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TESTO Dio ha visitato il suo popolo

Monaci Benedettini Silvestrini  

Martedì della XXIV settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (18/09/2007)

Vangelo: Lc 7,11-17 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 7,11-17

11In seguito Gesù si recò in una città chiamata Nain, e con lui camminavano i suoi discepoli e una grande folla. 12Quando fu vicino alla porta della città, ecco, veniva portato alla tomba un morto, unico figlio di una madre rimasta vedova; e molta gente della città era con lei. 13Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei e le disse: «Non piangere!». 14Si avvicinò e toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Ragazzo, dico a te, àlzati!». 15Il morto si mise seduto e cominciò a parlare. Ed egli lo restituì a sua madre. 16Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio, dicendo: «Un grande profeta è sorto tra noi», e: «Dio ha visitato il suo popolo». 17Questa fama di lui si diffuse per tutta quanta la Giudea e in tutta la regione circostante.

Il miracolo della risurrezione del figlio unico della vedova di Nain si presenta, nel Vangelo di San Luca, con degli aspetti particolari. Lo stesso evangelista descrive la situazione in modo preciso, tale da sottolineare alcuni aspetti non marginali. Gesù si reca a Nain, cittadina non lontana da Nazareth, con il seguito dei discepoli e di una grande folla. Gesù si sta rivelando ai suoi discepoli come il vero Messia, e questo produce evidentemente grande interesse. Le aspettative antiche e le profezie già annunciate sembrano realizzarsi in Gesù, in un modo - però - non immediatamente percepibile. Gesù incontra un'altra folla: è il corteo funebre che accompagna un giovinetto morto. La madre del giovinetto è una vedova, inconsolabile. Questa è la folla di chi cerca di darsi ragione per un destino crudele. Una madre ed un Figlio si incontrano; due folle assistono a questo incontro; due folle con i loro interrogativi, i loro dubbi ed i loro perché sulla vita. Ecco l'incontro, tra il semplice e l'accogliente. In poche parole, in pochi gesti, Gesù esprime tutta la sua umanità e divinità. La resurrezione del giovinetto e la sua restituzione alla madre sono il segno del Mistero Pasquale di Cristo che è donato alla chiesa. Gesù risponde, quindi ai suoi discepoli, preannunciando una salvezza che si realizza cogliendo nella fede il suo Mistero. Egli è il padrone della vita e della morte e con la sua morte ci dona la vita eterna. Con il dono della vita dato al giovane e poi restituito alla madre, Gesù indica che nella chiesa il dono della vita si realizza per tutti. La folla piangente che segue la madre può rappresentare l'umanità completa, di tutti i tempi e di tutti i luoghi che cercano risposte e senso alla propria esistenza. Il messaggio di salvezza di Gesù nell'annuncio pasquale rispondono in pieno alle angosce ed ai dubbi dell'uomo moderno.

 

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