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TESTO Accogliere ed essere accolti

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XVI Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (22/07/2007)

Vangelo: Lc 10,38-42 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 10,38-42

In quel tempo, 38mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. 39Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. 40Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». 41Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, 42ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».

Una delle esperienze forti che si fanno tra la gente semplice del Mozambico è quella dell'ospitalità. Il modo di vivere è predisposto per l'accoglienza. Infatti la maggior parte della vita si svolge all'aria aperta, sia nel recinto che definisce la casa (normalmente delimitato da una siepe spinosa che custodisce il cortile senza chiuderlo), sia per le vie sabbiose del paese, dove si incontrano moltissime persone e non si contano i bambini che giocano. La casa per sua natura è predisposta all'accoglienza: non ci sono porte o cancelli, non ci sono campanelli da suonare, c'è sempre qualcuno nel cortile, che ti vede arrivare già da lontano; se non vedi nessuno puoi battere le mani o chiedere permesso e subito qualcuno della famiglia ti viene incontro con una sedia che sistema sulla sabbia, all'ombra dell'albero più grande del cortile. Se ci sono uomini in casa anche per loro sono

portate sedie; le donne stendono una stuoia vicino alle sedie e si siedono per terra. Dopo questo rito vengono i saluti ufficiali, le domande sulla salute (sono le prime, non mancano mai) e altre parole di accoglienza e condivisione della vita. Se ti guardi attorno vedi altre donne che stanno trattando i loro bambini o incominciano a preparare qualche cosa da mangiare. La posizione del corpo, gli sguardi, le parole, tutto ti fa capire di essere accolto, di essere al centro dell'attenzione. Fai difficoltà a crederci, ma poi vedi che quelle persone sono lì per te e tu sei il centro delle loro attenzioni. Non è molto difficile passare dal ricordo di queste esperienze all'ascolto delle letture di questa domenica. La Bibbia infatti racconta meravigliose storie di accoglienza e ospitalità che gli uomini hanno preparato per Dio, e in questo modo rivela l'ospitalità di Dio per l'uomo.

La prima lettura racconta la storia dell'accoglienza di Abramo alle querce di Mamre. Per i beduini del deserto quella dell'ospitalità era una delle poche leggi essenziali per la vita. Abramo accoglie tre personaggi sconosciuti e misteriosi, preparando loro un ricco banchetto, aiutato dalla moglie Sara e dai servi. Al termine del banchetto i tre promettono all'anziana coppia un figlio entro l'anno. Dentro la storia di Abramo questo incontro è di fondamentale importanza: Dio aveva promesso ad Abramo una discendenza, ma non capiva come ciò potesse avvenire. La moglie aveva dato ad Abramo la sua serva Agar perché avesse un figlio da lei, ma Dio aveva ribadito che la discendenza sarebbe venuta da Sara. Dopo l'incontro di Mamre questa promessa non solo è rinnovata ma è anche fissato un tempo dentro cui essa si compirà. L'accoglienza di Abramo per i personaggi divini ha avuto

come conseguenza la nascita di Isacco.

Nel vangelo troviamo un'altra storia di ospitalità: Gesù è incamminato verso Gerusalemme, il luogo dove dovrà compiere la volontà del Padre, il sacrificio della croce. In questo cammino Luca ci ricorda molti fatti, che dobbiamo leggere alla luce della meta (ricorda le pagine di vangelo delle

domeniche precedenti). Gesù si propone come modello di una vita totalmente dedicata al Regno, invia davanti a sé discepoli che con la loro presenza annuncino la vicinanza del regno, insegna che la carità non dipende dal bisogno dell'altro ma dal cuore di chi la fa. La pagina di oggi ci mostra Gesù accolto da Marta e Maria. La prima lo invita in casa, e si dispone a preparare il necessario per una degna accoglienza. La seconda si pone ai suoi piedi per ascoltare la sua parola (questa espressione indica per quel tempo la posizione del discepolo, di colui che vuole imparare dal maestro). Questa scelta non è ben vista da Marta, che fa leva su Gesù per rimproverare l'apparente disinteresse di Maria. La risposta di Gesù, che come in molti casi chiude l'intero brano ponendosi come un insegnamento sempre valido, è un richiamo affettuoso per Marta: presta attenzione, sei molto presa dalle cose da fare e rischi di non capire il motivo vero per cui ho accettato il tuo invito. Vengo a ricordarti che l'essenziale per vivere è solo uno, Dio. Maria, lasciando le altre cose per ascoltarmi, lo ha capito, sta accogliendo ciò che realmente serve per vivere e non passa, non le sarà tolto. Gesù non è così banale da pensare che non sia importante fare i lavori di casa per

preparare all'ospite anche qualcosa da mangiare. Vuole piuttosto mettere in guardia dal pericolo di non perdere il valore di quella sua visita, della sua presenza, del suo insegnamento che riguarda Dio, il mistero della vita. Siamo già oltre ogni contrapposizione (superficiale) tra l'attività e la

contemplazione, tra il lavoro e la preghiera: siamo piuttosto tutti avvisati che non l'attività umana e il lavoro possono farci perdere il senso, la direzione della nostra vita: essa viene solo dall'ascolto di Gesù, della sua parola. Questo atto di accoglienza dice molto di più di quello che successe quel giorno in casa di Marta e Maria, dice ciò che è il Vangelo: è annuncio che vuole e può riempire il cuore, salvando dalla dispersione delle molto cose. Anche in questa storia l'ospite che viene accolto è in profondità colui che viene per accogliere, per dare una parola di vita, per promettere la pace.

L'esperienza spirituale e apostolica di Paolo, sintetizzata nelle poche righe della seconda lettura, consiste nel far conoscere il mistero nascosto da secoli e ora rivelato ai santi, "cioè Cristo in voi, speranza della gloria": Cristo, l'ospite divino che Abramo e Maria hanno accolto, viene per

accogliere ogni uomo, per aprirgli la strada di una vita piena. Queste storie chiedono di essere vissute anche da noi, anche oggi. Ciascuno di noi ha un grande bisogno di sentirsi accolto, ascoltato, compreso. La Chiesa, guardando alle storie della Bibbia, potrà essere sempre di più luogo

di accoglienza, di ospitalità divina, perché fa ogni giorno l'esperienza di essere accolta da Dio. La Chiesa custodisce per tutti la presenza del Signore, colui che viene per accoglierci, perché noi tutti, anche se siamo tanto bravi nel costruire le nostre case e abbellirle con ogni nuovo ritrovato, in fondo siamo sempre per strada, in cammino verso la casa che davvero ci possa accogliere.

Commento a cura di padre Gianmarco Paris

 

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