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TESTO

61. Nel cammino dell'anima   1

Nel cammino che un'anima percorre verso la santità, un solo passo dato nelle sabbie mobili dell'aridità spirituale, vale più di mille metri scalati senza troppe difficoltà.

santitàcammino spiritualespiritualitàinterioritàrapporto con Dio

3.0/5 (2 voti)

inviato da Anna Marinelli, inserito il 07/09/2008

TESTO

62. La vera gloria nasce soltanto dal dolore

Plinio Correa de Oliveira

La vita della Chiesa e la vita spirituale di ogni fedele sono una lotta continua. A volte, Dio concede alla sua Sposa giorni di grandezza spendida, visibile e tangibile. Egli dà alle anime momenti di ammirevole consolazione interiore o esteriore.

Ma la vera gloria della Chiesa e dei fedeli viene dalla sofferenza e dalla lotta. Lotta arida, senza bellezza sensibile né poesia definibile. Lotta in cui si avanza talora nella notte dell'anonimato, nel fango del disinteresse e dell'incomprensione, sotto la bufera e i bombardamenti scatenati dalle forze congiunte del demonio, del mondo e della carne. Una lotta che riempie di ammirazione gli Angeli del Cielo e attira la benedizione di Dio.

combattimento spiritualespiritualitàinterioritàconversione

inviato da Maria Rita Perricone, inserito il 25/11/2007

TESTO

63. Come lupo nella steppa   1

Dag Hammarskjöld

Quando attorno a te c'è quiete e tu ti fermi terrorizzato, quando il lavoro diventa una fuga dall'angoscia e dalla responsabilità, quando senti battere in te il cuore crudele e maligno del lupo della steppa, allora non cercare un narcotico nel rumore e nella fretta snervante. Fissa risolutamente la tua immagine finché non avrai trovato il fondo.

difficoltàprovatentazioneansiastressfaticainterioritàesteriorità

3.0/5 (1 voto)

inviato da Chiara, inserito il 29/10/2007

TESTO

64. Mi presento: sono il Silenzio   2

Pino Pellegrino

Per favore. Lasciatemi, una volta tanto, prendere la parola.
Lo so che è paradossale che il silenzio parli. E' contrario al mio carattere schivo e riservato.
Però sento il dovere di parlare: voi uomini non mi conoscete abbastanza!
Ecco, quindi, qualcosa di me.
Intanto le mie origini sono assolutamente nobili.
Prima che il mondo fosse, tutto era silenzio. Non un silenzio vuoto, no, ma traboccante.
Così traboccante che una parola sola detta dentro di me ha fatto tutto!
Poi, però, ho dovuto fare i conti con una lama invisibile che mi taglia dentro: il rumore!
Ebbene lasciate che ve lo dica subito: non immaginate cosa perdete ferendomi! Il baccano non vi dà mai una mano!
Io, invece, sì.
Io sono un'officina nella quale si fabbricano le idee più profonde, dove si costruiscono le parole che fanno succedere qualcosa.
Io sono come l'uovo del cardellino: la custodia del cantare e del volare. Simpatico, no?
Io segno i momenti più belli della vita: quello dei nove mesi, quello delle coccole, quello dello sguardo degli innamorati...
Segno anche i momenti più seri: i momenti del dolore, della sofferenza, della morte.
No, non mi sto elogiando, ma dicendo la pura verità.
Io mi inerpico sulle vette ove nidificano le aquile. Io scendo negli abissi degli oceani. Io vado a contare le stelle...
Io vi regalo momenti di pace, di stupore, di meraviglia.
Io sono il sentiero che conduce al paese dell'anima. Sono il trampolino di lancio della preghiera. Sono, addirittura, il recinto di Dio!
Ecco qualcosa di me.
Scusatemi se ho interrotto i vostri rumori e le vostre chiacchiere.
Prima di lasciarci, però, permettete che riassuma tutto in sole quattro parole:
Custoditemi e sarete custoditi!
Proteggetemi e sarete protetti!
Dal vostro primo alleato
Il Silenzio

silenziointerioritàrapporto con Dio

5.0/5 (1 voto)

inserito il 16/10/2007

TESTO

65. Hai un compito anima mia

Gregorio di Nazianzo

Hai un compito, anima mia,
un grande compito, se vuoi.

Scruta seriamente te stessa,
il tuo essere, il tuo destino;
donde vieni e dove dovrai posarti;
cerca di conoscere se è vita quella che vivi
o se c'è qualcosa di più.

Hai un compito, anima mia,
purifica, perciò, la tua vita:
considera, per favore, Dio e i suoi misteri,
indaga cosa c'era prima di questo universo
e che cosa esso è per te,
da dove è venuto e qual sarà il suo destino.

Ecco il tuo compito,
anima mia,
purifica, perciò, la tua vita.

animapurificazioneconversioneinterioritàesterioritàricerca di senso

inviato da Qumran2, inserito il 29/10/2006

TESTO

66. Lascia che lui si riveli

Paulo Coelho

Dicono i mistici che, quando intraprendiamo il nostro cammino spirituale, vogliamo parlare molto con Dio e finiamo per non ascoltare ciò che Egli ha da dirci. Perciò, è sempre consigliabile rilassarsi un po'.

Ciò non è facile: noi abbiamo la tendenza naturale a fare sempre la cosa giusta, e pensiamo che potremo riuscire a migliorare il nostro spirito solo se lavoreremo senza sosta. In realtà, è importante tentare, cadere, rialzarsi e proseguire; ma dobbiamo lasciare che Dio ci aiuti.

Nel mezzo di un grande sforzo, dobbiamo guardare noi stessi, ma allo stesso tempo dobbiamo consentire che Egli si riveli e ci guidi.

Dobbiamo permettere, di tanto in tanto, che Egli ci prenda in braccio.

rivelazioneascoltospiritualitàinterioritàrapporto con Dio

inviato da Qumran2, inserito il 25/08/2006

TESTO

67. Lettera di chi non ha tutto

Caro Gesù,

quest'anno ho voluto anch'io scriverti per Natale. Questa lettera non la leggerà mai nessuno, ma non importa: l'importante è che arrivi a te.

Non ho particolari cose da chiederti.. anzi nessuna, se non una. Voglio pregarti per tutte le persone che incontro ogni giorno, che incrocio per le strade, che mi passano accanto nei supermercati, che vedo alla televisione, che assistono ai concerti e ascoltano la musica come me. Voglio pregarti perché siano felici.

Eh sì... perché qualche volta ho l'impressione che non sia così. Mi sembrano tanto tristi... E non capisco cosa gli manchi! Secondo la logica di questo mondo io non ho niente e loro tutto...
Pensa... io vorrei parlare, ma non posso.
Urlare... men che meno!
Vorrei correre... ma come faccio?
Saltare non esiste...
Un po' camminare.. ma che fatica!
Mangiare... mai da solo!
Bere... quando me lo danno.
Andare ai servizi... non ne parliamo!
Cantare: un sogno!
Per la musica che fanno gli altri... impazzisco!
Scrivere... non se ne parla;
prima vorrei imparare i colori, ma non ci riesco!
Adoro il calcio, ma non ci gioco...

Una cosa bella, però, ce l'ho anch'io; è una cosa spettacolare, il più grande dono che potessi ricevere: il sorriso.
Quello non lo risparmio mai a nessuno: né ai genitori, né a mia nonna o a mia sorella, né agli educatori né ai volontari, né ai bambini né agli sconosciuti...
È la mia arma vincente e la uso fino in fondo.

Allora, Gesù, ti prego: dona un po' di questo mio sorriso agli altri; è un sorriso semplice, di chi non parla, non canta, non corre, non gioca... ma che viene dal cuore; dal cuore di chi, nel suo silenzio, ti incontra ogni giorno e ti parla nel segreto. Il sorriso di chi, come te, quando giacevi nella mangiatoia in fasce, avevi bisogno di tutto: di essere nutrito, cambiato, lavato, compreso per le espressioni del tuo viso perché senza parole... Ma io ho 26 anni. Nella mia povertà mi sento vicino a te, e per me questo è tutto. Per questo niente di ciò che mi manca potrà mai togliermi il sorriso.

