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TESTO Il Vangelo è per le strade e per le case

don Maurizio Prandi

XIV Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (08/07/2007)

Vangelo: Lc 10,1-12 .17-20 (forma breve: Lc 10,1-9) Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 10,1-12.17-20

In quel tempo, 1il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. 2Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! 3Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; 4non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. 5In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. 6Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. 7Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. 8Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, 9guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. 10Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: 11“Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. 12Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città.

17I settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». 18Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. 19Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. 20Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli».

Forma breve (Lc 10,1-9):

In quel tempo, 1il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. 2Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! 3Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; 4non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. 5In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. 6Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. 7Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. 8Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, 9guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”».

Domenica scorsa la strada come luogo in cui Gesù si spende in incontri, relazioni, insegnamenti... oggi la strada torna, unita ad un altro luogo caro a Gesù per le sue frequentazioni: la casa.

Ci è dato, quest'oggi, di tornare un poco agli inizi, alla prima predicazione. Quali sono questi inizi? L'evangelo per le strade, l'evangelo per le case... questi sono gli inizi. Sarebbe bello non tornarci solo oggi, ma fare sempre, del nostro agire pastorale, un uscire per andare nelle strade, un uscire per andare nelle case. Credo che sia un po' questo quello che Gesù ci vuole dire: guardate che il Vangelo è proprio per questo modo di rapportarsi, perché passa unicamente attraverso un rapporto personale, intimo, di familiarità con l'altro. E' una cosa questa, che mi sembrava di capire in queste settimane di lavoro con i bambini e i ragazzi ai campi estivi. Il campo, oltre ad essere un'esperienza di gruppo, è anche una forte esperienza di intimità e la Buona Notizia passa all'interno di una relazione che mano a mano che passano i giorni diventa sempre più intima e sincera. Alle volte non sappiamo davvero cosa inventare per raggiungere le persone, forse perché abbiamo l'idea che per "entrare" è necessario bucare il video o fare chissà cosa di eccezionale con il risultato che ci si lascia influenzare e prendere da modelli mondani che colpiscono l'immaginazione. Gesù forse ci ammonisce un po' allora... Fate come me, andate per le strade, entrate nelle case... le mie parole vivetele nella normalità delle relazioni.

C'è una parola, o meglio un verbo che mi viene in mente pensando al percorso che la chiesa, in queste due domeniche, ci sta facendo fare. Questo verbo è scegliere. Scegliere la non violenza, perché Gesù ha detto: vi mando come agnelli in mezzo ai lupi... scegliere la povertà di mezzi, perché Gesù ha detto: non portate borsa, né bisaccia, né sandali... scegliere il confronto e la corresponsabilità, perché Gesù ha inviato i discepoli a due a due, scegliere di personalizzare i rapporti, perché Gesù ha detto: a questa casa... non una casa in generale quindi, ma questa casa, queste persone, questi volti. Gesù allora ci chiede di fare delle scelte... bello questo, oltre che responsabilizzante. Un uomo e una donna capaci di fare delle scelte imparano a sapere chi sono. E' dentro alle nostre scelte che impariamo a conoscerci, è dentro alle nostre scelte che diciamo a noi stessi chi siamo. E' dentro alle sue scelte che la chiesa impara a conoscersi. Che bella una chiesa che ha come unico desiderio quello di specchiarsi nelle scelte del suo Signore. Ci è stato dato un tesoro, il vangelo di Gesù... possiamo decidere di viverlo oppure possiamo decidere di sotterrarlo, come ha fatto il servo con il talento che gli era stato dato, oppure di riporlo in un fazzoletto, come ha fatto il servo nel vangelo di Luca. Certo è che Gesù ci chiede di rischiare, di giocare la nostra vita, di abbandonarla in Lui e nelle sue parole. A me cosa capita? A noi cosa capita? Se sono onesto con me stesso non posso che riconoscermi come uno che cerca delle garanzie, che aspetta le sicurezze, le certezze. Guai se come comunità parrocchiali o come chiesa ricercassimo appoggi, poteri che possono darci delle certezze, perché il Figlio dell'uomo non aveva una pietra dove posare il capo, non aveva la forza del lupo per difendersi, non aveva un conto in banca che lo sostenesse e non aveva il guardaroba di Valentino per poter vestire in ogni stagione.

Forse possiamo provare a porci qualche domanda: quali sono le scelte che in questo momento la vita ci offre, personalmente ma anche come chiesa? Quali sono le scelte che ci fanno paura e perché abbiamo paura di fare delle scelte? Mi è mai capitato di scegliere di non scegliere?

Pace a questa casa... sono le prime parole del discepolo che precede l'arrivo del suo Signore... è il primo annuncio affidato alla chiesa. Come dire che se non c'è pace è difficile accogliere il Signore Gesù. Se oggi viviamo delle difficoltà come chiesa, se avvertiamo che gli ostacoli sono tanti, se ci pare che il mondo sia così distante da Dio è perché non ne abbiamo a sufficienza annunciato la vicinanza. E se qualcuno non accoglie, se qualcuno non è d'accordo, se qualcuno rifiuta, è perché è un cattivone! Lui e tutti quelli come lui che attaccano la gerarchia e con la gerarchia tutta la chiesa. E allora facciamo battaglie, non ci stiamo, scendiamo in piazza quasi senza considerare che il Signore Gesù ci ha chiesto di lasciarci scivolare addosso il rifiuto, il risentimento per la non accoglienza... scuotetevelo di dosso e dite, testardamente, che, nonostante tutto, il Regno di Dio si è fatto vicino (A. Casati).

 

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