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TESTO Tu sei sacerdote per sempre, Cristo Signore (302)

don Remigio Menegatti  

Santissimo Corpo e Sangue di Cristo (Anno C) (10/06/2007)

Vangelo: Lc 9,11-17 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 9,11-17

11Ma le folle vennero a saperlo e lo seguirono. Egli le accolse e prese a parlare loro del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure.

12Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta». 13Gesù disse loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». 14C’erano infatti circa cinquemila uomini. Egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa». 15Fecero così e li fecero sedere tutti quanti. 16Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla. 17Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste.

Per comprendere la Parola di Dio alcune sottolineature

La prima lettura (Gen 14,18-20) presenta un personaggio che appare improvvisamente e un po' misteriosamente nella storia del popolo ebreo. Un personaggio ritenuto importante; infatti Abramo gli dà la decima, riconoscendo il suo ruolo. Melchisedek, re di Salem – luogo che poi sarà chiamata Gerusalemme - a differenza dei sacerdoti del popolo eletto, discendenti di Aronne, offre non sacrifici di animali, bensì pane e vino. La lettera agli Ebrei riprende questa figura per spiegare il sacerdozio di Cristo: non nella discendenza di Aronne, ma nella forma di Melchisedek. In qualche maniera il misterioso personaggio ha aperto la strada al Cristo "sacerdote per sempre" come dice il versetto al salmo di questa domenica.

Il vangelo (Lc 9, 11-17) racconta la moltiplicazione dei pani e dei pesci. Di fronte alla fame della gente Gesù invita gli apostoli a provvedere, ma loro rimangono bloccati dal poco che hanno. Quel poco diventa invece punto di partenza per Gesù. Il miracolo è essenzialmente un "segno" che rimanda ad un altro dono, ben superiore: Gesù dona se stesso nel pane della cena pasquale, divenendo sacerdote che sacrifica se stesso per la salvezza del popolo.

Salmo 109
Oracolo del Signore al mio Signore:
«Siedi alla mia destra,
finché io ponga i tuoi nemici
a sgabello dei tuoi piedi».

Lo scettro del tuo potere
stende il Signore da Sion:
«Domina in mezzo ai tuoi nemici.

A te il principato
nel giorno della tua potenza
tra santi splendori;
dal seno dell'aurora,

come rugiada, io ti ho generato».

Il Signore ha giurato e non si pente:
«Tu sei sacerdote per sempre

al modo di Melchisedek».

Il salmo riprende la figura di questo Melchisedek, che, nella rilettura cristiana, sembra indicare proprio Gesù Cristo, presentato appunto come "sacerdote per sempre al modo di Melchisedek".

Ci sono tre oracoli che riguardano questo misterioso personaggio che viene intronizzato come signore da parte di Dio, il "Signore".

Il primo oracolo parla di potere regale con il linguaggio specifico: sedere alla destra del re, che sottolinea il legame con un altro, da noi identificato in Dio. Il re in Israele è visto e compreso solo in riferimento all'unica regalità, quella divina. Il potere si manifesta nel dominio sopra i nemici, che diventano "sgabello dei piedi", per indicare la loro umiliazione.

Il secondo oracolo richiama l'origine di questo personaggio: "dal seno dell'aurora, come rugiada, io ti ho generato". La rugiada è come acqua che cade e feconda la terra senza la presenza delle nubi; qui vuole sottolineare l'origine misteriosa e divina di questo consacrato.

Il terzo oracolo sottolinea infine il ruolo sacerdotale assegnato con un giuramento senza ripensamenti – "e non si pente – da parte di Dio. Un ministero in una linea diversa da Aronne, e con un ruolo definitivo, "per sempre" e "al modo di Melchisedek". È re per volere di Dio, con il compito di condurgli il popolo a cui è affidato come sovrano, il popolo che appartiene a Dio.

Un commento per ragazzi

Siamo abituati a leggere storie, o seguire racconti e filmati in cui il "super eroe" compie dei gesti rispettando alcune caratteristiche che pian piano diventano talmente familiari da apparire quasi scontate. Il super eroe affronta il nemico più potente e alla fine vince, anche se deve passare momenti di "lotta" decisamente forti, il cui esito non sembra sempre scontato. Se non fosse così, ovvero se al nostro personaggio non capitassero prima o poi quei determinati fatti, non riusciremmo a riconoscerlo come tale, e non attirerebbe più la nostra simpatia e interesse.

