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TESTO La Chiesa, seme e lievito per rinnovare il mondo

don Romeo Maggioni  

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Vangelo: Mt 13,24-43 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

"Ecco, io faccio una cosa nuova: proprio ora germoglia, non ve ne accorgete?". Abbiamo rievocato in queste domeniche passate i gesti di Dio per il suo popolo nella Antica Alleanza; ma col Messia, ormai giunto tra noi, qualcosa di assolutamente nuovo Dio compie tra il suo popolo. Il Figlio di Dio è venuto a fare degli uomini dei veri figli di Dio col battesimo, col pane dell'Eucaristia, con la carità per una qualità nuova nei rapporti tra gli uomini, fino all'impegno operoso per il Regno di Dio chiamati a diverse ore a lavorare nella vigna del Signore.

E' esattamente la realtà nuova della nuova famiglia di Dio che è la Chiesa. Germoglia ora nella storia: ce ne siamo accorti? Pesante sembra essere il carico di male che sovrasta il mondo - una zizzania che vorremmo estirpare -, anzi che sembra prevalere, e ci rende dubbiosi sull'efficacia della grazia. Ma Dio agisce nella discrezione, come un lievito, come un seme, piccolo e modesto, ma dall'energia inarrestabile capace alla fine di produrre buon raccolto.

1) LA DISCREZIONE

Siamo educati dall'efficienza, dalla tecnica che modifica la realtà all'utilità, e forse anche dalla presunzione di dominare la vita con tanti surrogati che promettono felicità e benessere. Ci sorprende allora e ci irrita il tanto male che dilaga a fronte appunto della presunzione di sentirci padroni della vita e della storia. E in questo quadro ci viene spontaneo dire: "Vuoi che andiamo a raccoglierla" questa zizzania? E perché Dio permette il male? Perché tollera tanta malvagità? Perché non prende un legno e ripulisce questo mondo sbagliato. La nostra voglia di onnipotenza.., almeno la eserciti Dio, visto che si dichiara il Signore unico della storia: "Io sono Dio, sempre il medesimo dall'eternità. Nessuno può sottrarre nulla al mio potere: chi può cambiare quanto io faccio?" (Lett.).

Bisogna chiarire "da dove viene la zizzania". "Un nemico ha fatto questo!". Chiamarlo per nome è il diavolo; ma dietro a lui e con lui v'è la lunga fila di "tutti quelli che commettono iniquità". Il primo mistero della storia è la scelta di Dio di rispettare la libertà dell'uomo, quasi limitando la sua onnipotenza per lasciare spazio alle scelte responsabili di ogni creatura. Satana è il primo ribelle, e organizza la ribellione dell'uomo. E' il dramma della storia che non va nascosto: il bene non è spontaneo, né si impone da sé. Ha i suoi nemici e i suoi condizionamenti. La libertà implica una lotta e una scelta. In definitiva, dentro l'uomo si gioca la partita del bene e del male, nel suo libero arbitrio, in una coscienza che va educata e in una volontà che va risanata.

Operazioni dello spirito, battaglia interiore, fatta con le armi della persuasione e dell'educazione, cioè nella pazienza e nella discrezione, non con la forza e l'imposizione.

Per questo Gesù usa l'immagine del "buon seme", anzi del "granello di senape, il più piccolo di tutti i semi", del "lievito" nascosto nella pasta per farla silenziosamente lievitare. Questo è l'agire cristiano, questo è lo stile della "rivoluzione" del credente, questo è - deve essere - la Chiesa nel suo muoversi nella storia se vuol essere come l'ha stabilita Dio, ben oltre - o lontano - dall'efficienza, dai mezzi, o dalle prepotenze o imposizioni, anche giuridiche, perché si sente maggioranza. Forse è anche per questo che il Signore porta la sua Chiesa nel deserto della emarginazione e della persecuzione, per richiamarle una fede più pura e uno stile più evangelico.

2) L'EFFICACIA

Non di meno noi crediamo allo sbocco positivo di questo disegno di Dio, che il bene vincerà, che il Regno di Dio si imporrà, che il piccolo seme "una volta cresciuto, è più grande delle altre piante, e diventa un albero tanto che gli uccelli del cielo vengono a farvi il nido tra i suoi rami". E siamo certi che "al momento della mietitura" si farà giustizia piena della zizzania e del grano. Se oggi ci vien da dubitare di questa giustizia è perché un'altra scelta misteriosa guida l'agire di Dio nella storia: quella di scadenzare oggi la sua giustizia al ritmo della misericordia, perché, dice Gesù, "io non perde nulla di quanto egli mi ha dato" (Gv 6,39). Noi che siamo uomini del tutto e subito, ci scandalizziamo del lento agire di Dio. Ma è peccato grave crederci più giusti e quindi non stimare che Dio sia disponibile a chiudere un occhio o due anche su di noi!

Naturalmente l'efficacia positiva non sta nelle nostre forze né nei nostri propositi. Il Regno di Dio è appunto questa risorsa di trasformazione - del cuore e della libertà prima e poi del mondo - che è stata gettata nella storia da Cristo e, proprio perché Lui è vivo, energia attuale e operante nel cuore della Chiesa e di ogni credente. Per essere sicuri della efficacia divina, basta guardare a quello che Dio ha operato nel Cristo con la sua risurrezione e, prima ancora, in quello che da sempre Egli sa operare in mezzo al suo popolo, Lui "che aprì una strada nel mare e un sentiero in mezzo ad acque possenti, che fece uscire carri e cavalli, esercito ed eroi..; essi giacciono morti, si spensero come un lucignolo" (Lett.). Come nel primo esodo, Dio ha poi riportato liberi i suoi da Babilonia: "Aprirò nel deserto una strada, immetterò fiumi nella steppa per dissetare il mio popolo, il mio eletto". Solo accostando i fatti di Dio entro la vicenda umana così come li narra la Bibbia, si può divenire certi che Dio mantiene le promesse e salva.

A fianco dell'opera di Dio stanno i suoi collaboratori, cioè i credenti, e in particolare gli apostoli che operano a suo nome: "Siamo infatti collaboratori di Dio, e voi siete campo di Dio, edificio di Dio" (Epist.). Collaboratori umili: "Né chi pianta né chi irriga vale qualcosa, ma solo Dio, che fa crescere". Collaboratori che lavorano secondo verità: "Infatti nessuno può porre un fondamento diverso da quello che già vi si trova, che è Gesù Cristo". Collaboratori ai quali sarà domandato conto del modo con cui costruiscono la comunità cristiana: "E se si costruisce con oro, argento, pietre preziose, legno, fieno, paglia, l'opera di ciascuno sarà ben visibile, e .. il fuoco proverà la qualità dell'opera di ciascuno". C'è da pensarci bene sul come si gestisce la pastorale oggi, da noi almeno nella bufera di "cantieri aperti" e di riforme liturgiche che puzzano forse un po' di ideologismi.

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"Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro". Viviamo e lavoriamo di questa promessa e di questa certezza. Al di là di fatiche e fallimenti con cui il vangelo viene annunciato nel nostro mondo sempre più pagano; e magari anche pur dentro le divisioni e i contrasti che molti, che si credono "superapostoli" (2Cor 11,5) e vogliono una chiesa di solo puri, producono - mai sconfessati - nella nostra Chiesa di oggi, come era già in quella di Corinto.

 

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