Questa lettera non la leggerà mai nessuno, perché non potrò mai scriverla. Ma ce l'ho nel cuore e vorrei urlarla al mondo intero.

sorrisointerioritàesterioritàgioiafelicitàrapporto con Dio

inviato da Laura De Capitani, inserito il 13/07/2006

TESTO

68. Vacanze estive   1

Giovanni Paolo II, Angelus, 6 luglio 2003

Le molteplici occupazioni e i ritmi accelerati della vita rendono talora difficile coltivare la dimensione spirituale. Le vacanze estive, però, se non vengono 'bruciate' nella dissipazione e dal semplice divertimento, possono diventare un'occasione propizia per ridare respiro alla vita interiore.

vacanzeinteriorità

5.0/5 (1 voto)

inviato da Marco Malatesta, inserito il 27/06/2006

TESTO

69. Stare allo stretto

Giuseppe Angelini, Le virtù e la fede, Glossa

Che il luogo appaia angusto non deve stupirci: tutti i luoghi della terra sono angusti. Il rimedio non lo si può trovare in un altro luogo della terra, ma soltanto sfondando il cielo.

interioritàesterioritàvita

inviato da Luca, inserito il 18/03/2006

TESTO

70. La formazione

Paola Bignardi

La formazione è l'esperienza in cui ciascuno prende in mano la propria vita per capire chi è, per decidere chi vuole essere.
La formazione è l'impegno a trovare e ritrovare di continuo dentro di sé la via del cuore, che non significa seguire l'emozionalità, ma seguire la via dell'essenziale della nostra esistenza, ciò che sta al centro della nostra vita.
Riuscire a trovare le poche cose che contano veramente non perché povere ma, perché ricche di essenzialità...
La via del cuore non è mai scontata, non la possediamo una volta per tutte, ma si percorre ogni giorno, ci porta al centro della nostra esistenza, alla nostra coscienza, ad esser in contatto con le poche cose importanti.
La via del cuore è il luogo anche del dubbio, delle domande mai sopite; è il luogo di solitudine con Dio.
La via del cuore è il luogo in cui il Signore ci consente di crescere, di cercarlo, di essergli di fronte.
La via del cuore è la via della libertà.

formazionecrescitainterioritàcoscienza

inviato da Don Raffaele Gobbi, inserito il 26/02/2006

TESTO

71. La prima rivoluzione   1

Susanna Tamaro, Va' dove ti porta il cuore

La prima rivoluzione da fare è quella dentro di noi.

impegnoresponsabilitàinteriorità

inviato da Florisa Capuzzo, inserito il 26/02/2006

TESTO

72. Saper vivere   1

Omar Falworth

Se sei disposto a dimenticare ciò che hai fatto per gli altri
e a ricordare ciò che gli altri hanno fatto per te.

Se sei pronto a non tener conto di ciò che la vita ti deve,
ma a prendere nota di ciò che tu devi alla vita.

Ma soprattutto, se riesci a capire che tu sei negli altri
e gli altri sono in te e che la cosa più importante della vita
non è ciò che riuscirai a prendere da essa,
ma ciò che riuscirai a darle....

Allora avrai imparato a vivere.

Il valore della vita non sta in ciò che fai,
ma in ciò che riesci ad amare di ciò che fai;
puoi fare tante cose, ma se non riesci ad amarle,
il tuo fare non serve a nulla,
e la tua vita non vale nulla.

Il valore della tua vita non sta in ciò che hai,
ma in ciò che sei;
perché in realtà nessuno non ha niente.
L'unica cosa che si può avere è se stessi,
se hai te stesso, hai tutto il mondo
e la tua vita vale più del mondo.

Il valore della tua vita non sta in ciò che pensi:
puoi pensare tutto il bene del mondo,
ma se non ti adoperi per farne almeno un po'
è come se pensassi il male,
e la tua vita non vale nulla.

Il valore della tua vita si misurerà
quando starai per perderla;
se lascerai il mondo un pochino migliore di come l'hai trovato
...allora sarà grande.

...Sai vivere quando...
pur vivendo in questo mondo complicato resti semplice,
pur vivendo in questo mondo ingiusto resti giusto,
pur vivendo in questo mondo disonesto resti onesto,
pur vivendo in questo mondo falso resti autentico,
pur vivendo in questo mondo sporco resti pulito.

Ma soprattutto, sai vivere quando
pur vivendo in questo mondo con poco amore riesci ad amare
ma ancor di più sai vivere
se, nonostante tutto, amerai lo stesso questo mondo.

viverevitasenso della vitaamoreimpegnoresponsabilitàottimismointerioritàesteriorità

inviato da Pat, inserito il 21/02/2006

TESTO

73. Chi siamo davvero

Maurice Zundel, Quale uomo e quale Dio

Nessuno accetta di essere trattato da oggetto, questo vuol dire che ognuno vuol essere trattato da soggetto, vuol dire che ognuno vuol essere riconosciuto in questo essenziale (che di solito egli ignora), nella sua dignità (che spesso è il primo a non rispettare).

