PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO Mettersi in gioco

don Elio Dotto  

XV Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (14/07/2002)

Vangelo: Mt 13,1-23 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 13,1-23

1Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. 2Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.

3Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. 4Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. 5Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, 6ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. 7Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. 8Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. 9Chi ha orecchi, ascolti».

10Gli si avvicinarono allora i discepoli e gli dissero: «Perché a loro parli con parabole?». 11Egli rispose loro: «Perché a voi è dato conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. 12Infatti a colui che ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a colui che non ha, sarà tolto anche quello che ha. 13Per questo a loro parlo con parabole: perché guardando non vedono, udendo non ascoltano e non comprendono. 14Così si compie per loro la profezia di Isaia che dice:

Udrete, sì, ma non comprenderete,

guarderete, sì, ma non vedrete.

15Perché il cuore di questo popolo è diventato insensibile,

sono diventati duri di orecchi

e hanno chiuso gli occhi,

perché non vedano con gli occhi,

non ascoltino con gli orecchi

e non comprendano con il cuore

e non si convertano e io li guarisca!

16Beati invece i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché ascoltano. 17In verità io vi dico: molti profeti e molti giusti hanno desiderato vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono!

18Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. 19Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. 20Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l’accoglie subito con gioia, 21ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. 22Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. 23Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno».

Forma breve (Mt 13,1-9):

1Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. 2Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.

3Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. 4Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. 5Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, 6ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. 7Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. 8Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. 9Chi ha orecchi, ascolti».

"Perché parli loro in parabole?" (Mt 13,10).

Questa domanda dei discepoli – che leggiamo nel Vangelo di domenica (Mt 13,1-23) – ci sembra più che giustificata. Infatti erano giorni di crisi quelli in cui Gesù raccontò la parabola del seminatore. La gente si stava allontanando da lui: gli entusiasmi degli inizi erano ormai passati, e sembravano prevalere la delusione e il dubbio. Proprio questa crisi preoccupava i discepoli, i quali si chiedevano perché Gesù continuasse a parlare in modo enigmatico, disorientando così la folla e loro stessi. "Perché parli loro in parabole?"

Se ci pensiamo bene, questa domanda dei discepoli è spesso anche la nostra. Perché anche a noi appare enigmatica la Parola di Dio. Anche noi vorremmo vedere con più chiarezza l'opera di Dio nella nostra vita: e invece siamo obbligati a ricercarla sempre da capo. Ci accade ad esempio di rallegrarci per questa o per quell'altra riuscita delle nostre opere, e di ringraziare Dio per essa; poi, nel giro breve di un giorno, ciò di cui ci rallegravamo svanisce, e siamo quasi costretti a dubitare che quella fosse davvero una benedizione di Dio. Ed è allora che anche noi ci chiediamo: perché il Signore parla per enigmi? Perché non si rivela apertamente? Appunto, "perché parli loro in parabole?"

"Per questo parlo loro in parabole" – risponde Gesù: "perché pur vedendo non vedono, e pur udendo non odono e non comprendono... Il cuore di questo popolo si è indurito, sono diventati duri di orecchi, e hanno chiuso gli occhi... per non intendere con il cuore" (Mt 13,13.15). Dunque Gesù parla in parabole non per confondere le idee o per favorire il dubbio, ma perché "il cuore di questo popolo si è indurito". E cioè: Gesù parla in parabole perché vuole infrangere la durezza di cuore di chi lo ascolta, perché vuole che il suo uditore esca dal guscio, prenda posizione, si metta in gioco... Davanti alla parabola, infatti, non si può rimanere indifferenti: è necessario intendere, capire, interpretare, e dunque decidersi per un significato o per l'altro. Perché se non ci si decide per un significato o per l'altro non si comprenderà mai il senso di quella parola.

Appunto questa decisione Gesù chiede ai suoi uditori. A lui non interessano degli spettatori passivi, che magari ascoltano volentieri ma che in ultimo non sono capaci di decidersi. Gesù cerca dei discepoli veri, che sappiano essere terreno fertile per la sua parola, che sappiano cioè lasciarsi interpellare e giudicare da quella parola, che siano disponibili a cambiare radicalmente la loro stessa vita.

Proprio così fecero gli apostoli, che non ebbero paura di mettersi in gioco e di lasciare tutto per seguire il Maestro. E proprio così fece Maria, precedendo gli stessi apostoli: essa credette nell'adempimento della parola del Signore; credette e si mise in cammino, lasciandosi guidare da quella parola, fino all'ora drammatica della croce.

Allo stesso modo possiamo fare anche noi. Se infatti avremo questa disponibilità degli apostoli e di Maria, le parabole di Gesù, e le parole tutte di Dio, potranno dire qualcosa anche alla nostra vita. Altrimenti, esse resteranno sempre per noi enigmi incomprensibili, parole a volte affascinanti ma in ultimo superflue per il nostro vivere quotidiano. Se invece accetteremo di lasciarci interrogare da esse, se saremo capaci di deciderci davanti ad esse, allora qualcosa di nuovo potrà succedere nella nostra vita; e anche noi porteremo frutti inaspettati.

 

Ricerca avanzata  (53939 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: