La povertà è una realtà che affligge milioni di persone in tutto il mondo e rappresenta uno dei problemi sociali più urgenti e complessi del nostro tempo. In questa scheda tematica esploriamo, in dettaglio, il fenomeno della povertà, mettendo a confronto dati relativi alla sua manifestazione in Italia e a livello globale.
È importante sottolineare, fin da subito, che esiste una distinzione fondamentale tra coloro che vivono in condizioni di povertà e coloro che sono impoveriti

In questa scheda analizziamo come lo stile di vita e le scelte individuali possano contribuire alla condizione di impoverimento, ed evidenziamo come il contesto sociale, economico e culturale possa influenzare il livello di povertà sia a livello individuale che collettivo.
La comprensione di queste sfaccettature è fondamentale per sviluppare politiche efficaci di contrasto alla povertà, non solo in Italia ma anche a livello globale, al fine di promuovere una maggiore equità e giustizia sociale.

Cosa significa “Prendersi cura dei poveri?”, Come te ne prendi cura?
Video testimonianza di don Marco Colonna, sacerdote della diocesi di Termoli-Larino, parroco di Santa Maria degli Angeli in Rotello, presidente dell’Associazione Il muro invisibile ODV.

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Video testimonianza “Sono i poveri che ci evangelizzano” di suor Maria Adelma Bovo, Sorella della misericordia, missionaria 40 anni in Argentina

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Povertà nel mondo: Cosa significa vivere in condizione di povertà? E quanti sono i poveri nel mondo?
Due risposte che, supportate da dati, descrivono una situazione molto grave, specialmente in alcune aree del pianeta. Al giorno d’oggi, la povertà si estende “a macchia di leopardo”. In altre parole, riguarda tutto il mondo, da nord a sud, ma in certe aree la situazione è maggiormente allargata a tutta la popolazione e ci sono meno possibilità di azione risolutiva.
Si parla di povertà estrema quando una persona, una comunità o tutti gli abitanti di un’intera regione sono costretti a vivere con meno di 1,90 dollari dal giorno e procurarsi cibo, acqua, medicine e tutto ciò di cui ci sarebbe bisogno per una vita dignitosa. Al mondo, quasi il 13% della popolazione mondiale vive con meno di 1,90 dollari al giorno.
La percentuale può sembrare “bassa”; ma il numero non deve trarre in inganno o indurre a sottostimare la gravità del problema perché, in valori assoluti, in condizione di povertà estrema vivono 902 milioni di persone. Per rendere l’idea, basti dire che si tratta di circa quindici volte la popolazione italiana.
Fonte: 🔗ActionAid

Povertà di genere: Le donne che hanno subito gli impatti economici più duri della pandemia, hanno perso complessivamente 800 miliardi di dollari di redditi nel 2020, un ammontare superiore al PIL combinato di 98 Paesi, e stanno affrontando un aumento significativo del lavoro di cura non retribuito, che ancora oggi ricade prevalentemente su di loro. Mentre l’occupazione maschile dà segnali di ripresa, si stimano, per il 2021, 13 milioni di donne occupate in meno rispetto al 2019.
La crisi da COVID-19 è stata etichettata da alcuni osservatori come she-cession. Le persistenti disuguaglianze di genere nell’accesso, nella permanenza e nella progressione delle carriere sul mercato del lavoro italiano rischiano di inasprirsi per effetto della pandemia. La contrazione del tasso di occupazione e delle retribuzioni ha visto le donne maggiormente penalizzate rispetto agli occupati uomini. Tra i fattori che hanno esacerbato i divari lavorativi di genere nel biennio pandemico figurano: la maggiore presenza delle donne nei settori “non essenziali”, una più marcata mancanza di rinnovi dei contratti a termine, la strutturale difficoltà di conciliazione tra la vita professionale e lavorativa e di rientro nel mercato del lavoro a seguito di maternità o congedi lunghi che scontano il pluriennale ritardo italiano negli investimenti in infrastrutture sociali (servizi per l’infanzia, per la non-autosufficienza, ecc.)
Fonte: 🔗Oxfam Italia

