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TESTO Nonostante il peccato, una dignità

don Maurizio Prandi

XI Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (17/06/2007)

Vangelo: Lc 7,36-8,3 (forma breve: Lc 7,36-50) Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, 36uno dei farisei invitò Gesù a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. 37Ed ecco, una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di profumo; 38stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo. 39Vedendo questo, il fariseo che l’aveva invitato disse tra sé: «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi è, e di quale genere è la donna che lo tocca: è una peccatrice!».

40Gesù allora gli disse: «Simone, ho da dirti qualcosa». Ed egli rispose: «Di’ pure, maestro». 41«Un creditore aveva due debitori: uno gli doveva cinquecento denari, l’altro cinquanta. 42Non avendo essi di che restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi di loro dunque lo amerà di più?». 43Simone rispose: «Suppongo sia colui al quale ha condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene». 44E, volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato in casa tua e tu non mi hai dato l’acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. 45Tu non mi hai dato un bacio; lei invece, da quando sono entrato, non ha cessato di baciarmi i piedi. 46Tu non hai unto con olio il mio capo; lei invece mi ha cosparso i piedi di profumo. 47Per questo io ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco». 48Poi disse a lei: «I tuoi peccati sono perdonati». 49Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è costui che perdona anche i peccati?». 50Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; va’ in pace!».

1In seguito egli se ne andava per città e villaggi, predicando e annunciando la buona notizia del regno di Dio. C’erano con lui i Dodici 2e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria, chiamata Maddalena, dalla quale erano usciti sette demòni; 3Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode; Susanna e molte altre, che li servivano con i loro beni.

Forma breve (Lc 7,36-50):

In quel tempo,36uno dei farisei invitò Gesù a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. 37Ed ecco, una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di profumo; 38stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo. 39Vedendo questo, il fariseo che l’aveva invitato disse tra sé: «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi è, e di quale genere è la donna che lo tocca: è una peccatrice!».

40Gesù allora gli disse: «Simone, ho da dirti qualcosa». Ed egli rispose: «Di’ pure, maestro». 41«Un creditore aveva due debitori: uno gli doveva cinquecento denari, l’altro cinquanta. 42Non avendo essi di che restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi di loro dunque lo amerà di più?». 43Simone rispose: «Suppongo sia colui al quale ha condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene». 44E, volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato in casa tua e tu non mi hai dato l’acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. 45Tu non mi hai dato un bacio; lei invece, da quando sono entrato, non ha cessato di baciarmi i piedi. 46Tu non hai unto con olio il mio capo; lei invece mi ha cosparso i piedi di profumo. 47Per questo io ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco». 48Poi disse a lei: «I tuoi peccati sono perdonati». 49Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è costui che perdona anche i peccati?». 50Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; va’ in pace!».

Domenica scorsa, celebrando il Corpus Domini, siamo stati a contatto con una folla che, vi dicevo, era bisognosa di cure, come bisognoso di cure è ognuno di noi, che si presenta carico, a volte, di fardelli pesanti e che sono i fardelli più diversi... chiamiamoli dolore, paura, insicurezza... Tra i fardelli pesanti da portare c'è sicuramente anche il nostro peccato, che chiude, che paralizza la vita all'interno di un giudizio che siamo noi stessi a dare.

Il brano di vangelo che abbiamo ascoltato, ma non solo, anche la prima lettura, ci dicono una cosa che secondo me è fondamentale: la cura di Dio è la sua misericordia... misericordia per restituirci a noi stessi, la misericordia per rialzarci, la misericordia per rimetterci in cammino. Da una parte il giudizio di Simone il fariseo, capace solo di condannare perché prigioniero di uno schema che invece di essere morale è moralistico; dall'altra parte la misericordia, capace di novità di vita perché capace di farti rinascere a vita nuova. Forse è troppo semplicistico, ma sento che in un certo senso ci è chiesto anche di schierarci un po' quest'oggi: dalla parte di Simone il fariseo, cioè dalla parte della legge, delle regole, o dalla parte di Gesù, ovvero dalla parte dell'amore.

