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TESTO Commento su Matteo 8,5-17

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Sabato della XII settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (30/06/2007)

Vangelo: Mt 8,5-17 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno

Venuta la sera, gli portarono molti indemoniati ed egli scacciò gli spiriti con la sua parola e guarì tutti i malati, perché si adempisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia: Egli ha preso su di sé le nostre infermità e si è addossato le nostre malattie.

Come vivere questa Parola?

Gesù ha appena guarito il servo del centurione pagano e ha liberato la suocera di Pietro dalla febbre. Scende la sera e la gente ancora si accalca attorno a lui, portandogli gli indemoniati e i malati. Egli libera e guarisce. Il miracolo fiorisce, la dove lui si trova. Ma perché? Inquietante la domanda e importantissima la risposta. Sta per adempiersi la profezia di Isaia. Che non dice – attenzione! – Egli compirà prodigi, ma Egli ha preso su di sé le nostre infermità e si è addossato le nostre malattie. Ecco, si tratta proprio di cogliere che Gesù non compie prodigi per esprimere non so quale potere meravigliosamente magico. Compie piuttosto dei "segni". C'è in essi tuta l'attenzione dell'uomo Dio alle urgenze dell'uomo, la sua infinita compassione. Ma c'è di più. I miracoli di Gesù sono "segni", sono soprattutto "segni" dell'amore a cui Lui (e nessun'altro) poteva giungere: addossarsi i peccati con le sue desolanti conseguenze di infermità e malattie e disagi di ogni genere. Così Gesù ha trangugiato sulla croce tutto il male dell'uomo perché all'uomo venisse tutto il bene. A cominciare dalla riconciliazione con Dio e poi con se stesso e con tutti, con tutto.

A questo penserò nella mia pausa contemplativa trascorsa pregando e guarderò con rammarico a tanta sete di miracolismo a cui, a volte, è ridotta la fede: quel volere a tutti i costi quello che noi pensiamo sia bene, anche a prescindere da quello che pensa e vuole Dio. Mi rimetterò nelle mani di Dio-Amore, però con immensa fiducia.

Mio Signore Gesù, io so che tu sei amore. So che, come ha detto un grande, "solo la sofferenza di Dio poteva alleviare l'agonia dell'uomo", sanami nel cuore, guariscimi dal peccato che è non-amore, pèerché anch'io impari ad alleviare, a consolare.

La voce di un padre della Chiesa

Voi chiedete i miracoli, che compivano gli apostoli al loro arrivo, allorché guarivano i lebbrosi, scacciavano i demoni e risuscitavano i morti? La dimostrazione più eloquente della vostra generosità e del vostro amore, tuttavia, consiste in questo: nel credere, cioè, in Dio, senza assistere a prodigi del genere.
S. Giovanni Crisostomo

 

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