che Gesù ci indica nel praticare l'amore.

 

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