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TESTO Per servire... mettersi ai piedi

don Maurizio Prandi

XVI Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (22/07/2007)

Vangelo: Lc 10,38-42 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 10,38-42

In quel tempo, 38mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. 39Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. 40Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». 41Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, 42ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».

Continuiamo la lettura del capitolo 10 del vangelo di Luca. Parrebbe, quello che avviene in casa di Marta e Maria, molto distante da quanto abbiamo ascoltato domenica scorsa... a ben vedere invece si tratta di qualcosa di molto legato, intanto al precetto dell'amore che chiede di amare Dio e i fratelli; l'atteggiamento di Marta, senz'altro più orientato sul fare e quello di Maria, tutta tesa ascolto di Gesù sono entrambi essenziali alla piena ed autentica ospitalità e alla vocazione cristiana ad amare Dio e il prossimo (E. Bianchi).

Due pagine oggi ci parlano di accoglienza: Abramo alle Querce di Mamre e Marta e Maria a Betania. Guardo ad Abramo e rivaluto un poco l'ansia di Marta; anche il Padre Abramo è preso dai molti servizi, ordina (perentoriamente) alla moglie Sara di preparare da mangiare, corre lui stesso a prendere il vitello, prende il latte acido, prende il latte fresco, porge tutto agli ospiti. Anche Marta è un po' così: corre da una parte all'altra senza fermarsi ed è questo che Gesù le rimprovera, il suo non fermarsi, quasi a sottolineare un pericolo che si è come ingigantito nella nostra società: corri, corri... ma poi tu ascolti? Ascolti il tuo Dio? Ascolti quelli di casa? Ascolti l'altro che incontri? Rischi di perdere, dice Gesù, la cosa più importante... (A. Casati). Aggiungo qui una specificazione ulteriore sul testo greco che viene da un ascolto di E. Bianchi: Gesù dice che Maria si è scelta la porzione buona... non dice quella migliore... allora Gesù non sta contrapponendo vita attiva e vita contemplativa, come se pregare fosse meglio di servire i fratelli. Spesso si è data questa interpretazione che però è riduttiva. Ospitare non è solo "fare delle cose" per chi ci visita, ma anche dargli del proprio tempo per ascoltarlo. Io invece alle volte mi illudo e dico: Dimmi pure, guarda che sto finendo questa cosa, ma ti ascolto lo stesso sai? Davvero è una illusione... magari non perdo una parola, però perdo quel tono, quell'inflessione, perdo quello sguardo preoccupato, perdo quel volto. Ciò che conta, ancora una volta è la relazione... perfino Abramo perde di vista Sara, sua moglie, tanto che sono i tre misteriosi ospiti che la riportano al centro: Dov'è Sara, tua moglie? E poi parla il Signore: Tornerò da te tra un anno a questa data e allora Sara, tua moglie, avrà un figlio. E' bellissimo anche questo accostamento: la donna negata, la donna confinata nel lavoro, la donna confinata nella periferia è riportata al centro dal Signore ospitato a Mamre.

Mi ha lasciata sola a servire... il nostro servire nella chiesa... C'è la possibilità di un servire che diventa cieco perché non vede altro che se stesso e pretende che tutto ruoti intorno a sé; c'è la possibilità che persone lavorino volonterosamente e generosamente per gli altri... poi scatta qualcosa e questa attività diviene cattiva e pronta all'accusa: Dille che mi aiuti!... occorre essere servi, ma come?

- Mi viene in mente allora una bellissima scena tratta da un film di Benigni: La vita è bella. Guido sta imparando a servire nel ristorante dello zio che gli chiede come si fa un inchino. Guido si piega troppo e lo zio gli dice: Guarda i girasoli... s'inchinano al sole. Ma se ne vedi qualcuno che è inchinato un po' troppo, significa che è morto! Tu stai servendo, però non sei un servo...servire è l'arte suprema. Dio è il primo servitore. Dio serve gli uomini, ma non è servo degli uomini.

- Mi viene in mente Colei che in tutte le nostre parrocchie è venerata in modo del tutto speciale: Maria serva del Signore nel totale ascolto della sua Parola. E' stato molto bello quello che don Matteo, nel tempo di preparazione alla festa del Carmine ad Arzeno ha detto proprio il primo giorno della novena: il cammino di servizio di Maria si conclude sotto la Croce, nell'ascoltare una parola che le chiede ancora una volta di accogliere, di aprire la sua casa e la sua vita, una Parola che le chiede di non smettere di essere Madre: Ecco il tuo figlio!

Per servire occorre non perdere di vista quella porzione buona, occorre fare come Maria, sedersi ai piedi... il sedersi ai piedi indica la sottomissione, vuol dire scegliere l'umiltà, vuol dire dichiarare quale è il posto che si intende occupare, il posto per il quale si rinuncia alla presunzione di contare sempre qualcosa di più degli altri. Gesù non dice a Marta: smettila di servire. Gesù piuttosto dice: 'vivi il servizio come vivi lo stare ai miei piedi. C'è un servizio che non è il mettersi ai piedi; c'è un servizio che domina, (lo dicevo prima), un servizio per il quale si avanzano delle pretese. Questo non è il servizio che ci è chiesto. Il servizio che ci è chiesto è il servizio vissuto come ascolto. Tu fai tante cose: bene. Allora vivile ai piedi, vivile ascoltando. Sappi cogliere che di tutto ciò che fai, che va fatto, ciò che va tenuto è la possibilità che questo servizio ti dà di ascoltare. Si può essere uomini e donne di potere nella misura in cui si è una chiesa che pretende per il servizio che svolge. Questo non è l'atteggiamento. Il servizio induce all'ascolto e nasce dall'ascolto. Si tratta di fare tante cose come chi sta ai piedi del Signore.

 

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