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TESTO Nella sapienza si trova la vera umanità

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XXIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (09/09/2007)

Vangelo: Lc 14,25-33 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 14,25-33

In quel tempo, 25una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro: 26«Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. 27Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo.

28Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? 29Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, 30dicendo: “Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro”. 31Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? 32Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace. 33Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo.

Prima Lettura Sap 9,13-18 Il contento in cui è collocato questo brano ci aiuta a comprenderlo nella sua interezza. Si tratta di una preghiera che si snoda in tre strofe. Al centro di ogni strofa c'è la richiesta della sapienza.

La prima strofa (9,1-6) è una richiesta della sapienza perché l'uomo si sente inadeguato al compito che il Creatore gli ha affidato. La seconda strofa (9,7-12) chiede la presenza continua della sapienza per aiutare l'uomo a realizzare la sua specifica vocazione. La terza strofa (9,13-18) espone la debolezza dell'uomo: conoscere la volontà del Signore è possibile solo se si possiede il dono della sapienza. Il punto di partenza della nostra riflessione deve essere proprio il concetto della debolezza umana legata al dono della sapienza. Il testo in questione evidenzia come il nostro intelletto è molto fragile ed instabile, tanto la nostra natura umana, segnata dal peccato, condiziona e suggestiona i nostri pensieri, i nostri atteggiamenti e la nostra intelligenza.

L'uomo, infatti, si distrae facilmente dalle cose importanti, fa difficoltà a trovare la via dei valori umani e morali e non si chiede quasi mai quale potrebbe essere la volontà del Signore. Questa forma di noncuranza si può superare solo se il Signore concede la Sapienza (v. 17).

L'abitudine a chiedere la Sapienza - o lo Spirito (cfr. 7,22-23) - deve essere il pane quotidiano di ogni uomo... bisogna ricordarsi che lo scopo fondamentale della preghiera del cristiano è il dono dello Spirito Santo, che ci introduce nel mistero di Dio e ci fa sondare le immense e insondabili ricchezze della Santissima Trinità. Il progetto di "richiesta" può essere tranquillamente inoltrato perché Dio ha fatto così anche con gli antenati: grazie alla Sapienza, fondata sulla fedeltà di Dio, si aprirono per gli avi le porte della salvezza. A questo punto, se la storia sacra diventa maestra di vita: perché segno della fedeltà di Dio verso l'umanità, all'uomo non resta nient'altro che chiedere la Sapienza per entrare in piena comunione con Dio ed ottenere quella Intelligenza che gli offre la possibilità di gestire le proprie qualità umane e coordinarle per ricevere il premio finale: tutto diventa via che porta a Dio. La Sapienza Divina diventa il sale che da sapore a tutta l'esistenza...per cui la vita umana dovrebbe considerare più la fedeltà di Dio. Lui non tradisce.

Seconda Lettura Fm 9-10.12-17 Possiamo tranquillamente dire che la Sapienza, vissuta in pienezza e con sincerità, ha il suo naturale sbocco e logico compimento nel comandamento dell'amore verso il prossimo. Si intuisce, in queste poche righe, la carica rivoluzionaria della Sapienza Cristiana che Gesù è venuto ad elargire: davanti a Dio non ci sono più barriere di nessun ordine e grado, tutto è stato abolito e superato. Infatti, L'invito che Paolo rivolge a Filemone è quello di accogliere Onesimo non come schiavo ma come fratello. E' evidente come in questo biglietto emerge che l'amore fraterno è il collante di tutti i rapporti umani e diventa l'espressione di un continuo richiamo a Dio... che opera "mirabilia".

Vangelo Lc 14,25-33 La Sapienza Divina è capacità, decisione, maturità, serietà, perseveranza, intelligenza e programma di vita. Tutte queste cose aiutano a fare una scelta radicale che implica una donazione totale ed incondizionata a Gesù Cristo. Il saggio diventa povero... per poter acquisire quella libertà di figlio che lo rende aperto verso tutti e soprattutto verso Gesù Cristo... unico tesoro che riesce a colmare le lacune della nostra misera e povera umanità.

Il regno di Dio - La volontà di Dio - L'amore di Dio se ricercati con serietà sono elementi che fanno dell'uomo il vero "signore" del creato e il riflesso autentico e fedele dell'Immagine e Somiglianza divina. Il Linguaggio di Gesù Cristo è un pressante invito a scegliere e decidersi.

Buona Domenica!!!

 

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