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TESTO Chiunque crede in Lui avrà la vita eterna

Monaci Benedettini Silvestrini  

Esaltazione della Santa Croce (14/09/2007)

Vangelo: Gv 3,13-17 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 3,13-17

13Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. 14E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, 15perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.

16Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. 17Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.

Oggi la liturgia dell'Esaltazione della croce ci propone un brano del colloquio notturno tra Gesù e Nicodemo. In questo brano, non troviamo la parola croce ma scopriamo altre parole importanti: salire e discendere dal cielo, l'amore del Padre, la donazione del Figlio e soprattutto la volontà della salvezza del mondo. La missione divina di Gesù è la realizzazione del piano di salvezza del Padre. La croce, accettata e non subita, rappresenta allora il riconoscimento di questo piano. Piano di salvezza fonte dell'amore del Padre. Nel momento della sua più profonda umiliazione, con la sua morte in Croce, Gesù dimostra la massima esaltazione nel compiere la volontà del Padre. La Croce non è semplicemente il martirio di un giusto, come per San Giovanni Battista ma è il compimento massimo della volontà del Padre. Possiamo trovare qui un significato profondo della Croce, proprio nel valore profondo dell'obbedienza del Figlio al Padre. Ecco allora scopriamo, l'esaltazione della Croce. Nel valore del messianismo di Cristo, come missione del Padre, capiamo anche il discorso criptico di Gesù a Nicodemo. La Croce è, nel riconoscere a pieno il messianismo di Gesù, è il compimento dell'opera trinitaria. Chi legge nell'evento Croce-Risurrezione quasi uno sgretolarsi delle relazioni trinitarie e l'abbandono del Padre, riduce conseguentemente la missione di Cristo e non vuol accettare compiutamente il suo Mistero. Gesù diventa allora obbediente alle aspettative terrene e per questo fallisce umanamente e disperatamente. La Croce è allora scandalo per i giudei e stoltezza per i pagani proprio su di essa proiettiamo la nostra umanità e non ne scopriamo, con l'umanità di Cristo il riflesso dell'Amore del Padre. Cristo, con la sua umanità - con il "scendere" dal cielo si rende disponibile a questa opera di salvezza. Nella Croce e nel Mistero Pasquale si fonda la nostra fede. Prendiamo, quindi con fede e fiducia la nostra croce e seguiamo Cristo perché ci faccia partecipi del suo Regno, nel dono della vita eterna.

 

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