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TESTO Accoglienza dell'ospite

Monaci Benedettini Silvestrini  

XVI Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (22/07/2007)

Vangelo: Lc 10,38-42 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 10,38-42

In quel tempo, 38mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. 39Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. 40Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». 41Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, 42ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».

Il senso dell'ospitalità era ed è molto sviluppato nelle culture orientali, come ci viene confermato dalla Bibbia e dai brani proposti alla nostra considerazione in questa domenica. La mancanza di tante strutture alberghiere voleva che il pellegrino si affidasse al buon cuore della gente. La nostra civiltà complicata rende difficile questa accoglienza a differenza del mondo orientale dove la semplicità della vita la favorisce. S. Bendetto dedica il capitolo 55 per dare norme circa il modo di accogliere i pellegrini che nel monastero non mancano mai. Concetto fondamentale di fede, nel pellegrino si riceve Cristo stesso. Così fa Abramo che nei tre misteriosi personaggi riceve la vista dell'Eterno, dal quale, anche come premio della sua premura, viene comunicato il tempo dell'adempimento della promessa: Avrai un figlio. Gesù è ospite in casa di Lazzaro, Marta e Maria. La gioia dell'accoglienza viene alquanto turbata dai diversi atteggiamenti delle due sorelle. Maria si gode la parola del Signore rimenando estatica ai suoi piedi mentre Marta deve provvedere alle necessità dell'ospitalità. Il suo lamento indica un turbamento interiore dovuto a impazienza dinanzi alla tante cose da preparare: non si deve provvedere solo a Gesù, ma anche ai suoi apostoli che certo non soffrono di inappetenza. Il lamento di Marta trova Gesù solidale con Maria: E' necessario preparare ciò che è necessario per la vita, ma è più necessario ascoltare la parola di Dio per dare un senso alla stessa attività umana. Il Signore certamente non vuole mettere in contrasto due generi di vita: La contemplazione e l'azione. Vuole richiamare alla necessità dell''ascolto della parola a chi è nell'azione apostolica, o nel lavoro, senza dispensare dal lavoro chi si dedica alla contemplazione. Ai suoi discepoli S. Benedetto scandisce chiaramente il tempo da dedicare alla preghiera e alla lectio divina (meditazione) e quello al lavoro manuale o intellettuale. Parlando a sacerdoti, il papa Benedetto XVI diceva che la "lectio divina" per chi si dedica alla lavoro pastorale non è una attività facoltativa... E' esigenza e condizione per vivere fedelmente la propria vocazione e rendere fruttuoso il lavoro apostolico. In fatto di ospitalità oggi la nostra società deve interrogarsi: Quale comportamento dinanzi a tanta povertà, dinanzi a tanti stranieri? Chiuderci in noi stessi dal momento che ci sentiamo sazi, oppure accogliere il povero, come verrebbe accolto Cristo? La Parola di Dio ci spinge a considerare il problema alla luce del Vangelo: ciò che avrete fatto a uno dei miei più piccoli, l'avrete fatto a Me! Avevo fame e mi avete dato da mangiare...

 

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