DISUGUITALIA: Alla fine del 2020 la distribuzione della ricchezza nazionale accentuava le differenze economiche tra i concittadini; infatti confrontando il vertice della piramide della ricchezza con i più poveri della popolazione italiana, il risultato appare ancor più sconfortante:
Il top-10% (in termini patrimoniali) della popolazione italiana possedeva oltre 6 volte la ricchezza della metà più povera della popolazione. La ricchezza del 5% più ricco degli italiani (titolare del 40,4% della ricchezza nazionale netta) era superiore allo stock di ricchezza detenuta dall’80% più povero dei nostri connazionali (32,4%).
La posizione patrimoniale netta dell’1% più ricco (che deteneva a fine 2020 il 22,2% della ricchezza nazionale) valeva oltre 51 volte la ricchezza detenuta complessivamente dal 20% più povero della popolazione italiana. Nei 21 mesi della pandemia intercorsi tra il mese di marzo 2020 e il mese di novembre 2021 il numero dei miliardari italiani nella Lista Forbes è aumentato da 36 a 49. La ricchezza netta complessiva dei miliardari italiani ammontava a inizio novembre 2021 a 185 miliardi di euro, mostrando un incremento in valori reali del 56% dal primo mese della pandemia (+66 miliardi di euro). I 40 miliardari italiani più ricchi posseggono oggi l’equivalente della ricchezza netta del 30% degli italiani più poveri (18 milioni di persone adulte).
Fonte: 🔗Oxfam Italia, La pandemia della disuguaglianza, 2022

Working Poor: Il mercato del lavoro italiano era contraddistinto, ben prima dell’avvento della pandemia, da elevate e crescenti disuguaglianze. Un mercato che offre poche buone opportunità occupazionali e genera strutturalmente povertà. Nel 2019, a pochi mesi dallo scoppio della pandemia, l’11,8% dei lavoratori occupati per almeno 7 mesi all’anno era povero; godevano cioè di un reddito familiare inferiore al 60% del valore mediano del reddito disponibile equivalente su base familiare. Trascurando il reddito familiare e considerando il valore della remunerazione, recenti stime mostrano come quasi un terzo dei dipendenti privati, collaboratori, professionisti e lavoratori domestici presenti negli archivi amministrativi dell’INPS risultavano working poor. Nelle ultime tre decadi la quota di working poor (lavoratori con retribuzione annuale inferiore a 10.837 euro e quella mensile inferiore a 972 euro nel 2017) risulta inoltre significativamente aumentata, passando dal 26% del 1990 al 32,4% nel 2017.
Fonte: 🔗Oxfam Italia, La pandemia della disuguaglianza, 2022

La povertà giovanile acuita dalla pandemia: I giovani si trovano di fronte a molteplici turbamenti causati dalla crisi di COVID-19 che potrebbe creare una “generazione del confinamento”.
Le stime aggiornate mostrano che i giovani sono stati colpiti in modo sproporzionato dalla crisi di COVID-19, attraverso molteplici sconvolgimenti, tra cui l’interruzione dei percorsi di istruzione e formazione, la perdita di posti di lavoro e di reddito, e maggiori difficoltà a trovare un lavoro.
Agli inizi della crisi, circa 178 milioni di giovani lavoratori nel mondo — o più di quattro giovani occupati su dieci lavoravano in settori fortemente colpiti dalla stessa. Quasi il 77 per cento (o 328 milioni) dei giovani lavoratori nel mondo svolgeva un lavoro informale, rispetto al 60 per cento circa dei lavoratori adulti (dai 25 anni in su). Il tasso di informalità tra i giovani lavoratori varia dal 32,9 per cento in Europa e in Asia centrale al 93,4 per cento in Africa. Anche prima della crisi, oltre 267 milioni di giovani non lavoravano, non studiavano e non erano in formazione (NEET), tra questi quasi 68 milioni erano disoccupati.
Sia l’istruzione e la formazione tecnica e professionale che la formazione sul posto di lavoro hanno subito gravi interruzioni. Secondo quanto emerge da una recente indagine congiunta OIL UNESCO-Banca Mondiale, circa il 98 per cento degli intervistati ha segnalato la chiusura totale o parziale di scuole e centri di formazione tecnica e professionale. Anche se oltre due terzi della formazione viene ora impartita a distanza, spesso online, pochi paesi a basso reddito hanno effettivamente compiuto questa transizione.
Una nuova indagine globale dell’OIL e dei partner dell’Iniziativa globale sul lavoro dignitoso per i giovani rivela che tra gli intervistati più di un giovane su sei ha smesso di lavorare dall’inizio della crisi COVID19. Per i giovani che hanno continuato a lavorare, l’orario di lavoro è diminuito del 23 %.