Ritroviamo qui un dato essenziale: l'uomo nel suo valore specifico e nell'inviolabilità della sua coscienza, è una esigenza d'essere più che un essere realmente esistente. Come dire che è chiamato a farsi - invece di subirsi - e che questo cambiamento comporta tutte le tappe possibili comprese tra lo zero e l'infinito.

identitàuomovalorerispettocrescitainterioritàdignità

inviato da Luca Peyron, inserito il 05/01/2006

TESTO

74. Nostalgia dei valori

Antoine de Saint-Exupéry

Se vuoi costruire una nave non chiamare la gente che procura il legno, che prepara gli attrezzi necessari, non distribuire compiti, non organizzare il lavoro.
Prima invece sveglia negli uomini la nostalgia del mare lontano e sconfinato.
Appena si sarà svegliata in loro questa sete, gli uomini si metteranno subito al lavoro per costruire la nave.

senso della vitaricerca di sensointerioritàvalori

inviato da Don Giosuè Lombardo, inserito il 07/09/2005

TESTO

75. Se per te il Natale

Se per te il Natale
è solo un giorno di felicità
fatta di cose,
non dire: «Oggi è Natale».

Se non fai silenzio dentro di te
per accogliere Cristo che viene,
non dire: «E' Natale per me».

Se continui a dividere
buoni e cattivi, ricchi e poveri,
non dire: «Gesù è nato per tutti noi».

Se, ascoltando
l'annuncio di Betlemme,
non pensi che la guerra e la fame
uccidono ancora,
non dire: «Pace a ogni uomo».

Ma se hai capito
che la pace di Cristo viene
quando tu porti giustizia
nel tuo piccolo mondo;

se hai capito
che i primi nel tuo cuore
devono essere i "poveri",
e che devi giocare la tua vita
ogni giorno per gli altri,

allora puoi davvero gridare:
«Vi annuncio una gioia
grande come il mondo:
oggi a Betlemme
è nato il Salvatore».

Nataleinterioritàesteriorità

inviato da Brigida, inserito il 13/04/2005

TESTO

76. Gesù bussa al tuo cuore   1

Vito Mangia

Forse siamo tutti un po' come Giovanni Battista in carcere: quando sorgono i dubbi, le ansie, abbiamo bisogno di conferme.

Noi facciamo il nostro dovere: lavoriamo, studiamo, intratteniamo relazioni, diamo qualcosa di noi stessi agli altri; poi sentiamo bisogno di qualcos'altro, qualcosa di cui non sappiamo dire il nome...

Sarà troppo, sarà esagerato pensare che quel "qualcosa", quel "qualcuno" è Dio? Si tratta di un'esigenza profonda, intima, viscerale.

Quando non capiamo cosa sia, riempiamo, copriamo, quasi annebbiamo questa esigenza.

La "imbottiamo" - per tenerla buona e al suo posto - e la ricopriamo di cose da fare. A volte la riconosciamo, questa benedetta esigenza di Dio, ma è troppo impegnativo seguire le sue indicazioni.

Meglio rimandare a domani, alla prossima settimana, o meglio: alla prossima adorazione, al prossimo ritiro, al prossimo incontro associativo e di gruppo, al prossimo rosario, alla prossima condivisione spirituale, alla prossima confessione, al prossimo silenzio. Cioè lontano, dopo, mai.

In fondo il "poi" è o non è - nei proverbi e nella realtà - parente del "mai"? È la nostra natura, siamo fatti così...

Signore, ci devi proprio capire, noi abbiamo bisogno di segni, di essere scossi, di vederti... sennò non ti seguiamo.

"Hai capito, Signore?", diciamo dentro di noi. E il Signore non capisce. Fa il testardo lui.

Noi gli chiediamo se ne vale davvero la pena e lui risponde a modo suo. Arriva, passa, bussa al cuore, continua a camminare.

A volte ci destiamo, facciamo in tempo ad alzarci dalle comode poltrone dei nostri interessi, a spoltrirci dai comodi divani dei nostri divertimenti e narcisismi; a volte facciamo in tempo ad affacciarci dalla finestra del nostro cuore e lo vediamo. Lui, Gesù, che ci passa accanto ed opera prodigi: alcuni vedono con occhi diversi la realtà, altri sentono finalmente la sua Parola, i poveri in spirito si dicono beati, chi si dimenava negli stagni fangosi del peccato trova il coraggio e la forza di rialzarsi, di ripulirsi, di andare oltre.

