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TESTO Dio Amore con noi

padre Gian Franco Scarpitta  

IV Domenica di Avvento (Anno A) (18/12/2016)

Vangelo: Mt 1,18-24 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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18Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. 19Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. 20Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; 21ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».

22Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:

23Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio:

a lui sarà dato il nome di Emmanuele,

che significa Dio con noi. 24Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.

Non è solo nei Vangeli che si incontra il nome di Gesù. Il libro del Siracide è attribuito infatti a un "Gesù figlio di Sirach" e Paolo in Col 4, 10 - 11 parla di un altro "Gesù" chiamato Giusto. Solo in questo brano evangelico però si menziona il significato esatto del nome "Gesù", mentre si narra della nascita ventura del Verbo di Dio nella carne: dalle parole dell'angelo che nottetempo si manifesta a Giuseppe, si riscontra che esso significa "Salvatore" (Dio salva), colui cioè che è destinato a salvare il suo popolo dai peccati e a risollevare le sorti di tutti gli uomini. Il popolo d'Israele, e per inciso l'intera umanità, spera nell'arrivo di un liberatore, di un Messia e Re universale che era stato promesso, di un Salvatore e tale promessa si realizza adesso per mezzo di una Vergine. La sua nascita straordinaria e miracolosa da un grembo vergineo suggerisce a Matteo di chiamarlo il "Dio - con - noi" Emmanuele, anche se a dire il vero l'introduzione di questo verso di Isaia all'interno del Vangelo ha suscitato polemiche e divisioni fra cristiani ed ebrei. Si discute tanto soprattutto sul concetto di "vergine". Ciò tuttavia non toglie che in Gesù Cristo si sono adempiute tutte le promesse e la salvezza ha raggiunto l'uomo peccatore. Del resto L'evangelista Matteo delinea la realizzazione di quanto profetizzato nel riportare la genealogia che conduce di generazione in generazione da Abramo a Davide fino allo stesso Gesù Cristo, a sottolineare la vera discendenza davidica del Cristo e concludendo con efficacia che è proprio Gesù l'Emmanuele, Dio - con - noi. Dio che entra nella nostra storia e la percorre fino in fondo, che abbandona le sue prerogative di grandezza "spogliando se stesso per diventare simile a noi" (Fil 2, 3) umiliandosi fino all'estremo. Dio che si incarna e che viene ad interagire con gli uomini, apportando la novità della gioia e della pace nel Regno di Dio è certamente il "Dio con noi", che esce da se stesso e si concede fino all'inverosimile. Come dice un tradizionale assioma della filosofia, il Bene non è mai racchiuso in se stesso, ma per essere tale deve per forza diffondersi. Dio, che è il Bene assoluto esce da se stesso già nella creazione del cosmo, ma ancor di più nella redenzione. E adesso esula da se stesso in quanto viene ad abitare in mezzo a noi. Egli si è fatto carne (Gv 1, 14) e ha manifestato la sua gloria a tutti gli uomini, specialmente amando disinteressatamente i poveri e per gli oppressi. A tal proposito, occorre considerare che proprio le opere di misericordia attestano la verità di Gesù quale Figlio di Dio, il Dio con noi solidale con l'umanità, poiché in ciascuna di queste opere si realizza la rivelazione piena di ciò che il vero Dio è sempre stato in se stesso: l'Amore che esce da sé e che si diffonde e pertanto l'Amore che si fa per noi. Cristo incarnato è quindi il Dio Amore con noi. Egli entra nella nostra storia perché noi comprendiamo di non essere soli, ma procediamo nella consapevolezza che la sua compagnia è determinante e va colta in ogni ambito della nostra vita. Dio è davvero con noi in qualsiasi esperienza del vissuto e la sua presenza va percepita e valorizzata per la nostra stessa esaltazione. La presenza di Dio è per noi presenza di Amore che tende ad instaurare una nuova dimensione e un nuovo ordine che ci interpella e ci tocca tutti da vicino.

Tutto questo ci è dato da una Vergine. O meglio dalla predisposizione dello stesso Signore di un grembo precedentemente predisposto come puro e immacolato, non contaminato da macchia alcuna e pertanto preservato anche dal minimo atto sessuale che comporterebbe omissioni e impurità, risultando inadeguato all'incarnazione del Verbo di Dio. La Vergine di cui si parla, preannunciata da Isaia come partoriente, è Maria di Nazareth promessa sposa di Giuseppe, la quale viene rivestita dalla potenza dello Spirito Santo, che a sua volta ribadisce e palesa il predetto amore di Dio. Manifestando allo stesso tempo che Gesù è Colui che salva in quanto ama.

 

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