I giovani al lavoro in Italia: Anche in Italia la situazione giovanile non è delle migliori ed è stata particolarmente colpita dalla pandemia mostrando così la fragilità, ulteriormente penalizzata dall’assenza strutturale di supporto. Nel breakdown per fasce di età, gli occupati giovani (15-34 anni) sono stati tra i lavoratori più colpiti dalla pandemia da COVID-19, in particolare, nel corso del lockdown del 2020. Un’inclusione lavorativa duratura e di qualità della componente più giovane delle forze attive è d’altro canto profondamente trascurata da anni dal sistema produttivo e dalle istituzioni pubbliche nel nostro Paese. Strutturalmente dominata dai contratti di lavoro a termine, la componente risulta tra le più esposte a periodi di congiuntura negativa e shock esogeni come quello associato all’emergenza sanitaria da Coronavirus.

Fonte: 🔗Oxfam Italia, La pandemia della disuguaglianza, 2022
Fonte: 🔗Organizzazione Internazionale del Lavoro, Covid-19 e il mondo del lavoro, 4° edizione

UNA SPIRALE NEGATIVA CHE PRECLUDE UN FUTURO ANCORA INGIUSTO
Gli squilibri rilevati certificano ancora una volta quanto differenziata sia la resilienza economica dei nostri concittadini (ovvero la loro capacità di resistere a shock di spesa attesi o imprevisti come quelli legati all’insorgere di una malattia o alla perdita dell’impiego che comportano la riduzione, finanche l’azzeramento del reddito) e quanto differenziati siano gli standard di vita presenti e le future traiettorie di benessere individuale nella nostra società. Tutto ciò costituisce, per chi è all’apice della piramide distributiva, una misura del potere di condizionamento dei processi decisionali, troppo spesso indebito e volto a tutelare condizioni di privilegio acquisito. Questo può preannunciare che la distribuzione delle ricchezze del nostro Paese seguirà questo trend e che il cambiamento di rotta è più difficile da implementare.

La povertà in Italia secondo i dati della Rete Caritas: Report Statistico Nazionale 2023 – Caritas Italiana
La disuguaglianza non conosce crisi: Rapporto OXFAM

FILM
La città della gioia (1992) Regia Roland Joffé
Il ragazzo che catturò il vento (2019) Regia di Chiwetel Ejiofor

Libri
Tira fuori la lingua: storie dal Tibet di Ma Jian
I santi vanno all’inferno di Gilbert Cesbron

Dagli Atti degli Apostoli 4, 32-35
La moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuore solo e un’anima sola e nessuno considerava sua proprietà quello che gli apparteneva, ma fra loro tutto era comune. Con grande forza gli apostoli davano testimonianza della risurrezione del Signore Gesù e tutti godevano di grande favore. Nessuno infatti tra loro era bisognoso, perché quanti possedevano campi o case li vendevano, portavano il ricavato di ciò che era stato venduto e lo deponevano ai piedi degli apostoli; poi veniva distribuito a ciascuno secondo il suo bisogno.

Messaggio del Santo Padre per la VII Giornata Mondiale dei poveri – 19 novembre 2023 «Non distogliere lo sguardo dal povero» (Tb 4,7)


PREGHIERA di Raoul Follereau: Insegnaci a non amare solo noi stessi
Insegnaci, Signore, a non amare solo noi stessi,
a non amare soltanto i nostri cari,
a non amare soltanto quelli che ci amano.
Insegnaci a pensare agli altri,
ad amare anzitutto quelli che nessuno ama.
Concedici la grazia di capire che in ogni istante,
mentre noi viviamo una vita
troppo felice e protetta da te,
ci sono milioni di esseri umani,
che pure sono tuoi figli e nostri fratelli,
che muoiono di fame
senza aver meritato di morire di fame,
che muoiono di freddo
senza aver meritato di morire di freddo.
Signore abbi pietà di tutti i poveri del mondo;
e non permettere più, o Signore,
che viviamo felici da soli.
Facci sentire l’angoscia della miseria universale
e liberaci dal nostro egoismo.

  • Fai servizio di volontariato alla Caritas, secondo la tua propensione personale: potresti metterti a disposizione per il Centro di ascolto, oppure materialmente per preparare i pacchi da distribuire, o ancora per il Banco alimentare, fuori dal supermercato. 
  • Organizza una raccolta di coperte, sacchi a pelo e indumenti pesanti: l’inverno è alle porte, arriva il freddo: sono molte le persone che vivono nelle strade delle nostre città. Fissa un punto di raccolta e degli orari in cui è possibile consegnare gli oggetti richiesti, nuovi o in buone condizioni.
  • Per tutto il mese di novembre metti da parte 1 € al giorno. Coinvolgi anche i tuoi familiari o i tuoi coinquilini. Alla fine del mese porta il tuo salvadanaio alla Caritas parrocchiale o diocesana per le necessità dei più bisognosi della tua zona.

Caritas Italiana
Ronda della carità – ODV