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TESTO Commento su Is 55,1-3; Sal 144; Rm 8,35.37-39; Mt 14,13-21

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XVIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (31/07/2011)

Vangelo: Is 55,1-3; Sal 144; Rm 8,35.37-39; Mt 14,13-21 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 14,13-21

In quel tempo, 13avendo udito [della morte di Giovanni Battista], Gesù partì di là su una barca e si ritirò in un luogo deserto, in disparte. Ma le folle, avendolo saputo, lo seguirono a piedi dalle città. 14Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, sentì compassione per loro e guarì i loro malati.

15Sul far della sera, gli si avvicinarono i discepoli e gli dissero: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare». 16Ma Gesù disse loro: «Non occorre che vadano; voi stessi date loro da mangiare». 17Gli risposero: «Qui non abbiamo altro che cinque pani e due pesci!». 18Ed egli disse: «Portatemeli qui». 19E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull’erba, prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli, e i discepoli alla folla. 20Tutti mangiarono a sazietà, e portarono via i pezzi avanzati: dodici ceste piene. 21Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini.

Nelle scorse domeniche abbiamo parlato di valori e di sapienza, le letture di oggi ci dicono che queste cose passano per la vita reale, cioè per il pane condiviso nella quotidianità.
Il profeta Isaia, nella prima lettura ci dice che Dio prova compassione verso i suoi figli e li conforterà. La parola ebraica compassione è il sentimento che la madre sente quando il bambino piange e lo fa avvicinare al seno per nutrirlo. Ci presenta inoltre l'invito di Dio a sedere alla sua mensa e sollecita tutti quanti ad approfittare della sua offerta. Dio ha preparato un pane che fa vivere e sazia e fa entrare in una nuova relazione con Lui.
Anche il Salmo 144 insiste sulla tenerezza e bontà del Signore, che è paziente e misericordioso verso tutti, sazia la fame di ogni vivente ed è vicino a quanti lo cercano con cuore sincero. Sono pochi versi, ma contengono un inno al Dio, che è vicino, non solo all'uomo, ma ad ogni creatura che abita l'universo.
L'apostolo Paolo, nella sua lettera ai Romani, afferma con entusiasmo che nessuna creatura ci potrà separare dall'amore di Cristo, perché "noi siamo più che vincitori per virtù di colui che ci ha amati". Quando Cristo ci prende il cuore, la mente e la vita (sapienza del cuore come Salomone) in teoria niente dovrebbe separarci da lui, però...
Il brano del vangelo di Matteo ci racconta la moltiplicazione dei pani. E' questo il miracolo più presene nei Vangeli, è raccontato da tutti e quattro gli evangelisti e lo troviamo per ben due volte nei vangeli di Marco e Matteo.
Nel testo però, non è mai citato il verbo "moltiplicare", questo ad indicarci che il vero miracolo è la condivisione, è il pane spezzato che sazia la fame di chi ascolta la Parola di Gesù, è la fede che si traduce in opere concrete.
Gesù avuta la notizia della morte di Giovanni Battista, desidera ritirarsi a riflettere e pregare per capire ciò che il Padre esige da lui in questa nuova situazione, ma la folla lo raggiunge nel deserto. Gesù si preoccupa e "sente compassione" di tutto l'uomo, corpo e anima. Alle anime distribuisce la parola, ai corpi la guarigione.
Ma al termine della giornata si presenta un problema: come sfamare tutta quella gente? Gesù coinvolge gli apostoli nella soluzione, vuole che ne prendano coscienza ed escogitino una via. Gesù invita a rovesciare la situazione: dividere ciò che si ha per distribuire a chi non ha! Solo nella logica della condivisione è possibile superare i problemi, senza di essa prevale la logica dell'accumulo. Senza la condivisione prevale l'egoismo.
Le sue mani prendono, benedicono, spezzano e donano. I verbi sono gli stessi dell' Eucaristia, la cena del Signore. Sono i verbi che indicano la circolarità dell'amore, la non chiusura nel possesso, l'apertura alla condivisione e al dono.
"Voi stessi date loro da mangiare". Gesù invitò a condividere quel poco che avevano: cinque pani e due pesci. Gesù ha bisogno che qualcuno metta a disposizione quel poco che ha, e che rischi di saltare il pranzo perché lo condivide. Il primo miracolo sta proprio nel sapere condividere quel "poco" che si ha. Lo stesso fa oggi: tu porta tutto davanti a Lui e stai pronto!
Con questo miracolo Gesù non intende soltanto sfamare la folla, ma anche e soprattutto vuole creare e consolidare la comunione. Gesù non vuole che la gente si disperda.
Donando del proprio, i discepoli imparano a creare comunione. Essi passano infatti dall'egoismo alla condivisione. Due stili di vita opposti e riassunti da due verbi alternativi: comprare - dare. Una è la logica di proprietà (ognuno per sé), l'altra quella della condivisione (io per gli altri).
Allora il senso del miracolo è che più si condivide e più l'amore cresce. Questo è anche un insegnamento che dovremmo adottare in famiglia: condividi quello che hai, quello che sei, quello che conosci e tutto si moltiplicherà. Se ognuno fa la sua parte l'impossibile diventa possibile. Però per fare il miracolo Gesù chiede il nostro aiuto, egli ha bisogno delle nostre mani, anche se deboli, delle nostre risorse, anche se modeste. Egli rende forte la nostra debolezza e ricca la nostra povertà. Tu sei responsabile dell'altro e perciò personalmente coinvolto nel suo bisogno. Questo splendido Dio ha bisogno di noi, vuole che siamo noi a renderlo presente là dove la fame di felicità e di senso diventano insostenibili.
Se nei momenti di difficoltà di coppia mi limito unicamente a guardare a quello che sono dentro, alle mie capacità, alle mie doti, a ciò che posso fare o che sono capace di fare, scopro che sono proprio ben poca cosa. Ricordiamoci allora di questo vangelo che ci stimola a mettere quel poco che abbiamo nelle mani di Dio, ricordandoci che ciò che è scarso per l'uomo è infinitamente grande per Lui.
Per la riflessione di coppia e di famiglia:
- Nella nostra vita quanto ci ha aiutato la teoria a vivere la quotidianità con le sue contraddizioni e difficoltà?
- Quali sono i nostri pani e i nostri pesci che condividiamo senza rimpianti e senza interessi?
- Condivisione spirituale e materiale (perseveranza nonostante)
Commento a cura di Don Oreste, Anna e Carlo - CPM Torino

 

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