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TESTO Commento su Matteo 17,14-20

mons. Vincenzo Paglia  

Sabato della XVIII settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (11/08/2007)

Vangelo: Mt 17,14-20 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Mentre scendono dal monte Gesù dice ai discepoli di non dire nulla a nessuno di quanto è accaduto. Giungerà il momento della manifestazione del mistero di Gesù, ma, per ora, l'importante è continuare a seguire e ad ascoltare. Gesù, ovviamente, non retrocede dal suo cammino, anche se sa bene che non lo tratteranno diversamente dal Battista. E lo dice ai discepoli, che iniziano a capire. Va poi verso la folla, e subito un padre gli presenta il figlio malato. In verità, non volendo importunare il Maestro, quel papà aveva condotto il figlio dai discepoli sperando fossero capaci di guarirlo. Ma non vi erano riusciti. Gesù con una parola lo guarisce. I discepoli, forse anche indispettiti per il loro fallimento, quando si trovano da soli con lui, gli chiedano spiegazioni sul perché loro non erano stati capaci a guarirlo. Gesù risponde con grande chiarezza dicendo che avevano poca fede. Ne sarebbe bastata una piccola come un granellino di senape per operare il miracolo. Ma i discepoli neanche quella avevano. Tuttavia, Gesù continua a confidare in loro, a non far mancare loro la sua parola, il suo affetto e la sua correzione. L'ultima frase apre ai discepoli un futuro pieno di speranza: "Niente vi sarà impossibile". La fede, anche piccola, opera sempre grandi prodigi: potrà spostare.

 

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