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TESTO Grandi sono le opere del Signore (306)

don Remigio Menegatti  

XIV Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (08/07/2007)

Vangelo: Lc 10,1-12 .17-20 (forma breve: Lc 10,1-9) Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 10,1-12.17-20

In quel tempo, 1il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. 2Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! 3Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; 4non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. 5In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. 6Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. 7Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. 8Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, 9guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. 10Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: 11“Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. 12Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città.

17I settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». 18Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. 19Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. 20Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli».

Forma breve (Lc 10,1-9):

In quel tempo, 1il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. 2Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! 3Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; 4non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. 5In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. 6Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. 7Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. 8Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, 9guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”».

Per comprendere la Parola di Dio alcune sottolineature

La prima lettura (Is 66, 10-14c) ci riporta alla conclusione dell'esilio babilonese, quando si comincia a pensare al ritorno e alla ricostruzione della città santa. Chi ne è stato testimone della distruzione – "voi tutti che avete partecipato al suo lutto" – potrà finalmente rallegrarsi ed esultare. Dio ristabilisce la sua Alleanza, che si manifesterà anche nella situazione di nuovo grande benessere - "come un fiume, la prosperità; come un torrente in piena la ricchezza dei popoli" - e di serenità: "i suoi bimbi saranno portato in braccio, sulle ginocchia saranno accarezzati". Dio consola il suo popolo "come una madre consola un figlio".

Il vangelo (Lc 10, 1-12.17-20) presenta la missione dei 72 discepoli. Il numero, è chiaramente simbolico perché richiama le nazioni che si ritenevano presenti sulla terra: la salvezza contenuta nella nuova e definitiva Alleanza non esclude nessuno dei figli di Dio. Questo annuncio è affidato a chi ha già risposto alla chiamata e avverte il dono e la responsabilità di essere discepolo che segue e imita il Maestro.

Salmo 65
Acclamate a Dio da tutta la terra,
cantate alla gloria del suo nome,
date a lui splendida lode.
Dite a Dio: «Stupende sono le tue opere!
A te si prostri tutta la terra,

a te canti inni, canti al tuo nome».

Venite e vedete le opere di Dio,
mirabile nel suo agire sugli uomini.
Egli cambiò il mare in terra ferma,
passarono a piedi il fiume;
per questo in lui esultiamo di gioia.

Con la sua forza domina in eterno.

Venite, ascoltate, voi tutti che temete Dio,
e narrerò quanto per me ha fatto.
Sia benedetto Dio: che non ha respinto
la mia preghiera,

non mi ha negato la sua misericordia.

Il salmo si rivolge a tutti i popoli della terra e li invita ad acclamare Dio, cantare "alla gloria del suo nome", e dare a lui splendida lode. I vari popoli sono chiamati altresì a prostrarsi al Signore e cantare inni al suo nome. La salvezza non è un "tesoro prezioso" di cui il popolo eletto debba essere custode geloso, quanto invece un'Alleanza che si allarga, e progressivamente coinvolge ciascuno dei figli di Dio.

Il motivo di questo invito alla festa parte dall'esperienza di salvezza, a cui tutti sono invitati a prestare attenzione – "venite e vedete le opere di Dio" –. Viene ricordata la liberazione dall'Egitto – "cambiò il mare in terra ferma" – che nella storia della salvezza resta come pietra miliare per indicare la fedeltà di Dio alla sua promessa.

Una condizione essenziale è temere Dio, nel senso di avere verso di lui un atteggiamento di ricerca e apertura, manifestando desiderio di stare con lui e vivere secondo le sue parole che portano la vera gioia. Chi vive questi atteggiamenti accoglie con gioia le testimonianze di quanti hanno fatto esperienza della tenerezza di Dio e la annunciano a tutti, aumentando così la gloria di Dio e stimolando altri a unirsi alla lode che sale all'Altissimo.

Un commento per ragazzi

Forse quando abbiamo cominciato a imparare qualcosa di nuovo – sciare, suonare uno strumento, affrontare una ferrata, digitare sul computer – non abbiamo ascoltato a lungo, con interesse e pazienza, le istruzioni teoriche da parte del nostro istruttore. Forse abbiamo cercato subito di "provare": indossare gli sci e abbozzare una piccola discesa, mettere le dita suoi tasti del piano o sui buchi del flauto, attaccarci al primo appiglio che spuntava dalla roccia per salire almeno un po'. Imparare – ne siamo convinti – è soprattutto provare; fare esperienza è più utile di ascoltare tante teorie.

