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TESTO La verità e il giusto criterio

padre Gian Franco Scarpitta  

XX Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (19/08/2007)

Vangelo: Lc 12,49-57 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 12,49-53

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 49Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! 50Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto!

51Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. 52D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; 53si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera».

Avviene non di rado nelle nostre interazioni abiutuali e soprattutto nell'esercizio di funzioni per le quali ricopriamo certe cariche o uffici di responsabilità sulla massa che otteniamo sempre consensi e plausi dagli altri quando facciamo fermazioni o prendiamo decisioni che non diano fstidio a nessuno, meglio ancora quando prendiamo delle posizioni che elevano e gratificano e non intaccano la posizione che rivestono gli altri.

Ci ritroviamo però tanti nemici quando ci "permettiamo" di dire delle cose che danno fastidio o deciderci per delle scelte che disturbano qualcuno e questo si verificasoprattutto quando intendiamo agire secondo retta coscienza, con le intenzioni di adoperare equità edobiettivitàsu ogni giudizio che proferiamo e quando siamo a capo un gruppo o di un'organizzazione conl'intento di risabilirel'ordine e l'equità con la giustizia. In questi casi avviene infatti che si agisce e si parla in forza della verità oggettiva, che si esterni coraggio e determinazione perl'obiettività di quello che è giusto e pertanto non si possono non incontrare inimicizie, poiché dire la verità omuoverciin virtù di essa non di rado comporta che si rechi fastidio a qualcuno. Se avevamo degli amici o persone che primaci approvavano e ci elogivano, queste diventano automaticamente nostri avversari se in nome del vero e del giusto siamo costretti a contraddirli o ad atteggiarci in modo da reare loro incomodo qualsiasi.

Molte volte tale fenomeno comporta purtroppo il vergognoso atteggiamento di non pochi pastori ed evangelizzatori, che timorosi di perdere la stima e il consenso e l'approvazione delle persone loro amiche e pur di garantirsi un seguito da parte della gente che affolla le chiese e i locali parrocchiali, si guardano bene dall'emettere le dovute disposizioni in campo pastorale e omettono di insegnare quella che è la vera dottrina della Chiesa in materia di morale e di disciplina ecclesiale e liturgica. La paura che la gente abbandoni i nostri locali molte volteci induce ad omettere la nostra funzione di servitori della verità, che invece va affermata a tutti i costi, anche accettando la conseguenza di essere contraddetti, abbandonati o non più seguiti.

Non va' invece trascurato che lo stesso Gesù in una certa occasione (Gv 6) venne abandonato dai suoi interlocutori a causa di un suo linguaggio veritiero ma contrastante con la mentalità comune del tempo; non si lasciò scomporre né si perse d'animo di fronte allaprospettiva che nessuno più si ponesse al suo seguito e anzi si collocò nell'ordine i idee che anche i suoi discepoli più intimi lo avrebbero abbandonato: "Volete andarvene anche voi?"

La parola delprofeta che annuncia la verità nel nome di Dio con coraggio e pronto ad ogni conseguenza èa tipoogia del coraggio e dello zelo apostolico che dovrebbero caratterizzarci tutti: Geremia accetta anche la condanna del fango e dellapunizione tremenda e ostile per averenunciatoun mesaggio scomodo per la popolazione ma allusivo alla condanna divina per il malecommesso.

Gesù prevede di essere egli medesimo segno di contaddizione per quanti lo accetteranno e lorifiuteranno giacchéilsuomessaggio comporerà stime da parte di alcuni ma anche pesani biasimi da parte di altri: non èintenzione di Gesù apportare contrasti e divisioni perfino all'interno delle famiglie, ma questo sarà inevitabile fin quando vi sarà chi con asprezza ripudierà il suo messaggio ritenendolo fastidioso e contrastante. Eppure si tratta del messaggio d salvezza che deve essere sempre e ad ogni costo apportato agli uomini e che non ammette ritrosie e reticenze nell'essere emendato. Occorre pronunciarsi in nome della verità, anche se questo dovesse comportare ripicche e ritorsioni e le divisioni pur spiacevoli e sconvenienti saranno purtroppo inevitabili poiché di Gesù si può essere amici maanche nemici e avversari.

Onde evitare spiacevoli conseguenze, in efetti occorrerebbe che ciascuno si atteggi secondo il monito dello stesso Gesù: essere capaci di vautare da noi stessi quello che è giusto e quello che è sbagliatoe deterinare le cose dal punto di vista oggettivo, con criterio di vautazione saggio.Ilche comporterebbe che si evitino scontri e malintesi o almeno che nella differenza di vedute si tenga presente la prospettiva del dialogo e del confronto senza che si metta mano alle armi.

 

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