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TESTO Commento su Gen 21,17-18

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Mercoledì della XIII settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (04/07/2007)

Brano biblico: Gen 21,17-18 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno

Non temere, perché Dio ha udito la voce del fanciullo là dove si trova. Alzati, prendi il fanciullo e tienilo per mano, perché io ne farò una grande nazione.

Come vivere questa Parola?

Ismaele è stato allontanato dalla casa paterna insieme alla madre Agar. Smarritisi nel deserto, essi rischiano di morire. È un momento di estremo scoraggiamento, direi di disperazione, per la donna angosciata e il fanciullo indifeso. Sembra che anche Dio li abbia abbandonati al loro triste destino. Agar, che pure in altre circostanze si era dimostrata intraprendente e coraggiosa, ora si lascia andare: non vuole veder morire il suo bambino. Ma proprio ora che si scopre in tutta la sua debolezza e impotenza, Dio le affida il compito di farsi sostegno e guida del fanciullo.

L'esperienza del limite si rivela sovente provvidenziale. Ci "sbalza dalla sella" della nostra superbia e autosufficienza, ci permette di ritrovare la dimensione creaturale e quindi quell'indispensabile ancoraggio al Creatore che è il solo fondamento della nostra sicurezza. Quando si riconosce e si accetta umilmente il proprio limite, allora, e solo allora, Dio può coinvolgerci nel suo progetto di amore, può "aprirci gli occhi", perché, come Agar, possiamo accorgerci che la Sorgente a cui abbeverarci noi è qui, a portata di mano. E non solo per noi, ma anche per i nostri giovani. Non possiamo e non dobbiamo "prendere le distanze" da chi si dibatte alla ricerca della luce, da chi rischia di asfissiare in una società che non promuove la vita. È a noi che oggi il Signore rivolge l'invito a "non temere", perché la resurrezione ha contagiato anche i nostri tempi, e, grazie ad essa, un fremito di vita percorre ancora le nostre strade. Sì, Dio è con noi, vuole soccorrerci, ma attende che ci "alziamo" e "prendiamo per mano" chi è debole, vacillante, insicuro. Lasciamo da parte le inutili lamentele sulle cose che non vanno, e guardiamo lontano, nella direzione di Dio che vuole fare di noi "una grande nazione", il suo popolo redento, e procediamo con passo sicuro, sorretti e sospinti dal suo Spirito.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, mi lascerò raggiungere dall'invito del Signore: "Non temere", "alzati", "prendi per mano" chi ti è stato affidato: figli, allievi, compagni di lavoro, chiunque attraversa la tua strada...

Signore, tu non indulgi al mio lasciarmi andare di fronte al senso del limite e dell'impotenza che mi assale, quando constato che le cose non vanno bene. Mi vuoi protagonista attivo e umilmente impegnato. Ebbene: ecco le mie mani per prolungare nell'oggi la tua presenza salvifica.

La voce di una poetessa ispanoamericana

"Dove c'è un albero da piantare, cerca di piantarlo! "Dove c'è un errore da correggere, cerca di correggerlo!" "Dove c'è un compito difficile, cerca di assurmelo!"
Gabriela Mistral

 

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