Ci viene chiesto di guardare con gli occhi di Dio, perché la realtà, quel giorno, in casa di Simone il fariseo, era oggettiva. Tutti hanno visto le stesse cose: una donna, una peccatrice (prostituta affermano tutti i commentari), che, al di là di tutte le regole si avvicina, versa olio profumato sui piedi di Gesù, li lava con le sue lacrime, li asciuga con i suoi capelli. La realtà però, la si può guardare in tanti modi e il vangelo ce ne indica due, uno positivo ed uno negativo: il preconcetto, il giudizio, la condanna oppure la tenerezza, l'amore. La condanna ti blocca, ti ferma, ti fotografa lì e basta... la tenerezza invece apre, dona speranza, ti fa tornare a vivere. Chissà se qualche volta anche a noi è capitato questo, sentirci condannati perché abbiamo sbagliato. Mi piace condividere con voi queste poche righe di don Angelo Casati: Noi come guardiamo? Con gli occhi della legge o con gli occhi dell'amore? Gli occhi della legge registrano i fatti, ma non registrano ciò che avviene nel cuore. Gli occhi dell'amore anch'essi registrano i fatti, ma sono capaci andare oltre o, se volete, vanno dentro e leggono le ragioni del cuore, gli itinerari del cuore, le svolte improvvise del cuore. Crediamo in un Dio che sa guardare unicamente con amore, che vede quello che sei ma che allo stesso tempo ha speranza e confida in quello che puoi diventare...

Detto questo credo che a noi sia chiesto anche un percorso interiore che la Scrittura certamente ci aiuta a capire e a fare nostro. Nel campo scuola della scorsa settimana, con i ragazzi delle superiori, abbiamo fatto un cammino è Il cammino dell'uomo: conosci te stesso era il titolo. Dico questo perché Davide, nella prima lettura fa un cammino: ha il coraggio di riconoscersi in quell'uomo che lui ha appena finito di condannare giudicandolo addirittura meritevole di morte. Se hai il coraggio di riconoscerti in quell'uomo ecco la svolta imprevedibile, la svolta della misericordia: Tu non morirai perché il Signore ha perdonato il tuo peccato. Nel cammino verso se stesso Davide scopre la propria infedeltà... c'è sicuramente in lui una parte che sa amare, che sa voler bene ma c'è anche un'altra parte, capace di qualsiasi cosa pur di raggiungere il suo scopo. Credo che sia così un po' per tutti noi: nel cuore dell'uomo abita l'intuizione del bene, ma allo stesso tempo abita anche la scelta del male. Allora possiamo esercitarci un poco in quel guardare di cui parlavo prima... pensiamo a Davide oppure a Pietro, che solitamente viene additato come colui che ha tradito, che ha rinnegato, che non è stato capace di seguire... pensiamo alla donna che entra in casa di Simone... possiamo mostrare tutta la nostra delusione nei loro confronti, tutto il nostro sdegno per la loro incoerenza. Oppure possiamo guardare a loro riconoscendo, nonostante il peccato, una dignità. La dignità di chi, impegnato nel duro cammino della conoscenza di sé, prende contatto con quella parte di male, di egoismo che lo abita... c'è una sovrana dignità in chi, prendendo contatto con una parte di sé che non gli piace, la riconosce la ammette e si consegna all'altro per quello che è, senza maschere e finzioni. Anche per la donna, la misericordia... Gesù si intrattiene con lei, senza una parola di condanna ma, anzi, con un rispetto infinito per i gesti di tenerezza che gli aveva riservato, gesti e tenerezza che il padrone di casa non conosce.

L'esperienza della misericordia è una esperienza fondamentale per la nostra vita: quello cui si perdona poco ama poco... bello questo: il vangelo ci ricorda che la ragione del perdono ricevuto non è il nostro amore, ma l'iniziativa gratuita di Dio... è il suo perdono a suscitare il nostro amore. Quella donna non è stata perdonata perché ha versato il profumo sui piedi di Gesù, li ha bagnati con le sue lacrime e li ha coperti poi con tanti baci, ma ha potuto compiere questi gesti perché si è sentita accolta e perdonata (L.Pozzoli) Siamo invitati allora quest'oggi a riscoprire la gioia del perdono, perché il perdono è uno sguardo che ci dice che noi non siamo il nostro peccato... anzi Dio in Gesù ci dice che qualunque sia il nostro peccato, noi siamo sempre oltre il nostro peccato... cioè noi non siamo il nostro fallimento, noi non siamo la nostra debolezza, noi non siamo il nostro limite... gioia del perdono perché il perdono è relazione non con chi ti vuole giudicare, ma con chi ti vuole raggiungere nel tuo peccato per accompagnarti a vedere quello che puoi diventare.

 

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