Nella Bibbia appare un personaggio misterioso e forse anche proprio per questo ricco di fascino. Uno che compie qualcosa di importante, tanto da rimanere come modello per chi viene in seguito. Il salmo richiama alcune di queste caratteristiche significative:

1. una sovranità che dipende da quella di Dio: non a lui sottomesso, ma legato strettamente e volutamente in un unico impegno per la salvezza della comunità

2. un sacerdozio che esce dai normali schemi conosciuti e consolidati nel popolo eletto e legati alla tribù di Aronne; inoltre un'origine divina: come la rugiada che bagna la terra acqua piovuta dal cielo senza nubi

3. la piena vittoria che contraddistingue e consacra la sua personale vicenda.

Possiamo riconoscere in queste indicazioni la storia di Cristo? Ci proviamo.

Gesù è risorto da morte ed è salito al cielo; questo fa di lui "il Signore" che siede alla destra di Dio, perché da lui è stato inviato a compiere tra gli uomini una missione direttamente legata a Dio e da lui dipendente: il Figlio manifesta il vero volto del Padre e è intimamente e pienamente legato a lui.

Cristo è sacerdote non per generazione umana: Giuseppe e Maria non appartengono alla tribù di Aronne. È "sacerdote per sempre", perché offre a Dio se stesso. Non celebra sacrifici con animali; nella Cena pasquale presenta la sua morte e risurrezione con i segni del pane e del vino, offerti e donati ai suoi per rinnovare l'alleanza tra Dio e l'umanità intera. Il pane diventa segno della sua vita offerta per amore, il suo sangue sigilla la nuova Alleanza che Dio Padre stabilisce e conferma con tutti gli uomini.

Gesù è anche il vincitore di una grande battaglia tra il bene e il male: lotta tra Dio e il demonio, scontro continuo tra luce e tenebre. È la sfida tra vita e morte, duello da cui esce vincitore, come abbiamo cantato nella sequenza di Pasqua: "Morte e Vita si sono affrontate in un prodigioso duello. Il Signore della vita era morto; ma ora, vivo, trionfa." A questo re vittorioso abbiamo elevato la nostra lode, dichiarato la professione di fede e indirizzata l'invocazione: "Sì, ne siamo certi: Cristo è davvero risorto. Tu, Re vittorioso, portaci la tua salvezza."

Quando noi la facciamo la comunione, di fatto siamo in comunione, ovvero strettamente legati, con Gesù. Incontriamo un "personaggio" straordinario, un "super eroe" che ha vinto la morte, esercita un sacerdozio particolare e usa una sovranità che gli viene da Dio. Uniti a lui anche noi siamo vincitori, sacerdoti e re. Per la verità questo ci è stato detto e dato già nel battesimo (vedi la formula della consacrazione con il Crisma). Uniti lui, in comunione con lui, e non solo nel momento in cui in chiesa riceviamo il Pane eucaristico, lui ci rende sacerdoti, re e vincitori. Siamo sacerdoti perché possiamo rivolgerci a Dio e lo chiamiamo Padre; siamo re perché possiamo scegliere per la nostra vita di seguire la proposta del Vangelo; siamo vincitori perché sconfiggiamo in noi stessi, e attorno a noi, il male se seguiamo gli insegnamenti del Maestro imitando il suo stile del Servo di tutti.

Un suggerimento per la preghiera

"Dio Padre buono" noi ti ringraziamo perché ogni domenica "ci raduni in festosa assemblea per celebrare il sacramento pasquale del Corpo e Sangue del tuo Figlio". Ti chiediamo: "donaci il tuo Spirito, perché nella partecipazione al sommo bene di tutta la Chiesa, la nostra vita diventi un continuo rendimento di grazie, espressione perfetta della lode che sale a te da tutto il creato." Lo chiediamo insieme al nostro Signore Gesù Cristo, il vero vincitore, il sacerdote per sempre.

Libri di don Remigio Menegatti

 

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