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TESTO La teoria del tutto

don Domenico Bruno  

V Domenica di Quaresima (Anno B) (18/03/2018)

Vangelo: Gv 12,20-33 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 12,20-33

20Tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c’erano anche alcuni Greci. 21Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli domandarono: «Signore, vogliamo vedere Gesù». 22Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù. 23Gesù rispose loro: «È venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato. 24In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. 25Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. 26Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà. 27Adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora! 28Padre, glorifica il tuo nome». Venne allora una voce dal cielo: «L’ho glorificato e lo glorificherò ancora!».

29La folla, che era presente e aveva udito, diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato». 30Disse Gesù: «Questa voce non è venuta per me, ma per voi. 31Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. 32E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me». 33Diceva questo per indicare di quale morte doveva morire.

Per fare un tavolo ci vuole il legno
per fare il legno ci vuole l'albero
per fare l'albero ci vuole il seme

Tutti conosciamo questa canzone di Gianni Rodari che insegna una cosa quanto mai elementare e per nulla scontata: spesso ci dimentichiamo di vedere l'infinito che c'è dietro le cose e che le ha portate ad essere ciò che sono!

Dio che ama da morire, pianta sempre semi di speranza perché gli uomini possano sempre avere vita. Il seme che Dio coltiva è un seme d'amore, il quale può germogliare e produrre altri semi se sa sacrificarsi e morire, cioè se porta in sé il desiderio di vita.

Ci sono due qualità del morire: una sterile, e una fertile che "porta frutto".

Il morire sterile appartiene a quei semi che non hanno desiderio di vivere o di far vivere: pensiamo a quanti compiono il male perché arrabbiati con qualcuno o con se stessi, pensiamo a quanti con furbizia cercano di scavalcare qualcun altro, di prenderlo in giro, ecc.

C'è poi il morire fertile tipico di chi smette di essere quello che è per essere migliore, comportandosi come esempio per altri che a loro volta faranno lo stesso in futuro, o permettendo che della loro migliore condizione possa beneficiarne qualcun altro.

È il caso del seme: se non smette di essere seme non metterà mai le radici e non potrà mai diventare una pianta che crescendo diventerebbe un albero capace di fornire il legno all'uomo; l'uomo avrebbe difficoltà a trovare e impiegare il legno che gli è utile per vivere meglio (costruire, riscaldarsi, cucinare, ecc.).

Così è per il bruco: se non smette di essere bruco non potremo mai avere le splendide farfalle; l'ecosistema non potrebbe godere del loro beneficio per l'impollinazione e per il controllo naturale dei parassiti. Inoltre, le farfalle sono cibo per gli uccelli, pipistrelli e altri animali: se esse cessassero di esistere tutto sarebbe scompensato.

Infine dobbiamo pensare al bambino: se non cessa di essere bambino e non cresce, da chi sarebbe governata la terra? Come andrebbe avanti il mondo?

In questo Vangelo (Gv 12,20-33) il centro non è la morte, ma la vita! La morte non è altro che un passaggio, la trasformazione da una condizione a un'altra migliore che è a vantaggio di molti!

Se Gesù non avesse fatto lo stesso, se Gesù non avesse lasciato la sua vita terrena, non sarebbe potuto risorgere, e la sua esistenza non sarebbe servita a nulla. Invece, Gesù passando per la morte ha potuto trasformarla grazie alla potenza della risurrezione che ha fatto nuove tutte le cose. Ciò che ha mosso il Signore ad andare in croce perché tutto questo accadesse è stato il suo amore per ciascuno di noi. Tutto ha origine nell'Amore.

Cosa potrei far morire della mia vita vecchia per assumerne una nuova?
Cosa mi impedisce di passare dalla presente condizione a quella migliore?
So prendermi le mie responsabilità?
Quello che faccio è utile solo a me, oppure anche altri possono beneficiarne?

 

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