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TESTO Popoli e lingue uniti

don Marco Pratesi  

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XXI Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (26/08/2007)

Brano biblico: Is 66,18-21 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 13,22-30

In quel tempo, Gesù 22passava insegnando per città e villaggi, mentre era in cammino verso Gerusalemme. 23Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?». Disse loro: 24«Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno. 25Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”. 26Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. 27Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”. 28Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori. 29Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. 30Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi».

Nel brano di Isaia troviamo due piani - Israele e i popoli - che tendono a sovrapporsi, e non è agevole - forse nemmeno possibile - distinguerli.

Il profeta ci proietta nel tempo escatologico, tempo della realizzazione piena del progetto di Dio.

Si tratta di un movimento inverso rispetto a quello di Babele/Babilonia (cf. Gen 11,1-9), nel quale l'infranta armonia delle lingue sarà ricomposta da Dio.

Questo movimento universale è descritto da due verbi: venire, tutti i popoli verranno a Gerusalemme, riconducendovi come offerta a Dio gli Israeliti dispersi tra le nazioni; vedere, tutti i popoli vedranno la manifestazione gloriosa e "massiccia" di Dio.

Questo moto avrà come catalizzatore un misterioso segno (di cui niente viene detto); si realizzerà attraverso l'invio dei superstiti delle nazioni, mandati ad annunziare la gloria del Signore; e riguarderà anche la dimensione cultuale.

Il brano alza il velo sul grande progetto di Dio per l'umanità, progetto che abbiamo proclamato nel salmo responsoriale: "Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra". "Con i profeti e con lo stesso Apostolo [Paolo], la Chiesa attende il giorno, che solo Dio conosce, in cui tutti i popoli acclameranno il Signore con una sola voce" (Nostra Aetate 4). Lo ripete il Vangelo odierno: "Verranno da oriente e da settentrione e siederanno a mensa nel regno di Dio".

Israele non è per se stesso, la Chiesa non è per se stessa: tutto è a servizio del Regno di Dio. Quando il Concilio Vaticano II afferma che la Chiesa ne è "germe e inizio" (Lumen Gentium 5), esprime allo stesso tempo una stretta connessione e una non identificazione tra Chiesa e Regno. Il cammino verso la Gerusalemme nuova non è solo il cammino della Chiesa, ma pure quello di tutta la famiglia umana. Il Regno è già presente ogni volta che nel mondo il male è vinto e la fraternità vissuta.

Come potrà poi concretamente realizzarsi questa armonia delle lingue umane non ci è dato saperlo. "Impossibile presso gli uomini, non presso Dio" (Mc 10,27). Per parte nostra siamo chiamati a liberarci da ogni pretesa di monopolio sulla salvezza e da ogni vanità ecclesiale, alle quali corrisponde poi inevitabilmente la creazione di una corrispondente classe, comunque la si voglia configurare, di esclusi, di nuovi "pubblicani e prostitute". Sappiamo bene che la Chiesa di Cristo non può essere una comunione che esclude. Soltanto chi si sente servo inutile e non riceve già al presente la propria ricompensa in termini mondani sarà esaltato.

Notiamo bene: questo non comporta per nulla attenuare la centralità di Cristo e della sua regalità salvifica, al contrario: la Chiesa serve gli uomini proprio se, e nella misura in cui, è intimamente unita a Cristo suo Capo, unico Salvatore del mondo.

I commenti di don Marco sono pubblicati dal Centro Editoriale Dehoniano - EDB nel libro Stabile come il cielo.

 

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