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TESTO Risorti col Risorto

don Marco Pratesi  

Domenica di Pasqua - Risurrezione del Signore (Anno A) (27/03/2005)

Vangelo: Gv 20,1-9 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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1Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. 2Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». 3Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. 4Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. 5Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. 6Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, 7e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. 8Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. 9Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.

Il terremoto, l'angelo, lo sfolgorio: Matteo ci descrive l'incontro che le due Marie fanno al sepolcro come una teofania, cioè una manifestazione particolarmente forte di Dio, che ha già in qualche modo le sembianze della manifestazione ultima e totale alla fine dei tempi ("escatologica").

Se c'è un evento che appartiene al mondo definitivo è proprio la risurrezione. Essa ha per così dire due facce. Da un lato guarda sul mondo di Dio, perché Gesù entra totalmente nella vita di Dio; dall'altra sul mondo degli uomini, perché è un evento che si compie nella nostra storia, non è un'invenzione o una realtà da interpretare simbolicamente. In pratica, è un evento che al tempo stesso è alla nostra portata e fuori di essa; afferrabile e inafferrabile, comprenssibile e incomprensibile. Lo vediamo nell'esperienza delle due Marie. Esse non assistono direttamente alla risurrezione; ma l'angelo toglie loro la pietra dal sepolcro perché esse possano costatare che il corpo di Gesù non c'è più. Ehli poi spiega loro il senso di questo sepolcro vuoto: il maestro è risorto come aveva detto.

Notiamo ancora una volta come Dio si rivela (la struttura caratteristica della rivelazione): attraverso un fatto (il sepolcro vuoto) e una parola (quella dell'angelo) che ne dà il significato. Le due donne entrano nel mistero e ne scoprono la gioia. Per le guardie invece non c'è segno, né parola, né gioia: restano "come morte", incoscienti, non colgono niente.

Questo sepolcro vuoto di Gesù rimane come segno di contraddizione nella storia dell'umanità. Segno muto se guardato con occhi soltanto umani; eloquente se si ascolta la Parola del Vangelo e ci si lascia da essa illuminare.

Scopriamo allora nella vita nuova del Risorto il fondamento per un nostro nuovo modo di vivere.

Lo dice Paolo: "come Cristo fu risuscitato dai morti, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova" (veglia, epistola); "se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù" (messa del giorno, II lettura).

Se, come le donne, abbiamo accolto questa manifestazione di Dio, costruiamo la vita e facciamo le scelte come se già vedessimo il termine ultimo di tutto.

Questa proiezione in avanti verso il traguardo della (mia) storia è la speranza, che consente di anticipare i tempi e di essere già in qualche modo nella vita eterna.

Senza una forte e viva speranza non si possono fare le scelte cristiane, perché mancano le motivazioni. La morale cristiana non è infatti una morale umanistica o peggio ancora borghese, ma la traduzione nell'oggi della vita futura. In pratica, se do troppa importanza alla vita presente e dimentico la futura, non riesco a seguire Gesù: "Pensate alle cose di lassù, non a quelle della terra". Una forte fede nella risurrezione e una salda speranza nella vita eterna sono essenziali per vivere il cristianesimo, vivere in modo non più corrispondente ai vecchi criteri della vita rinchiusa nell'orizzonte terrestre, vivere di vita nuova: la vita del Risorto trapiantata in noi.

All'offertorio:

Pregate fratelli e sorelle perché questo sacrificio ci comunichi in abbondanza la vita nuova del Risorto, e sia gradito a Dio Padre Onnipotente.

Al Padre Nostro:

Insieme a Gesù risorto e vittorioso, chiediamo al Padre che si realizzi il suo progetto di salvezza, la sua volontà annunziata nel Vangelo:

 

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