TESTO Commento su Luca 6,20-26
Mercoledì della XXIII settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (12/09/2007)
Vangelo: Lc 6,20-26
20Ed egli, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva:
«Beati voi, poveri,
perché vostro è il regno di Dio.
21Beati voi, che ora avete fame,
perché sarete saziati.
Beati voi, che ora piangete,
perché riderete.
22Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo. 23Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti.
24Ma guai a voi, ricchi,
perché avete già ricevuto la vostra consolazione.
25Guai a voi, che ora siete sazi,
perché avrete fame.
Guai a voi, che ora ridete,
perché sarete nel dolore e piangerete.
26Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti».
L'evangelista inserisce a questo punto il grande discorso di Gesù che, a differenza di Matteo, viene posto in pianura, come per renderlo più vicino alla vita ordinaria. E Gesù inizia con le Beatitudini. Ha davanti ai suoi occhi quella folla enorme che attende da lui una parola vera. E Gesù non si tira indietro. Subito mostra loro la sua via di felicità. Non è la stessa via di felicità che il mondo indica agli uomini e alle donne, una via che si rivela spesso fallace e ingannatrice. Gesù non spende molte parole. Ne bastano quattro. Quattro beatitudini, ben delineate e chiare. Egli annuncia ai poveri, agli affamati, agli abbandonati e agli assetati di giustizia che Dio ha scelto di stare accanto a loro. La sua vicinanza e quella dei discepoli sarà per loro il segno di una gioia grande. Essi, sino ad ora esclusi dalla vita, saranno i privilegiati, i preferiti di Dio. Certo, a noi credenti è affidato il gravissimo e affascinante compito di far sentire loro l'amore privilegiato di Dio. Al contrario, con quattro parole, Gesù minaccia tristezza per i ricchi e per i potenti. Essi che cercano la felicità solo per se stessi, saranno abbandonandoli al destino triste di questo mondo.