A volte ci viene la tentazione di andare alla porta, spalancarla, uscire per strada e gridare: "Aspetta, Gesù, aspettami! Faccio ancora in tempo a seguirti?".

E lui si volta da lontano, guarda con tenerezza infinita dentro i nostri occhi. E si ferma.

attesaavventoimpegnospiritualitàinterioritàvita spiritualerapporto con Dio

inviato da Don Vito Mangia, inserito il 21/02/2005

TESTO

77. Il paradosso del nostro tempo   1

George Carlin

Il paradosso del nostro tempo nella storia è che:
abbiamo edifici sempre più alti, ma moralità più basse,
autostrade sempre più larghe, ma orizzonti più ristretti.

Spendiamo di più, ma abbiamo meno,
comperiamo di più, ma godiamo meno.
Abbiamo case più grandi e famiglie più piccole,
più comodità, ma meno tempo.

Abbiamo più istruzione, ma meno buon senso,
più conoscenza, ma meno giudizio,
più esperti, ed ancora più problemi,
più medicine, ma meno benessere.
Beviamo troppo, fumiamo troppo,
spendiamo senza ritegno, ridiamo troppo poco,
guidiamo troppo veloci, ci arrabbiamo troppo,
facciamo le ore piccole, ci alziamo stanchi,
vediamo troppa TV, e preghiamo di rado.

Abbiamo moltiplicato le nostre proprietà,
ma ridotto i nostri valori.
Parliamo troppo, amiamo troppo poco
ed odiamo troppo spesso.
Abbiamo imparato come guadagnarci da vivere,
ma non come vivere.
Abbiamo aggiunto anni alla vita, ma non vita agli anni.

Siamo andati e tornati dalla Luna,
ma non riusciamo ad attraversare la strada
per incontrare un nuovo vicino di casa.
Abbiamo conquistato lo spazio esterno, ma non lo spazio interno.

Abbiamo creato cose più grandi, ma non migliori.
Abbiamo pulito l'aria, ma inquinato l'anima.
Abbiamo dominato l'atomo, ma non i pregiudizi.

Scriviamo di più, ma impariamo meno.
Pianifichiamo di più, ma realizziamo meno.
Abbiamo imparato a sbrigarci, ma non ad aspettare.

Costruiamo computers più grandi per contenere più informazioni,
per produrre più copie che mai, ma comunichiamo sempre meno.

Questi sono i tempi del fast food e della digestione lenta,
grandi uomini e piccoli caratteri,
ricchi profitti e povere relazioni.

Questi sono i tempi di due redditi e più divorzi,
case più belle ma famiglie distrutte.

Questi sono i tempi dei viaggi veloci, dei pannolini usa e getta,
della moralità a perdere, delle relazioni di una notte,
dei corpi sovrappeso e delle pillole che possono farti fare di tutto,
dal rallegrarti al calmarti, all'ucciderti.

E' un tempo in cui ci sono tante cose in vetrina
e niente in magazzino.

Ricorda sempre:
la vita non si misura da quanti respiri facciamo,
ma dai momenti che ci tolgono il respiro.

tempovitasenso della vitainterioritàesteriorità

4.0/5 (1 voto)

inviato da Cesarina Volontè, inserito il 30/01/2005

TESTO

78. Il silenzio interiore

Marc de Smedt, Elogio del silenzio, ed Paoline

La scoperta del silenzio interiore è pace, equilibrio ritrovato.

pacepace interioreserenitàinteriorità

inviato da Don Giovanni Benvenuto, inserito il 05/12/2004

TESTO

79. Pace

George B. Shaw

Si possiede un gran tesoro quando si è capaci di gioire, e sentirsi in pace.

pacepace interioreserenitàinterioritàgioia

3.0/5 (1 voto)

inviato da Don Giovanni Benvenuto, inserito il 05/12/2004

TESTO

80. Pace al mondo   1

Jack Kornfield

Per portar pace al mondo bisogna render pacifica la nostra stessa vita.

pacepace interioreserenitàinteriorità

inviato da Don Giovanni Benvenuto, inserito il 05/12/2004

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