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TESTO Commento su Sl 68,33-34

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Sabato della XXVI settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (03/10/2009)

Brano biblico: Sl 68,33-34 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 10,17-24

17I settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». 18Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. 19Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. 20Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli».

21In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. 22Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo».

23E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. 24Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono».

Dalla Parola del giorno

“Vedano gli umili e si rallegrino, si ravvivi il cuore di chi cerca Dio perché il Signore ascolta i poveri.”

Come vivere questa Parola?

Questa è un’espressione del salmo responsoriale collocato tra la prima lettura che è un brano del profeta Baruc e il vangelo di Luca.

Baruc incoraggia gli Israeliti a credere con cuore saldo che il Signore, dopo averli provati, è lì a volere per loro “una gioia perenne”.

Luca riporta la parola di Gesù che assicura i suoi di un’allegrezza interiore data loro a misura della semplicità di cuore con cui, come bambini, si fidano del Padre Celeste. Così, in tale cornice preziosa, acquista rilievo il senso di questa parola salmica.

Sì, gli occhi del cuore sono essi a vedere. Ma si aprono se ci sono due condizioni: umiltà e povertà come un continuo spossessarsi dagli averi di ogni genere.

Gli occhi di un cuore umile e povero possono ben rallegrarsi perché, avendo abbandonata qualsiasi pretesa, sono liberi. E la libertà vera è quella di percepirsi vivi, anzi continuamente ravvivati interiormente, nella sincera continua unione di Dio, in pratica del compimento della sua volontà.

Certo, il Signore “ascolta i poveri” perché è Lui e non altri il loro appoggio e tutta la loro speranza-ricchezza vera.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, passo del tempo a consegnarmi a Dio con tutto quello che sono e che ho. Rallegrarmi, dentro il ravvivarsi del cuore, dipende proprio da questo non trattenere nulla con avide mani. Tutto dare a Lui. Di tutto servirsi per servire i fratelli. E cercarlo ad ogni attimo, in ogni respiro.

Signore, vita del mio vivere, che io sia rivolto a te sempre. Come il navigante alla stella polare. E nella tua luce io veda la luce del bene da compiere in mezzo ai fratelli.

La voce di una beata

Sorridere e gioire sempre! Poiché in verità tutto è buono per un'anima che vuole ciò che Dio vuole.
Madre Maria Candida dell’Eucaristia

 

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