Dopo le indicazioni che Gesù offre a chi vuole seguirlo e condividere il suo cammino verso Gerusalemme – non solo la città, ma ciò che in essa si realizza, ovvero la Pasqua – il maestro allarga il discorso a tanti altri discepoli. Il numero 72 aveva per gli ascoltatori di Gesù un senso ben preciso: si pensava che proprio 72 fossero le nazioni della terra. Una missione che coinvolge tutti gli uomini, considerato il numero dei messaggeri mandati in campo. Il compito dei discepoli è quello di avvertire quanti incontrano per strada che sta per arrivare Gesù. Una missione che fin dall'inizio non appare sempre facile e circondata dal successo: assomigliano ad "agnelli in mezzo ai lupi". Non devono confidare nelle proprie sicurezze: "non portate borsa, né bisaccia, né sandali", ma sulla provvidenza di Dio, e sull'ospitalità fortemente accentuata nel suo popolo. Una missione urgente, tanto da esigere di non perdere tempo in lunghi discorsi che possono allontanare dal cuore dell'annuncio – questo significa "non salutate nessuno lungo la strada", perché il saluto in quell'ambiente non si riduceva a un semplice "buon giorno", o "ciao" – .

Chi parte, porta con sé un dono grande: la pace che il Risorto affida ai suoi perché giunga a tutti. Una pace che conferma che Dio rinnova la sua Alleanza; non più solo con chi era stato deportato a Babilonia – come indica la prima lettura di questa domenica – ma con tutti i popoli. Come i reduci dalla schiavitù di Babilonia erano invitai ad esultare e a rallegrarsi, così la gioia è uno dei primi elementi con cui possiamo comunicare a chi ci sta accanto che c'è qualcosa di bello e di grande che ci sta coinvolgendo. I 72 inviati hanno il compito di annunciare che il regno di Dio è vicino, si sta realizzando. Questo annuncio potrebbe non dire molto a chi lo ascolta, e quindi lasciare indifferenti i destinatari di queste importanti parole. Oppure potrebbe anche mettere in ansia e comunicare preoccupazione se il volto del messaggero non fa trasparire la gioia che invece è il vero veicolo di questo annuncio. Il Vangelo prima di essere un libro per quanto "sacro", il Vangelo è Gesù stesso; i suoi messaggeri sono chiamati a mostrare la profondità e grandezza del dono loro affidato per tutti. Siamo chiamati a vivere la gioia contenuta nelle parole che ci sono affidate come il bene supremo da spartire con quanti incontriamo, ben sapendo che man mano la condividiamo non diminuisce la nostra "ricchezza". Infatti – l'esempio non è nuovo e soprattutto neppure mio – la Parola di Dio è come un seme: più lo si sparge e più porta frutto. Se lo si tiene stretto in pugno, restiamo affamati noi e gli altri a cui dovevamo donarlo.

La gioia dell'annuncio l'abbiamo sperimentata altre volte: quando qualcuno ci ha invitati a condividere qualche esperienza che l'amico riteneva "grande", degna della nostra partecipazione.

Se questo capita con delle iniziative umane...quanto più può e deve avvenire per la grande esperienza dell'incontro con il Signore. Gioia che non significa che non ci siano problemi: anche noi troviamo i "Samaritani" di turno (vedi vangelo domenica scorsa) che ci mettono in discussione. Gioia è anche sentire che il Signore è con noi, e non ci manda da soli: con noi c'è lui stesso che ci infonde lo Spirito degli Apostoli (un numero ristretto), perché noi suoi discepoli (un gruppo quasi infinito) possiamo portare a termine bene la missione nuovamente affidataci dal Maestro.

Un suggerimento per la preghiera

O Dio nostro Padre, anche noi siamo coinvolti "nella vocazione battesimale" con cui "ci chiami ad essere pienamente disponibili all'annunzio del tuo regno". Ti chiediamo: "donaci il coraggio apostolico e la libertà evangelica, perché rendiamo presente in ogni ambiente di vita la tua parola di amore e di pace" e vivere così la grande missione che con fiducia e bontà affidi anche a noi.

Libri di don Remigio Menegatti

 

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