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TESTO Commento su Matteo 8,5-17

mons. Vincenzo Paglia  

Sabato della XII settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (30/06/2007)

Vangelo: Mt 8,5-17 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Gesù lasciata Nazareth sceglie di vivere a Cafarnao, capitale della Galilea. E di qui annuncia che il regno di Dio è vicino. Alle parole fa seguire i gesti: guarisce i malati e conforta i deboli. Si avvicina a lui un centurione, uomo estraneo al culto e alle tradizioni d'Israele. Ha un servo malato e viene da Gesù; non sa bene neanche come presentargli il caso. E' sufficiente mettere un po' del proprio cuore nelle mani di Gesù che subito veniamo esauditi. Gesù, infatti, legge nel cuore del centurione e subito gli risponde che andrà a casa sua per guarire il servo. Noi a questo punto forse avremmo approfittato di una generosità così gratuita. Quel centurione, no. Si vergogna ancora di più: si trova davanti a se stesso, alla propria vita, a un giudizio su di sé; e con spontanea verità dice che non è degno che il Maestro si rechi da lui. Si vergogna davanti a un uomo così buono. E pronuncia quelle splendide parole che ancora oggi ripetiamo nella liturgia: "O Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, dì soltanto una parola e il mio servo sarà guarito". Il servo del centurione, in effetti, guarisce sulla parola di Gesù. Ma anche quell'uomo guarisce dopo il suo incontro con il Maestro: ha scoperto di essere indegno, ma ha trovato chi lo comprende nel profondo; ha visto come l'interesse per gli altri può trasformare in maniera sorprendente la sua stessa vita.

 

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