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TESTO Commento su Mc 16, 10

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Sabato fra l'Ottava di Pasqua (11/04/2015)

Vangelo: Mc 16,9-15 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

"Questa andò ad annunciarlo a quanti erano stati con lui ed erano in lutto e in pianto. Ma essi, udito che era vivo e che era stato visto da lei, non credettero."
Mc 16, 10

Come vivere questa Parola?
Questa settimana di Pasqua si chiude con le apparizioni del Risorto raccontate da Marco evangelista. Poche parole, asciutte e dirette. Le donne al sepolcro trovano la tomba vuota, vanno, raccontano e nessuno crede loro. Due in campagna dicono di aver visto e parlato con Gesù. Nessuno gli crede. Nessun affidamento viene dato a voci che tra paura ed entusiasmo dicono una cosa desiderabile ed incredibile.
L'esperienza diretta di Gesù risorto metterà gli apostoli nella condizione di non poter più non credere. Egli, apparendo loro, li rimprovera per la loro durezza di cuore. La loro persona non si era aperta all'inedito; dopo tanto tempo trascorso con Gesù, ancora prevaleva in loro il bisogno di ricondurre tutto a ciò che è razionale, comprensibile e definibile. Il nuovo non ha posto. Il Risorto impone di spostare i confini del noto per porli nell'ignoto. Marco al rimprovero di Gesù attacca immediatamente il mandato dell'ascensione: "Andate in tutto il mondo!".
I confini del noto da scombinare ed evangelizzare non sono solo nella mente degli apostoli: Gesù rompe anche geograficamente il limite che definiva gli undici. E li manda in tutto il mondo. Il nuovo popolo di Dio non sta in Palestina, la terra promessa non è in Medio Oriente, è il mondo intero.

Signore, la resurrezione scombina i nostri orizzonti e nulla è più come prima! Aiutaci a non avere paura di uscire, andare e incontrare Te ai confini del mondo!

La voce del Catechismo della Chiesa Cattolica
644 Anche messi davanti alla realtà di Gesù risuscitato, i discepoli dubitano ancora, tanto la cosa appare loro impossibile: credono di vedere un fantasma. «Per la grande gioia ancora non credevano ed erano stupefatti» (Lc 24,41). Tommaso conobbe la medesima prova del dubbio e, quando vi fu l'ultima apparizione in Galilea riferita da Matteo, «alcuni [...] dubitavano» (Mt 28,17). Per questo l'ipotesi secondo cui la risurrezione sarebbe stata un «prodotto» della fede (o della credulità) degli Apostoli non ha fondamento. Al contrario, la loro fede nella risurrezione è nata - sotto l'azione della grazia divina - dall'esperienza diretta della realtà di Gesù risorto.

Sr Silvia Biglietti FMA - silviabiglietti@libero.it

 

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